Annone, Nameless: per il tentato furto di una collana, giovane condannato a dieci mesi
E' stato condannato alla pena di dieci mesi e venti giorni di reclusione il giovane classe 2002 ritenuto il responsabile di un tentativo di furto avvenuto nel 2022 al Nameless, il festival di musica elettronica in scena ad Annone, in località Poncia.
Qui una giovane spettatrice era stata derubata della collana che portava al collo. Accortasi praticamente subito dello ''strappo'' subito, la vittima lo aveva riferito alle forze dell'ordine, indicando il soggetto che secondo la sua versione, le si era avvicinato per rubarle il monile, passandolo poi ad un complice. Dopo aver chiesto ai responsabili dell'episodio la restituzione della collana, i due avevano preferito liberarsene, gettandola così a terra. La catenina era così tornata nella disponibilità della sua proprietaria.
I due, denunciati a piede libero, erano finiti a processo, con l'accusa appunto di tentato furto (aggravato dallo strappo) in concorso. Se uno degli imputati aveva preferito ricorrere ad un rito alternativo, il complice - un 22enne, M.M. le sue iniziali - è invece finito a dibattimento al cospetto del giudice in ruolo monocratico Bianca Maria Bianchi. L'istruttoria a questo proposito si era chiusa una settimana fa, con la richiesta di condanna - da parte del vpo Caterina Scarselli - a un anno e dieci mesi di reclusione, oltre al pagamento di 400 euro di multa.
Si era invece battuta per l'assoluzione del proprio assistito (d'ufficio) l'avvocato Elena Lucarelli, rilevando appunto le proprie perplessità circa le modalità di identificazione dei due soggetti e delle responsabilità addebitate loro.
Stamani dopo le repliche, la sentenza disposta dal giudice Bianchi che ha condannato (senza il beneficio della pena sospesa) il giovane di origine straniera - ma nato in Italia - a dieci mesi e venti giorni di reclusione, oltre al pagamento di una multa pari a 700 euro e delle spese legali.
Qui una giovane spettatrice era stata derubata della collana che portava al collo. Accortasi praticamente subito dello ''strappo'' subito, la vittima lo aveva riferito alle forze dell'ordine, indicando il soggetto che secondo la sua versione, le si era avvicinato per rubarle il monile, passandolo poi ad un complice. Dopo aver chiesto ai responsabili dell'episodio la restituzione della collana, i due avevano preferito liberarsene, gettandola così a terra. La catenina era così tornata nella disponibilità della sua proprietaria.
I due, denunciati a piede libero, erano finiti a processo, con l'accusa appunto di tentato furto (aggravato dallo strappo) in concorso. Se uno degli imputati aveva preferito ricorrere ad un rito alternativo, il complice - un 22enne, M.M. le sue iniziali - è invece finito a dibattimento al cospetto del giudice in ruolo monocratico Bianca Maria Bianchi. L'istruttoria a questo proposito si era chiusa una settimana fa, con la richiesta di condanna - da parte del vpo Caterina Scarselli - a un anno e dieci mesi di reclusione, oltre al pagamento di 400 euro di multa.
Si era invece battuta per l'assoluzione del proprio assistito (d'ufficio) l'avvocato Elena Lucarelli, rilevando appunto le proprie perplessità circa le modalità di identificazione dei due soggetti e delle responsabilità addebitate loro.
Stamani dopo le repliche, la sentenza disposta dal giudice Bianchi che ha condannato (senza il beneficio della pena sospesa) il giovane di origine straniera - ma nato in Italia - a dieci mesi e venti giorni di reclusione, oltre al pagamento di una multa pari a 700 euro e delle spese legali.
G.C.