Annone: collana strappata ad una spettatrice del Nameless, 22enne a giudizio

Un anno e dieci mesi. E' la condanna chiesta stamani dal vice procuratore onorario Caterina Scarselli nei confronti dell'autore (in concorso) di un tentativo di furto avvenuto al Nameless, il festival di musica elettronica in scena ogni estate in località La Poncia ad Annone Brianza.
Nell'edizione 2022 - quella della ripresa dopo lo stop imposto dal Covid -una giovane spettatrice era stata derubata della collana che portava al collo. Lo aveva riferito lei stessa alle forze dell'ordine, essendosi accorta praticamente subito di quel soggetto che, in maniera repentina, le aveva strappato il monile che in quel momento indossava. Catenina che il ladro aveva passato ad un complice e occultata da quest'ultimo in una delle tasche dei pantaloni.
Dopo il ''faccia a faccia'' con la vittima, che ne aveva chiesto ai responsabili dell'episodio la restituzione - i due avevano preferito liberarsene, gettando così la catenina a terra.
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Immagine di repertorio dell'edizione 2022 del Nameless Festival

Dell'episodio risalente a due estati fa si è discusso stamani in tribunale a Lecco, dove nelle scorse settimane i due sono finiti a processo, con l'accusa appunto di tentato furto (aggravato dallo strappo) in concorso. Se uno degli imputati ha preferito ricorrere ad un rito alternativo, il complice è finito a dibattimento al cospetto del giudice in ruolo monocratico Bianca Maria Bianchi. L'istruttoria dibattimentale a questo proposito si è chiusa stamani, con la parola passata al pubblico ministero per le sue conclusioni. 
Ripercorrendo sinteticamente la dinamica di quanto agli atti e avvalendosi dei racconti resi dalla parte offesa e da un testimone in aula, il vpo Scarselli ha ritenuto provata la colpevolezza dell'imputato (M.M., classe 2002 e originario del milanese) per il quale ha chiesto la condanna alla pena di un anno e dieci mesi di reclusione, oltre al pagamento di 400 euro di multa. 
Si è invece battuta per l'assoluzione del proprio assistito (d'ufficio) l'avvocato Elena Lucarelli, rilevando appunto le proprie perplessità circa le modalità di identificazione dei due soggetti e delle responsabilità addebitate loro. 
Il difensore ha poi chiesto - in caso di condanna - la concessione delle attenuanti, dal momento che la catenina (peraltro restituita alla vittima) presentava un valore economico modesto, di circa 60-70 euro. Una circostanza confermata durante la propria escussione dalla stessa parte offesa, che ne aveva evidenziato però il valore affettivo, ricordando appunto di aver subito riconosciuto i due soggetti, indicati poi agli operanti presenti al Festival per le incombenze del caso. 
Si torna in aula il prossimo martedì 22 ottobre per le eventuali repliche e la sentenza.
G.C.
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