Cassago: in oratorio la Cena del Povero con i racconti dalle missioni
L’oratorio di Cassago ha ospitato nella serata di venerdì la Cena del Povero, giunta ormai alla quindicesima edizione; un'iniziativa promossa dal gruppo missionario insieme alla parrocchia e ai volontari dell’oratorio.
In un’atmosfera di riflessione e condivisione l’evento ha preso il via con il ricordo due figure ispiratrici: San Giuseppe Allamano - fondatore della Consolata - e Madre Erminia Cazzaniga, missionaria sirtorese assassinata in Timor Est. Di entrambi sono stati evidenziati la dedizione e lo spirito di servizio verso gli altri. L'incontro ha spinto i presenti a riflettere sul significato di un ''banchetto per tutte le genti'': un tavolo comune, un momento di unione e di apertura, che abbraccia persone di ogni condizione e provenienza.
Durante la cena è stato proiettato un videomessaggio da parte di don Adriano Valagussa, ex parroco di Cassago ora missionario a Cuba. Nelle sue parole risuonava il tema missionario ''Andate e invitate tutti al banchetto'' e un richiamo alla missione di inclusione e speranza, anche in tempi difficili. Nel suo messaggio, il sacerdote ha ricordato la drammatica situazione che sta vivendo, in un paese segnato da blocchi e restrizioni e da un silenzio surreale per le strade. Eppure, anche in queste realtà, ha spiegato, esiste un ''banchetto'' al quale tutti sono invitati, e al quale possiamo partecipare con un impegno concreto, fatto di condivisione e presenza.
''Il cuore dell’incontro è stato dedicato all’importanza dell’essere presenti e del condividere, concetti centrali della vita cristiana e del servizio missionario. La comunità cristiana, nonostante le difficoltà, cerca di essere una presenza concreta, offrendo aiuto in molti modi'' hanno spiegato gli organizzatori della serata, ringraziando tutti i presenti per la partecipazione.
Come ogni anno il ricavato della cena verrà devoluto ai gruppi missionari del territorio, in particolare l'Operazione Mato Grosso ed ai volontari di Cassago chiama Chernobyl.
''Essere comunità significa proprio questo: esserci, condividere e guardare negli occhi l’altro'' hanno detto gli organizzatori, raccogliendo testimonianze provenienti da tutto il mondo, un filo di solidarietà che lega Cassago a realtà lontane come il Malawi, l’Amazzonia e il Perù. In Malawi, ad esempio, un volontario ha raccontato il supporto rivolto alle famiglie più fragili, con la distribuzione di grano alle persone anziane e a chi non può lavorare, e la ristrutturazione di scuole per l’infanzia. Anche in Amazzonia, il lavoro missionario è orientato all’accoglienza e al ''chinarsi'' per colmare le distanze, con uno sguardo di speranza e amore. In Perù, le missioni dell’Operazione Mato Grosso si occupano di numerosi progetti: educazione, sostegno agli ospedali, assistenza per disabili e anziani, costruzione di case, riforestazione e infrastrutture per le comunità locali. I volontari, in particolare, sono giovani che si dedicano gratuitamente a svolgere diversi lavori in Italia, devolvendo il ricavato alle missioni attive in tutto il mondo. Il loro lavoro è il ''cuore pulsante'' di queste iniziative, con una forte ispirazione legata alla montagna, alla fatica e alla generosità senza riserve. I volontari si autofinanziano le proprie missioni per contribuire attivamente senza pesare in alcun mondo sulle raccolte fondi, devolute quindi interamente alle missioni.
Davide Burini ed Elisabetta Crippa, presenti alla serata, hanno raccontato la loro esperienza con l’operazione Mato Grosso. Elisabetta gestisce già un rifugio in Valle d’Aosta ed opera all’interno dell’associazione ormai da tantissimi anni. Quest’anno, con il compagno Davide, ha deciso di recarsi sulle Ande in Perù, supportando i volontari locali all’interno di una struttura che offre formazione alle guide andine e genera lavoro per la comunità locale. ''Essere lì non è solo lavorare per una struttura, ma è incontrare le persone che arrivano, accoglierle e condividere'' ha raccontato Davide. Elisabetta ha poi aggiunto: ''È un’esperienza che ci arricchisce e che ci insegna quanto ogni piccolo gesto conti. Ci siamo resi conto con i nostri occhi come anche mezzi limitati, se uniti a grande impegno, possano fare la differenza'' hanno spiegato, raccontando l’importanza di fare rete ed unirsi in un gesto collettivo.
La serata ha accolto anche la testimonianza dei volontari dell’associazione ''Cassago chiama Chernobyl'' rappresentata da Armando Crippa, che da anni si impegnano a raccogliere fondi e ospitare per le vacanze bambini e ragazzi provenienti dalle zone colpite dall’incidente nucleare. ''Questo progetto è parte di un ideale di accoglienza e di apertura che si riallaccia al tema della Cena del Povero. Anche alla luce dei tristi recenti avvenimenti, realtà come queste compiono un lavoro importantissimo'' hanno aggiunto i volontari.
