Garbagnate: il libro di Marco Novati presentato in sala consiliare
La serata con Marco Novati non ha fornito soltanto l'occasione di presentare l'ultimo libro del documentarista, viaggiatore e scrittore. Si è trattato piuttosto di un inno alla vita, di un viaggio indimenticabile attraverso le parole e le immagini.
Santina Motta, consigliere con delega al sociale e alle politiche giovanili del Comune di Garbagnate Monastero, ha salutato le persone presenti l'altra sera in sala civica interpretando anche il pensiero del sindaco. L'amministratrice ha poi proseguito presentando lo scrittore. ''Fin dall’età di 13 anni Marco ha dedicato la sua vita a scoprire i luoghi più remoti e poveri del mondo, dalla Patagonia all’Africa, passando per il Nepal e oltre, esplorando culture, tradizioni e storie di vita''.
La parola è poi passata al relatore, professor Marco Longoni, che Motta ha definito ''la persona che conosce perfettamente Novati e le sue narrazioni, in quanto ha corretto i capitoli dei libri man mano che venivano terminati''.
Durante la serata l'ospite ha condiviso le sue straordinarie esperienze ma soprattutto ha parlato del suo quinto e ultimo libro pubblicato ''Namasté'', definito ''una ricerca costante, un'espressione di vita, desiderio di andare a fondo, di conoscere e di ringraziare''.
La parola ''Namasté'' ha origine sanscrita ed è un saluto nepalese che significa ''mi inchino alla divinità che è in te'' o in una traduzione più ampia, ''il divino in me riconosce il divino in te'', con un approccio che unisce spiritualità, consapevolezza e un profondo rispetto per il prossimo, per il mondo e per la natura. La serata è stata quindi come un invito a celebrare la vita in tutte le sue sfaccettature. Maco Novati ha brevemente presentato anche gli altri quattro libri che ha scritto, continuando con la documentazione dei viaggi, dall'Himalaya all'Africa fino ad arrivare a Piazzantica il luogo dove si svolgono le vicende di Namasté. Oltre alla lettura, hanno fatto da cornice alla serata la proiezione di diversi video-documentari.
Il primo, introdotto dal professor Longoni è di Laura Efrikian, amica di Novati, che ha scritto l’introduzione del libro e che, come Marco, ama l’Africa e ogni anno ritorna in Kenya a visitare villaggi, scuole e alcuni pozzi che lei ha fatto costruire. Proprio in quelle terre, tra la gente semplice e che soffre per le ingiustizie, ma che sa sorridere e stupirsi della vita, ogni giorno, nonostante tutto.
La serata si è rivelata un interessante spunto di riflessione, come ha ribadito Santina Motta nei saluti finali, in quanto si è parlato anche di alcuni valori che sembrano svaniti, ''dalle famiglie fragili ai ragazzi che non hanno nessuno che li ascolta, al riscaldamento globale fino alle persone che stanno perdendo il senso del meravigliarsi''.
''Sono sempre stato un po' selvatico, un inquieto sofferente, un ribelle, in famiglia dicevano che ero una pecora nera'' ha detto Marco Novati. Questa però è stata la mia fortuna, quella che mi ha fatto viaggiare e leggere, che mi ha aiutato a staccarmi dal comune sentire e di conoscere molte persone. Mi infastidiscono molto anche gli indifferenti, quelli che vivono a vanvera e, quando li incontro, provo una tristezza infinita. Comprendo chi si allontana dalle città e da questo squilibrato sistema che tutte travolge e, appena posso, mi isolo anch'io in una baita in un borgo di quattro abitanti. Il viaggio è sempre stato per me un modo di essere, il mezzo per conoscere il mondo e ricordo come se fosse l'altro ieri quando appena quattordicenne iniziai a viaggiare e raggiunsi i paesi scandinavi. Ogni partenza mi esaltava: mi emozionava raggiungere un posto che non conoscevo, trovare nuovi amici. Ogni volta mi innamoravo di strada e di vita''.
Ci si è soffermati poi sul valore dell’amicizia. ''L'amico - ha proseguito Novati - è quello che immediatamente ti capisce, che riesce a gioire o a intristirsi con te del presente, senza rincorrere né il passato né il futuro. Puoi stare distante da lui per anni, può andarsene lontano ma sentirai sempre la sua mano sulla spalla, il suo odore, i suoi consigli e il suo sorriso illuminerà la tua strada. Lui è lì, al tuo fianco e, appena lo rincontri, par che qualcosa fermi il tempo e dia slancio alla vita: è l'amicizia, quella vera, quella che lega, quella che è amore e famiglia''. Sono valori importanti, da custodire e che, spesso, oggi paiono finire sullo sfondo della frettolosa vita: ''Ci sono persone che non hanno più il tempo per fermarsi ad ammirare i colori di un'alba o di un tramonto, di sentire il profumo di un fiore, oppure di oziare o di ubriacarsi di risate e di compagnia e nemmeno di fare l’amore. Perché in questo comandamento il tempo è interesse, perché il tempo è denaro, perché il tempo è correre, sommare e moltiplicare. È fondamentale riflettere sui veri valori della vita che pian piano stiamo perdendo e sul rivalutare la natura che stiamo calpestando e distruggendo''.
