Bevera e Gandaloglio a Molteno: per fermare gli allagamenti, va fermata la cementificazione
Con questa nota ci riferiamo alle esondazioni, avvenute nelle scorse settimane, dei torrenti Bevera e Gandaloglio, nelle zone a confine tra Molteno, Sirone e Oggiono.
Le esondazioni sono un fatto assolutamente naturale. Come si vede dalle foto scattate la scorsa settimana, il Gandaloglio è esondato naturalmente, invadendo alcuni prati nelle ormai poche zone rimaste verdi proprio al confine tra Oggiono, Sirone e Molteno. L'esondazione è un fenomeno sempre avvenuto nel tempo e che di per sé non deve preoccupare. Quello che invece preoccupa è che negli ultimi decenni le aree di esondazione naturale sono state occupate dall'edificazione, soprattutto di capannoni e aree industriali come avvenuto - per rimanere a quella zona - in maniera massiccia nell'area del Mognago di Oggiono o in quella di via Colombo a Sirone, a ridosso del torrente. Ovviamente l'impermeabilizzazione del suolo peggiora le conseguenze delle esondazioni nelle aree a monte o a valle. E questo potrebbe costituire un potenziale pericolo per gli abitati.
Il ragionamento sbagliato è quello di pensare di risolvere il problema imbrigliando ulteriormente i torrenti, realizzando nuovi argini artificiali o pensando a soluzioni - per noi totalmente errate - come quella del bypass tra il Bevera e il Gandaloglio, che assolutamente non serve a nulla se non a spostare l'acqua da un posto ad un altro, senza risolvere le cause.
Lo ripetiamo: il primo provvedimento da adottare è quello di fermare totalmente il consumo di nuovo suolo verde: occorre quindi agire sui PGT e non prevedere nuove aree edificabili o nuove strade. Cioè l'esatto contrario di quello che sta facendo l'Amministrazione comunale di Molteno, che vorrebbe realizzare la nuova tangenzialina di Raviola. Strada che dovrebbe correre parallela al Bevera, imbrigliando ulteriormente il torrente nel suo alveo e quindi rischiando di aumentare la portata delle esondazioni nella sponda opposta o nelle aree a monte o a valle.
Gli unici interventi idraulici ammessi sono, al limite, gli interventi puntuali per aumentare la sezione di alcuni ponti, che spesso costituiscono delle strozzature artificiali al corso dei torrenti. E poi, fuori dai centri abitati, rimuovere gli argini artificiali realizzati in passato. Infine risolvere il vero e unico nodo idraulico, ovvero liberare l'area alla confluenza tra Bevera e Gandaloglio, che è coperta dalla soletta dello stabilimento della ex Segalini.
Le esondazioni sono un fatto assolutamente naturale. Come si vede dalle foto scattate la scorsa settimana, il Gandaloglio è esondato naturalmente, invadendo alcuni prati nelle ormai poche zone rimaste verdi proprio al confine tra Oggiono, Sirone e Molteno. L'esondazione è un fenomeno sempre avvenuto nel tempo e che di per sé non deve preoccupare. Quello che invece preoccupa è che negli ultimi decenni le aree di esondazione naturale sono state occupate dall'edificazione, soprattutto di capannoni e aree industriali come avvenuto - per rimanere a quella zona - in maniera massiccia nell'area del Mognago di Oggiono o in quella di via Colombo a Sirone, a ridosso del torrente. Ovviamente l'impermeabilizzazione del suolo peggiora le conseguenze delle esondazioni nelle aree a monte o a valle. E questo potrebbe costituire un potenziale pericolo per gli abitati.
Il ragionamento sbagliato è quello di pensare di risolvere il problema imbrigliando ulteriormente i torrenti, realizzando nuovi argini artificiali o pensando a soluzioni - per noi totalmente errate - come quella del bypass tra il Bevera e il Gandaloglio, che assolutamente non serve a nulla se non a spostare l'acqua da un posto ad un altro, senza risolvere le cause.
Lo ripetiamo: il primo provvedimento da adottare è quello di fermare totalmente il consumo di nuovo suolo verde: occorre quindi agire sui PGT e non prevedere nuove aree edificabili o nuove strade. Cioè l'esatto contrario di quello che sta facendo l'Amministrazione comunale di Molteno, che vorrebbe realizzare la nuova tangenzialina di Raviola. Strada che dovrebbe correre parallela al Bevera, imbrigliando ulteriormente il torrente nel suo alveo e quindi rischiando di aumentare la portata delle esondazioni nella sponda opposta o nelle aree a monte o a valle.
Gli unici interventi idraulici ammessi sono, al limite, gli interventi puntuali per aumentare la sezione di alcuni ponti, che spesso costituiscono delle strozzature artificiali al corso dei torrenti. E poi, fuori dai centri abitati, rimuovere gli argini artificiali realizzati in passato. Infine risolvere il vero e unico nodo idraulico, ovvero liberare l'area alla confluenza tra Bevera e Gandaloglio, che è coperta dalla soletta dello stabilimento della ex Segalini.
Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente Ilaria Alpi