Garbagnate: tutelare i diritti sportivi dei minori. Un incontro pubblico organizzato dal Comune

Una serata di conoscenza e approfondimento sulla tutela dei diritti dei minori nello sport. L'amministrazione comunale di Garbagnate Monastero, mantenendo sempre alta l'attenzione verso i minori in tutti gli ambiti della loro quotidianità e con l’introduzione, per l’ambito sportivo, della figura del responsabile Safeguarding per le associazioni sportive dilettantistiche, ha ritenuto necessario organizzare una serata sul tema.
Come spiega la federazione sportiva, ''il responsabile delle politiche di Safeguarding è competente per la verifica di situazioni di pericolo o abusi in corso, nel rispetto delle competenze della giustizia sportiva, nonché per le azioni di prevenzione''. Le condotte che possono interessare gli interventi del responsabile Safeguarding possono riguardare, in via esemplificativa ma non esaustiva, l’abuso psicologico, l’abuso fisico, la molestia sessuale, l’abuso sessuale, la negligenza, l’incuria, l’abuso di matrice religiosa, il bullismo, il cyberbullismo, i comportamenti discriminatori circa la razza, religione, credo religioso, origine etnica, caratteristiche fisiche, genere, orientamento sessuale, disabilità, età, status socioeconomico e capacità atletiche.
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Amministratori, relatori e volontari intervenuti alla serata

Il sindaco Mauro Colombo ha salutato i relatori, i cittadini e i responsabili delle associazioni presenti in sala. Si è congratulato con i presidenti delle realtà sportive per essersi subito attivati e per avere già individuato ciascuno il proprio Responsabile Safeguarding. Il consigliere allo sport Gianmario Conti ha riferito che, nella riunione annuale prima dell’inizio delle attività sportive, i dirigenti avevano già risposto in maniera affermativa all’introduzione della nuova figura, dimostrando l’interesse verso i propri iscritti.
La moderatrice della serata Santina Motta, consigliere al sociale e alle politiche giovanili, ha spiegato il punto di vista secondo i suoi ruoli. Innanzitutto quello politico che riguarda quanto accade dopo il dopo danno, quando il Comune con i servizi sociali e i servizi preposti sovracomunali, prendono in carico il ragazzo che ha subito una violenza. L'esponente dell'amministrazione si è poi soffermata su un altro ruolo che la vede impegnata in prima persona: come volontaria di basket in carrozzina della società Briantea84 ha notato quanto l’inclusione e la centralità della persona siano fondamentali per gli atleti stessi e le loro famiglie, tanto da fungere da prevenzione.
Tra la prevenzione e le conseguenze dell’accaduto c’è una fase di mezzo, come ha ricordato Motta: ''Leggendo i report di ricerche qualitative emerge che 4 minori su 10 subiscono violenza nell’ambito sportivo. Violenze suddivise principalmente in quattro aree: fisica-psicologica-sessuale con contatto fisico e senza contatto fisico-privazione o abbandono (negligenza). È quindi necessario che tutti abbiano un’attenzione particolare verso i minori''.
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Da Parma si è collegato l’avvocato Michele Margini portando il suo contributo in maniera esaustiva, precisa e chiara. Formatore CONI ed esperto di diritto sportivo, il legale ha illustrato le principali novità per le associazioni e le società sportive dilettantistiche in materia di "safeguarding" sportivo. I nuovi obblighi di legge prevedono che tutti i sodalizi debbano dotarsi di un modello organizzativo e di controllo dell'attività sportiva e di un codice di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione di abusi, violenze e discriminazioni di qualsiasi genere nel contesto sportivo. I club devono altresì nominare, entro il 31 dicembre 2024, il responsabile Safeguarding che, dotato di competenza, autonomia e indipendenza, dovrà verificare il rispetto delle politiche di safeguarding e gestire eventuali segnalazioni di condotte lesive delle stesse. Si tratta di obblighi rilevanti, che devono essere attuati in maniera precisa, concreta ed efficace, allo scopo di rendere l'ambiente sportivo sempre più sano ed inclusivo per tutti gli operatori e specialmente per gli atleti minorenni".
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L’educatrice socio-pedagogica Stephanie Williams, presidente dell’associazione Raices-Crescere Insieme, dopo una presentazione personale del suo vissuto, partendo dal suo paese d’origine, il Perù, ha spiegato che ''la tutela passa dalla ''cultura organizzativa'', ragion per cui è previsto un ''processo'' informativo e ''formativo'' degli adulti che compongono la comunità educante delle società sportive, processo finalizzato a creare coerenza tra il modello organizzativo e i valori alla base della normativa''. Grazie alla sensibilizzazione dell'intero contesto (pedagogia degli adulti) sarà possibile prevenire attraverso l'apprendimento esperienziale, tipico dello sport, che facilita l'insegnamento di comportamenti adeguati. Sarà anche possibile rilevare eventuali segnali di disagio con l'innesco delle relative conseguenze (accertamenti, mediazione, protezione...) dell'agire di ognuno.
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All’incontro è intervenuta anche la dottoressa Gloria Rossi, pedagogista e responsabile abusi, violenze e discriminazioni.
Alla fine degli interventi, i presidenti delle associazioni hanno chiesto delucidazioni all’avvocato Margini, che ha reso disponibile la visione delle slide da chiedere alla consigliera Motta.
M.Mau.
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