Oggiono: giustizia riparativa, è la richiesta di un giovane, imputato per lesioni
Le sorti di un fascicolo di ben sette anni fa potrebbero dipendere dalla riforma Cartabia: oggi il difensore di un giovane residente ad Oggiono ha chiesto al Tribunale di Lecco che il suo assistito venga ammesso al percorso di giustizia riparativa.
Risalirebbe al 2018 la vicenda, che vede l'imputato chiamato a rispondere di lesioni aggravate e danneggiamento ai danni di un secondo soggetto (e della sua auto), non costituitosi parte civile in questo procedimento.
Sembra infatti che durante una lite G.C. abbia malmenato l'altro soggetto e che quest'ultimo, a seguito della collutazione sarebbe finito al pronto soccorso.
Questa mattina il fascicolo, di cui originariamente era titolare il giudice Giulia Barazzetta, è finito sulla scrivania del giudice Angelo Parisi: su istanza del difensore, che già aveva fatto richiesta di valutare la fattibilità della via proposta dalla riforma Cartabia, il caso è stato quindi ''inviato'' al centro di giustizia riparativa di Milano. Se anche la persona offesa non vorrà partecipare agli incontri di mediazione (come sembrerebbe aver già fatto intuire), l'odierno imputato potrà proseguire con una vittima ''aspecifica''.
Ricordando che comunque la giustizia riparativa non mette in alcun modo fine al procedimento – che anzi, sospesi i termini di prescrizione, proseguirà normalmente - l'esito del percorso da parte dell'imputato potrebbe eventualmente influire positivamente sulla sentenza finale.
Per ragioni di economia processuale, il dottor Parisi ha chiesto il consenso delle parti di procedere con la lettura degli atti già svolti e completati in fase istruttoria dal giudice Barazzetta: sul punto il legale del giovane ha prestato il proprio consenso, a condizione, però, che vengano sentiti nuovamente alcuni dei testimoni da lui citati.
Il prossimo 2 dicembre quindi, si dovrà verificare in aula l'esito dell'accesso al centro di mediazione da parte dell'imputato e, in quella sede, il giudice scioglierà anche la riserva in merito alle richieste del difensore.
Risalirebbe al 2018 la vicenda, che vede l'imputato chiamato a rispondere di lesioni aggravate e danneggiamento ai danni di un secondo soggetto (e della sua auto), non costituitosi parte civile in questo procedimento.
Sembra infatti che durante una lite G.C. abbia malmenato l'altro soggetto e che quest'ultimo, a seguito della collutazione sarebbe finito al pronto soccorso.
Questa mattina il fascicolo, di cui originariamente era titolare il giudice Giulia Barazzetta, è finito sulla scrivania del giudice Angelo Parisi: su istanza del difensore, che già aveva fatto richiesta di valutare la fattibilità della via proposta dalla riforma Cartabia, il caso è stato quindi ''inviato'' al centro di giustizia riparativa di Milano. Se anche la persona offesa non vorrà partecipare agli incontri di mediazione (come sembrerebbe aver già fatto intuire), l'odierno imputato potrà proseguire con una vittima ''aspecifica''.
Ricordando che comunque la giustizia riparativa non mette in alcun modo fine al procedimento – che anzi, sospesi i termini di prescrizione, proseguirà normalmente - l'esito del percorso da parte dell'imputato potrebbe eventualmente influire positivamente sulla sentenza finale.
Per ragioni di economia processuale, il dottor Parisi ha chiesto il consenso delle parti di procedere con la lettura degli atti già svolti e completati in fase istruttoria dal giudice Barazzetta: sul punto il legale del giovane ha prestato il proprio consenso, a condizione, però, che vengano sentiti nuovamente alcuni dei testimoni da lui citati.
Il prossimo 2 dicembre quindi, si dovrà verificare in aula l'esito dell'accesso al centro di mediazione da parte dell'imputato e, in quella sede, il giudice scioglierà anche la riserva in merito alle richieste del difensore.
F.F.