Oggionese: ventenne in Tribunale per 'maltrattamenti' a casa. Chiesta una pena di 4 anni
Quattro persone in un appartamento di 80 metri quadri, tre delle quali con problemi di alcolismo. La quarta, la mamma dell'imputato, desiderosa soltanto di strappare quantomeno il figlio più piccolo da tale situazione, facendolo curare in comunità, anche al costo di denunciarlo per centrare tale obiettivo.
E' in questo contesto, nella ricostruzione - tratta dagli atti d'indagine, con tutta la documentazione prodotta al fascicolo, rinunciando all'audizione dei testimoni già ammessi - dell'avvocato Simona Crippa, difensore del ragazzo, che vanno contestualizzate le (pesanti) accuse mosse a un ventenne, di origini straniere pur essendo nato in Italia, ad oggi in carcere proprio per questa vicenda approdata in mattinata all'attenzione del collegio giudicante del tribunale di Lecco e pronto ad intraprendere, non appena arriverà a definizione l'iter, un percorso di una struttura terapeutica.
Tradotto dalla polizia penitenziaria, il giovanotto ha assistito personalmente alla requisitoria del PM Chiara Di Francesco, quest'oggi in Aula in sostituzione di altra collega titolare del fascicolo. La pubblica accusa, ritenendo provate le accuse mosse all'imputato, ha chiesto per lo stesso una pena pari a 4 anni. Maltrattamenti in famiglia, tentata estorsione, lesioni e danneggiamento i reati ascritti al ragazzo, da mandare però assolto secondo l'avvocato Crippa che, analiticamente, ha tentato di smontare, pezzo per pezzo, il castello accusatorio, partendo per l'appunto dal contesto, indicando nell'abuso di alcol, da parte non solo del suo assistito ma anche del padre e del fratello maggiore, la miccia che, in più occasioni, ha portato ad alterchi che hanno richiesto l'intervento, presso l'abitazione di famiglia, nell'oggionese, dei Carabinieri.
Il processo è stato ora aggiornato, per repliche, al 12 dicembre, quando è attesa anche la sentenza.
E' in questo contesto, nella ricostruzione - tratta dagli atti d'indagine, con tutta la documentazione prodotta al fascicolo, rinunciando all'audizione dei testimoni già ammessi - dell'avvocato Simona Crippa, difensore del ragazzo, che vanno contestualizzate le (pesanti) accuse mosse a un ventenne, di origini straniere pur essendo nato in Italia, ad oggi in carcere proprio per questa vicenda approdata in mattinata all'attenzione del collegio giudicante del tribunale di Lecco e pronto ad intraprendere, non appena arriverà a definizione l'iter, un percorso di una struttura terapeutica.
Tradotto dalla polizia penitenziaria, il giovanotto ha assistito personalmente alla requisitoria del PM Chiara Di Francesco, quest'oggi in Aula in sostituzione di altra collega titolare del fascicolo. La pubblica accusa, ritenendo provate le accuse mosse all'imputato, ha chiesto per lo stesso una pena pari a 4 anni. Maltrattamenti in famiglia, tentata estorsione, lesioni e danneggiamento i reati ascritti al ragazzo, da mandare però assolto secondo l'avvocato Crippa che, analiticamente, ha tentato di smontare, pezzo per pezzo, il castello accusatorio, partendo per l'appunto dal contesto, indicando nell'abuso di alcol, da parte non solo del suo assistito ma anche del padre e del fratello maggiore, la miccia che, in più occasioni, ha portato ad alterchi che hanno richiesto l'intervento, presso l'abitazione di famiglia, nell'oggionese, dei Carabinieri.
Il processo è stato ora aggiornato, per repliche, al 12 dicembre, quando è attesa anche la sentenza.
A.M.