La serata, oltre a far conoscere l’autore, ha valorizzato i sentimenti positivi, la voglia di andare incontro all’altro, di conoscerlo.
Santina Motta, consigliere con delega al sociale e alle politiche giovanili del Comune di Garbagnate Monastero, ha salutato le persone presenti l'altra sera in sala civica interpretando anche il pensiero del sindaco. L'amministratrice ha poi proseguito presentando lo scrittore. ''Fin dall’età di 13 anni Marco ha dedicato la sua vita a scoprire i luoghi più remoti e poveri del mondo, dalla Patagonia all’Africa, passando per il Nepal e oltre, esplorando culture, tradizioni e storie di vita''.
La parola è poi passata al relatore, professor Marco Longoni, che Motta ha definito ''la persona che conosce perfettamente Novati e le sue narrazioni, in quanto ha corretto i capitoli dei libri man mano che venivano terminati''.
Durante la serata l'ospite ha condiviso le sue straordinarie esperienze ma soprattutto ha parlato del suo quinto e ultimo libro pubblicato ''Namasté'', definito ''una ricerca costante, un'espressione di vita, desiderio di andare a fondo, di conoscere e di ringraziare''.
La parola ''Namasté'' ha origine sanscrita ed è un saluto nepalese che significa ''mi inchino alla divinità che è in te'' o in una traduzione più ampia, ''il divino in me riconosce il divino in te'', con un approccio che unisce spiritualità, consapevolezza e un profondo rispetto per il prossimo, per il mondo e per la natura. La serata è stata quindi come un invito a celebrare la vita in tutte le sue sfaccettature. Maco Novati ha brevemente presentato anche gli altri quattro libri che ha scritto, continuando con la documentazione dei viaggi, dall'Himalaya all'Africa fino ad arrivare a Piazzantica il luogo dove si svolgono le vicende di Namasté. Oltre alla lettura, hanno fatto da cornice alla serata la proiezione di diversi video-documentari.
Il primo, introdotto dal professor Longoni è di Laura Efrikian, amica di Novati, che ha scritto l’introduzione del libro e che, come Marco, ama l’Africa e ogni anno ritorna in Kenya a visitare villaggi, scuole e alcuni pozzi che lei ha fatto costruire. Proprio in quelle terre, tra la gente semplice e che soffre per le ingiustizie, ma che sa sorridere e stupirsi della vita, ogni giorno, nonostante tutto.
La serata si è rivelata un interessante spunto di riflessione, come ha ribadito Santina Motta nei saluti finali, in quanto si è parlato anche di alcuni valori che sembrano svaniti, ''dalle famiglie fragili ai ragazzi che non hanno nessuno che li ascolta, al riscaldamento globale fino alle persone che stanno perdendo il senso del meravigliarsi''.
''Sono sempre stato un po' selvatico, un inquieto sofferente, un ribelle, in famiglia dicevano che ero una pecora nera'' ha detto Marco Novati. Questa però è stata la mia fortuna, quella che mi ha fatto viaggiare e leggere, che mi ha aiutato a staccarmi dal comune sentire e di conoscere molte persone. Mi infastidiscono molto anche gli indifferenti, quelli che vivono a vanvera e, quando li incontro, provo una tristezza infinita. Comprendo chi si allontana dalle città e da questo squilibrato sistema che tutte travolge e, appena posso, mi isolo anch'io in una baita in un borgo di quattro abitanti. Il viaggio è sempre stato per me un modo di essere, il mezzo per conoscere il mondo e ricordo come se fosse l'altro ieri quando appena quattordicenne iniziai a viaggiare e raggiunsi i paesi scandinavi. Ogni partenza mi esaltava: mi emozionava raggiungere un posto che non conoscevo, trovare nuovi amici. Ogni volta mi innamoravo di strada e di vita''.
Ci si è soffermati poi sul valore dell’amicizia. ''L'amico - ha proseguito Novati - è quello che immediatamente ti capisce, che riesce a gioire o a intristirsi con te del presente, senza rincorrere né il passato né il futuro. Puoi stare distante da lui per anni, può andarsene lontano ma sentirai sempre la sua mano sulla spalla, il suo odore, i suoi consigli e il suo sorriso illuminerà la tua strada. Lui è lì, al tuo fianco e, appena lo rincontri, par che qualcosa fermi il tempo e dia slancio alla vita: è l'amicizia, quella vera, quella che lega, quella che è amore e famiglia''. Sono valori importanti, da custodire e che, spesso, oggi paiono finire sullo sfondo della frettolosa vita: ''Ci sono persone che non hanno più il tempo per fermarsi ad ammirare i colori di un'alba o di un tramonto, di sentire il profumo di un fiore, oppure di oziare o di ubriacarsi di risate e di compagnia e nemmeno di fare l’amore. Perché in questo comandamento il tempo è interesse, perché il tempo è denaro, perché il tempo è correre, sommare e moltiplicare. È fondamentale riflettere sui veri valori della vita che pian piano stiamo perdendo e sul rivalutare la natura che stiamo calpestando e distruggendo''.
La serata, oltre a far conoscere l’autore, ha valorizzato i sentimenti positivi, la voglia di andare incontro all’altro, di conoscerlo.