In un’atmosfera di riflessione e condivisione l’evento ha preso il via con il ricordo due figure ispiratrici: San Giuseppe Allamano - fondatore della Consolata - e Madre Erminia Cazzaniga, missionaria sirtorese assassinata in Timor Est. Di entrambi sono stati evidenziati la dedizione e lo spirito di servizio verso gli altri. L'incontro ha spinto i presenti a riflettere sul significato di un ''banchetto per tutte le genti'': un tavolo comune, un momento di unione e di apertura, che abbraccia persone di ogni condizione e provenienza.
Durante la cena è stato proiettato un videomessaggio da parte di don Adriano Valagussa, ex parroco di Cassago ora missionario a Cuba. Nelle sue parole risuonava il tema missionario ''Andate e invitate tutti al banchetto'' e un richiamo alla missione di inclusione e speranza, anche in tempi difficili. Nel suo messaggio, il sacerdote ha ricordato la drammatica situazione che sta vivendo, in un paese segnato da blocchi e restrizioni e da un silenzio surreale per le strade. Eppure, anche in queste realtà, ha spiegato, esiste un ''banchetto'' al quale tutti sono invitati, e al quale possiamo partecipare con un impegno concreto, fatto di condivisione e presenza.
''Il cuore dell’incontro è stato dedicato all’importanza dell’essere presenti e del condividere, concetti centrali della vita cristiana e del servizio missionario. La comunità cristiana, nonostante le difficoltà, cerca di essere una presenza concreta, offrendo aiuto in molti modi'' hanno spiegato gli organizzatori della serata, ringraziando tutti i presenti per la partecipazione.
Come ogni anno il ricavato della cena verrà devoluto ai gruppi missionari del territorio, in particolare l'Operazione Mato Grosso ed ai volontari di Cassago chiama Chernobyl.
''Essere comunità significa proprio questo: esserci, condividere e guardare negli occhi l’altro'' hanno detto gli organizzatori, raccogliendo testimonianze provenienti da tutto il mondo, un filo di solidarietà che lega Cassago a realtà lontane come il Malawi, l’Amazzonia e il Perù. In Malawi, ad esempio, un volontario ha raccontato il supporto rivolto alle famiglie più fragili, con la distribuzione di grano alle persone anziane e a chi non può lavorare, e la ristrutturazione di scuole per l’infanzia. Anche in Amazzonia, il lavoro missionario è orientato all’accoglienza e al ''chinarsi'' per colmare le distanze, con uno sguardo di speranza e amore. In Perù, le missioni dell’Operazione Mato Grosso si occupano di numerosi progetti: educazione, sostegno agli ospedali, assistenza per disabili e anziani, costruzione di case, riforestazione e infrastrutture per le comunità locali. I volontari, in particolare, sono giovani che si dedicano gratuitamente a svolgere diversi lavori in Italia, devolvendo il ricavato alle missioni attive in tutto il mondo. Il loro lavoro è il ''cuore pulsante'' di queste iniziative, con una forte ispirazione legata alla montagna, alla fatica e alla generosità senza riserve. I volontari si autofinanziano le proprie missioni per contribuire attivamente senza pesare in alcun mondo sulle raccolte fondi, devolute quindi interamente alle missioni.
Davide Burini ed Elisabetta Crippa, presenti alla serata, hanno raccontato la loro esperienza con l’operazione Mato Grosso. Elisabetta gestisce già un rifugio in Valle d’Aosta ed opera all’interno dell’associazione ormai da tantissimi anni. Quest’anno, con il compagno Davide, ha deciso di recarsi sulle Ande in Perù, supportando i volontari locali all’interno di una struttura che offre formazione alle guide andine e genera lavoro per la comunità locale. ''Essere lì non è solo lavorare per una struttura, ma è incontrare le persone che arrivano, accoglierle e condividere'' ha raccontato Davide. Elisabetta ha poi aggiunto: ''È un’esperienza che ci arricchisce e che ci insegna quanto ogni piccolo gesto conti. Ci siamo resi conto con i nostri occhi come anche mezzi limitati, se uniti a grande impegno, possano fare la differenza'' hanno spiegato, raccontando l’importanza di fare rete ed unirsi in un gesto collettivo.
La serata ha accolto anche la testimonianza dei volontari dell’associazione ''Cassago chiama Chernobyl'' rappresentata da Armando Crippa, che da anni si impegnano a raccogliere fondi e ospitare per le vacanze bambini e ragazzi provenienti dalle zone colpite dall’incidente nucleare. ''Questo progetto è parte di un ideale di accoglienza e di apertura che si riallaccia al tema della Cena del Povero. Anche alla luce dei tristi recenti avvenimenti, realtà come queste compiono un lavoro importantissimo'' hanno aggiunto i volontari.
Sa.A.