Barzanò: con Bozzo incontro su storia e (rinascita) della comunità Lgbtqia+ in Italia

Per raccontare la presentazione che si è tenuta nella serata di giovedì 17 ottobre a Barzanò, dedicata al volume ''Le radici dell’orgoglio – Storia del movimento e della comunità LGBTQIA+ in Italia'' - scritto dall’autore televisivo e radiofonico Giorgio Umberto Bozzo - è necessario partire proprio dalle note finali della conferenza. 
''Io convivo con il mio compagno da parecchi anni e la strada per il riconoscimento dei diritti che la comunità ha percorso in questi anni è stata ricca di soddisfazioni. Se però mi chiedete, sei sereno? La risposta è no. Se non si sta attenti infatti, è un attimo che un diritto che sembrava acquisito ci venga poi negato'' ha detto l'ospite rivolgendosi al pubblico intervenuto presso Peregolibri, nell'interessante serata proposta in sinergia con l'associazione RIFUGIO e con il Comune. Barzan___Bozzo_4.JPG (131 KB)
L'autore Giorgio Umberto Bozzo con il sindaco Gualtiero Chiricò, Marta Perego e Antonella De Chiara

Una riflessione che evidenzia una volta di più quanto sia importante mettere ''nero su bianco'' la storia di una comunità che per secoli è stata emarginata e si è dovuta nascondere, e di cui peraltro fino a pochi anni fa in Italia non esisteva una memoria scritta. 
L'esperienza di Bozzo, classe 1963, alla scoperta delle radici della comunità LGBTQIA+ inizia dunque nel 1992, quando l’autore si trova negli Stati Uniti e qui si imbatte per caso in un volume scritto da un giornalista che aveva deciso di girare il Paese raccogliendo testimonianze dirette di soggetti che avevano contribuito alla lotta di emancipazione di persone omosessuali, lesbiche e transessuali. 
''Una volta tornato a Milano cercai disperatamente qualsiasi tipo di testo che mi potesse raccontare la storia del movimento in Italia, finché mi resi conto del fatto che non ci fosse una vera e propria memoria scritta da condividere'' ha spiegato l'altra sera. Consapevole dunque di questo ''vuoto'', Bozzo decide di colmarlo occupandosi in prima persona della raccolta di testimonianze, intervistando circa quattrocento persone. 
Barzan___Bozzo_2.JPG (135 KB)
''Dopo anni di ricerca, a partire dal 2021 sto cercando di divulgare questa memoria agli altri attraverso un podcast, sui social e ora con questo primo volume'' ha raccontato l'ospite. ''Comprendere come la mia comunità sia riuscita a far emergere quel sentimento di libertà che oggi ci permette di vivere al meglio la nostra esistenza è molto importante e credo sia fondamentale per tutti, in quanto rappresenta un pezzo considerevole della storia sociale italiana'' ha continuato. 
Dopo l’introduzione dunque, Bozzo si è occupato di raccontare al pubblico presente attraverso frammenti di giornali del secolo scorso il contenuto del suo primo volume, che ripercorre la storia della comunità dal 1960 al 1972, con riferimenti anche al dopo guerra. Proprio negli anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, infatti, le pagine dei giornali erano spesso e volentieri dedicate ai tanti omicidi che avvenivano nei luoghi marginali in cui gli omosessuali erano soliti ritrovarsi, proprio per ''nascondersi'' dalla società e continuare a portare avanti una sorta di doppia vita. Titoli grotteschi e assolutamente impensabili per il giorno d’oggi occupavano le pagine dei quotidiani più famosi del periodo e agli omosessuali venivano affibbiati epiteti come ''invertiti'' e ''anormali''. 
Barzan___Bozzo_3.JPG (76 KB)
Nel 1960, poi, avviene quella che l’autore Bozzo ha definito una ''emersione involontaria'' della comunità, in quanto una serie di scandali riempiono i grandi giornali, facendo parlare sempre di più degli omosessuali e portandoli dunque ''alla luce''. Tra gli altri, nel volume viene anche citato il celeberrimo caso dei Balletti verdi, un’inchiesta che vide un giro di ragazzi anche minorenni offrire le proprie grazie a persone dello stesso sesso in cambio di denaro. Proprio questo caso, di fatti, venne talmente ingigantito da accusare di aver approfittato di questo tipo di servizi decine e decine di persone del mondo dello spettacolo, in realtà completamente estranee ai fatti. 
Un altro celebre caso, invece, è quello che riguarda il rapimento e poi l’omicidio del 12enne Ermanno Lavorini, avvenuto nel gennaio del 1969. Per questo caso di cronaca infatti, vennero per settimane e settimane incolpati proprio gli omosessuali, in quanto un testimone diceva di aver visto il giovane nei pressi della pineta di Viareggio, uno di quei ''luoghi nascosti'' di cui si parlava prima. La comunità - nonostante se ne dimostrò poi l'assenza totale di responsabilità - venne messa alla berlina, tanto che due dei sospettati persero la vita nel corso delle indagini. 
Barzan___Bozzo.JPG (87 KB)
L'autore Bozzo ha inoltre ricordato come, sul finire degli anni Sessanta, l’aria stesse finalmente cambiando: tra istanze di rivendicazione di libertà e nuovi diritti, la società si stava agitando. Nel 1971, a Torino, verrà tra le altre cose fondata l’associazione Fuori! (acronimo di Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano), segno di quanto il nostro Paese si stesse avviando verso il cambiamento. 
Insomma, la serata di giovedì - proposta nell'ambito del programma denominata ''Barzanò città che legge'' portato avanti dal Comune, è stata un’interessante occasione per entrare in contatto (anche con simpatici aneddoti e ''risate amare'') con la storia della comunità LGBTQIA+.
Ora non resta che attendere la pubblicazione dei volumi successivi di Bozzo, che racconteranno dunque i restanti decenni. Quello al centro della serata barzanese è invece disponibile QUI
S.L.F.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.