Sul Mandic forse occorrerebbe più determinazione e progettualità
Cortese Direttore
mi sono appena imbattuto nel significativo e direi preoccupante dato sul sempre più ridotto tasso di natalità Italiano: 6,4 nascite su ogni mille residenti nel 2023!
Mi è venuto automatico, visto che da tempo ne seguo appassionatamente le sorti pur risiedendo in zone limitrofe (ma assumendolo a misuratore di una possibile inversione del conclamato impoverimento della Sanità pubblica), accostarlo a quanto è successo al Mandic con la chiusura del Punto Nascite dettato apparentemente dal non rispetto del famigerato livello dei 500 parti.
Pur stando solo (quanto mai erronea in questo caso) alla pura e fredda logica dei numeri, facendo un semplice e pur approssimativo calcolo rapportando il tasso sopraindicato (lei mi correggerà se sbaglio di molto) con la popolazione che afferisce al bacino meratese (130.000 residenti) la quantità delle nascite dovrebbe essere di 832 (130 x 6,4) .
Anche se ovviamente bisognerebbe applicare invece che 6,4 l'effettivo tasso di nascita del meratese immagino che la cifra non dovrebbe scostarsi di molto da quell'ordine di grandezza.
Quindi e senza allungarmi di molto sarebbe perlomeno approssimativamente dimostrato che i margini, almeno potenziali, per evitare la chiusura ci sarebbero potuti essere.
Ma allora perché in particolare gli Amministratori del Territorio non hanno assunto un atteggiamento più drastico nei confronti delle scelte che pur venivano avanti da parte del nuovo dg dell'Asst di Lecco, pur apparentemente animato da buone intenzioni?
Allora avevo ripetutamente segnalato anche su questo prezioso network, che si è sempre contraddistinto per una difesa tutt'altro che di facciata e per un rilancio effettivo del nosocomio, una serie di considerazioni pratico/strategiche di come si sarebbe potuto arginare concretamente questa soppressiva scelta, inizialmente dipinta “classicamente”come provvisoria.
https://www.merateonline.it/notizie/139168/mandic-il-vizio-della-memoria
https://www.casateonline.it/notizie/145102/mandic-il-vizio-della-memoria
Certo, nessuna pretesa di insegnare niente a nessuno, soprattutto nei confronti delle forze locali che finalmente hanno imboccato la strada dello svolgimento di un ruolo concretamente attivo uscendo dal linguaggio politichese e ponendo in essere ad esempio parametri dettagliati su cui miratamente misurare la congruità dei cambiamenti concreti.
Al contempo sommessamente suggerirei loro di non farsi risucchiare dalle sole tesi giustificative di ulteriori strategie restrittive ma di avanzare reali controproposte operative e “progetti” alternativi percorribili che possano consentire quantomeno di evidenziare, se ci fosse, il grado di strumentalità di tali riduttive scelte. O, all'inverso , se accettabili anche perché compensate da altre reali attività oggettivamente prestigiose, appoggiarle apertamente. Quindi piuttosto che dover subire nei fatti le scelte ed inseguire sempre gli eventi negativi e poi opporsi sarebbe, semmai prevedendo anticipatamente i possibili tagli, più proficuo “attrezzarsi” per tempo con proposte alternative mirate e mettendo a frutto le “competenze” acquisite in anni “d'inseguimento sul campo”.
Certo un atteggiamento così caratterizzato ( in sintesi non un “gioco di rimessa” si direbbe in gergo calcistico) non sarebbe una novità assoluta ma è proprio nel praticarlo sistematicamente che forse potrebbero aumentare le possibilità di riuscita.
O no?
mi sono appena imbattuto nel significativo e direi preoccupante dato sul sempre più ridotto tasso di natalità Italiano: 6,4 nascite su ogni mille residenti nel 2023!
Mi è venuto automatico, visto che da tempo ne seguo appassionatamente le sorti pur risiedendo in zone limitrofe (ma assumendolo a misuratore di una possibile inversione del conclamato impoverimento della Sanità pubblica), accostarlo a quanto è successo al Mandic con la chiusura del Punto Nascite dettato apparentemente dal non rispetto del famigerato livello dei 500 parti.
Pur stando solo (quanto mai erronea in questo caso) alla pura e fredda logica dei numeri, facendo un semplice e pur approssimativo calcolo rapportando il tasso sopraindicato (lei mi correggerà se sbaglio di molto) con la popolazione che afferisce al bacino meratese (130.000 residenti) la quantità delle nascite dovrebbe essere di 832 (130 x 6,4) .
Anche se ovviamente bisognerebbe applicare invece che 6,4 l'effettivo tasso di nascita del meratese immagino che la cifra non dovrebbe scostarsi di molto da quell'ordine di grandezza.
Quindi e senza allungarmi di molto sarebbe perlomeno approssimativamente dimostrato che i margini, almeno potenziali, per evitare la chiusura ci sarebbero potuti essere.
Ma allora perché in particolare gli Amministratori del Territorio non hanno assunto un atteggiamento più drastico nei confronti delle scelte che pur venivano avanti da parte del nuovo dg dell'Asst di Lecco, pur apparentemente animato da buone intenzioni?
Allora avevo ripetutamente segnalato anche su questo prezioso network, che si è sempre contraddistinto per una difesa tutt'altro che di facciata e per un rilancio effettivo del nosocomio, una serie di considerazioni pratico/strategiche di come si sarebbe potuto arginare concretamente questa soppressiva scelta, inizialmente dipinta “classicamente”come provvisoria.
https://www.merateonline.it/notizie/139168/mandic-il-vizio-della-memoria
https://www.casateonline.it/notizie/145102/mandic-il-vizio-della-memoria
Certo, nessuna pretesa di insegnare niente a nessuno, soprattutto nei confronti delle forze locali che finalmente hanno imboccato la strada dello svolgimento di un ruolo concretamente attivo uscendo dal linguaggio politichese e ponendo in essere ad esempio parametri dettagliati su cui miratamente misurare la congruità dei cambiamenti concreti.
Al contempo sommessamente suggerirei loro di non farsi risucchiare dalle sole tesi giustificative di ulteriori strategie restrittive ma di avanzare reali controproposte operative e “progetti” alternativi percorribili che possano consentire quantomeno di evidenziare, se ci fosse, il grado di strumentalità di tali riduttive scelte. O, all'inverso , se accettabili anche perché compensate da altre reali attività oggettivamente prestigiose, appoggiarle apertamente. Quindi piuttosto che dover subire nei fatti le scelte ed inseguire sempre gli eventi negativi e poi opporsi sarebbe, semmai prevedendo anticipatamente i possibili tagli, più proficuo “attrezzarsi” per tempo con proposte alternative mirate e mettendo a frutto le “competenze” acquisite in anni “d'inseguimento sul campo”.
Certo un atteggiamento così caratterizzato ( in sintesi non un “gioco di rimessa” si direbbe in gergo calcistico) non sarebbe una novità assoluta ma è proprio nel praticarlo sistematicamente che forse potrebbero aumentare le possibilità di riuscita.
O no?
Germano Bosisio