''Gruppo Uniti per le Donne'' in campo a Lecco
Non è passata inosservata l’iniziativa di Patrizia Boninsegni, attivatasi di recente a favore della lotta contro la violenza sulle donne. In occasione della tradizionale Camminata Manzoniana, promossa dal Comune di Lecco, la volontaria calolziese, ma particolarmente nota anche a Oggiono e dintorni, vi ha partecipato con il ''Gruppo Uniti per le Donne''. Un'iniziativa resa possibile grazie anche alla collaborazione tra diverse associazioni del territorio, tra cui la Polisportiva Monte Marenzo, area sociale, e a ''Rifiorire Insieme''.
''Già l’anno precedente, per ricordare Giulia Cecchettin- ci ha spiegato Angelo Fontana, presidente della Polisportiva Monte Marenzo - avevamo portato un piccolo gesto, che si è realizzato nel dono di un albero, collocato vicino al monumento di Telethon, come monito contro la violenza di genere. Per questo motivo, desideravamo partecipare nuovamente a un evento che ricordasse questo messaggio fondamentale. Anche il titolo pensato per la camminata lecchese richiama proprio questa nostra intenzione''.
''Era da due o tre anni che avevo in programma questo progetto ma, per mancanza di sostegni giusti e di forza da parte mia, non ci ero ancora riuscita'' ha dichiarato Patrizia Boninsegni. ''La motivazione che mi ha spinto a realizzare questo gruppo è stato il pensiero rivolto alle migliaia di donne e ragazze che vivono questo incubo. E' giusto dare voce a questa violenza, sia in Italia sia nel mondo. Sono poi riuscita a concretizzare tutto grazie all’appoggio di amici e associazioni, con l’obiettivo di piantare un piccolo semino e coltivarlo. Inoltre, sono contenta che questa occasione abbia dato il coraggio a molte persone, anche tra le mie conoscenze, di aprirsi riguardo a situazioni che, se sempre più spesso, si leggono sulla stampa''.
Al momento della partenza, a tutti gli iscritti è stata consegnata una bandana rossa come segno concreto distintivo, simbolo dell’amore e della violenza. ''Molte persone - ha proseguito l’organizzatrice - mi hanno già detto che vorrebbero partecipare anche a una prossima edizione: infatti, in generale, non mi aspettavo di ricevere un affetto caloroso e una risposta così positiva. Anche questo riscontro mi sta motivando a presentare nuovamente questa idea; nell’attesa, continuo ad assistere, a titolo personale, a manifestazioni che denunciano questa causa. Ciò che, a mio parere, manca in questa generazione è il dialogo e lo scambio che permette un confronto aperto e sincero, sia in giovani sia in adulti''.
Riguardo a questo aspetto, si batte anche l'associazione ''Rifiorire Insieme'', attraverso sportelli psicologici e altre attività proposte per accompagnare le donne in un percorso riabilitativo.
''Io lavoro nell’ospedale San Carlo Borromeo a Milano - ci ha raccontato la dottoressa Parvaneh Hassibi, ginecologa e presidente dell'associazione - dove è aperto un servizio antiviolenza, dedicato alle donne. Personalmente mi sono sempre impegnata in questo servizio, al punto di fondare un’associazione per poter fornire un aiuto maggiore. Abbiamo cercato di impegnarci anche in diverse occasioni sociali e culturali, per promuovere sia questo tema sia la nostra realtà. Siamo riusciti a raggiungere traguardi significativi e la promozione di alcuni corsi, come quelli di musicoterapia, di autostima e di altro genere. Per questa ragione abbiamo voluto aderire e dare supporto alla proposta di Patrizia, che ci ha dato la possibilità di conoscere altri gruppi che si impegnano in questa causa''.
''Già l’anno precedente, per ricordare Giulia Cecchettin- ci ha spiegato Angelo Fontana, presidente della Polisportiva Monte Marenzo - avevamo portato un piccolo gesto, che si è realizzato nel dono di un albero, collocato vicino al monumento di Telethon, come monito contro la violenza di genere. Per questo motivo, desideravamo partecipare nuovamente a un evento che ricordasse questo messaggio fondamentale. Anche il titolo pensato per la camminata lecchese richiama proprio questa nostra intenzione''.
''Era da due o tre anni che avevo in programma questo progetto ma, per mancanza di sostegni giusti e di forza da parte mia, non ci ero ancora riuscita'' ha dichiarato Patrizia Boninsegni. ''La motivazione che mi ha spinto a realizzare questo gruppo è stato il pensiero rivolto alle migliaia di donne e ragazze che vivono questo incubo. E' giusto dare voce a questa violenza, sia in Italia sia nel mondo. Sono poi riuscita a concretizzare tutto grazie all’appoggio di amici e associazioni, con l’obiettivo di piantare un piccolo semino e coltivarlo. Inoltre, sono contenta che questa occasione abbia dato il coraggio a molte persone, anche tra le mie conoscenze, di aprirsi riguardo a situazioni che, se sempre più spesso, si leggono sulla stampa''.
Al momento della partenza, a tutti gli iscritti è stata consegnata una bandana rossa come segno concreto distintivo, simbolo dell’amore e della violenza. ''Molte persone - ha proseguito l’organizzatrice - mi hanno già detto che vorrebbero partecipare anche a una prossima edizione: infatti, in generale, non mi aspettavo di ricevere un affetto caloroso e una risposta così positiva. Anche questo riscontro mi sta motivando a presentare nuovamente questa idea; nell’attesa, continuo ad assistere, a titolo personale, a manifestazioni che denunciano questa causa. Ciò che, a mio parere, manca in questa generazione è il dialogo e lo scambio che permette un confronto aperto e sincero, sia in giovani sia in adulti''.
Riguardo a questo aspetto, si batte anche l'associazione ''Rifiorire Insieme'', attraverso sportelli psicologici e altre attività proposte per accompagnare le donne in un percorso riabilitativo.
''Io lavoro nell’ospedale San Carlo Borromeo a Milano - ci ha raccontato la dottoressa Parvaneh Hassibi, ginecologa e presidente dell'associazione - dove è aperto un servizio antiviolenza, dedicato alle donne. Personalmente mi sono sempre impegnata in questo servizio, al punto di fondare un’associazione per poter fornire un aiuto maggiore. Abbiamo cercato di impegnarci anche in diverse occasioni sociali e culturali, per promuovere sia questo tema sia la nostra realtà. Siamo riusciti a raggiungere traguardi significativi e la promozione di alcuni corsi, come quelli di musicoterapia, di autostima e di altro genere. Per questa ragione abbiamo voluto aderire e dare supporto alla proposta di Patrizia, che ci ha dato la possibilità di conoscere altri gruppi che si impegnano in questa causa''.
V.I.