Annone, 4 Novembre: il ricordo dei Caduti e il ripudio di ogni guerra
La giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate ad Annone Brianza è stata celebrata domenica 3 novembre. Al mattino si è tenuta l’adunata presso la sede degli Alpini e, al termine della messa, spazio al corteo sino al monumento ai Caduti con la posa della corona di alloro, la commemorazione e il discorso del sindaco Luca Marsigli.
Sono stati anzitutto ricordati due passaggi storici: l’armistizio di Villa Giusti, l’atto del 1918 che segnò non solo la fine della Prima guerra mondiale e la comunicazione del generale Armando Diaz, comandante delle forze armate italiane, il quale annunciò tramite bollettino, la fine del conflitto e la vittoria del popolo italiano. ''La ricorrenza che oggi viviamo non può che ricordarci, anche a distanza di tempo, il compimento e l’idea risorgimentale dell’unità nazionale'' ha affermato il primo cittadino.
''Oggi ricordiamo e onoriamo anche i caduti di tutte le guerre. Ogni caduto racconta un frammento della sua storia ma anche una parte della nostra storia di popolo e di nazione: donne e uomini che non hanno avuto la possibilità di vivere il loro futuro che avevano programmato e desiderato come invece lo stiamo vivendo noi in pace e libertà. La storia d’Italia, anche quella di oggi, è il frutto di quelle sofferenze e continuerà ad avere valore se ne faremo memoria soprattutto con i più giovani, ricordando loro di chi si è speso anche per la loro libertà''.
Un futuro di pace proclamato ed evidenziato nel processo di fondazione dell’Unione Europea. ''Oggi possiamo però mettere un punto fermo del loro sentire e metterlo nella consapevolezza di quanto possa essere terribile la guerra, ogni tipo di guerra, anche quelle lontane che ci combattono in ogni parte del mondo. Questo nostro sentire comune si è radicato nella costituzione dell’Europa, formata da unità di popoli che ripudiano le guerre e che hanno dato avvio a un percorso comune che porti concordia e solidarietà tra le nazioni affinché si possa usare solo e sempre la parola pace''.
''Questa costruzione, iniziata parecchi anni fa e sempre in divenire, ha avuto tra ideatori e fondatori proprio le generazioni che hanno visto e subito i due conflitti mondiali'' ha proseguito Marsigli. ''Oggi ormai siamo abituati alla parola pace, consapevoli che il cammino democratico, con quello delle istituzioni europee, sia stato in questi anni il baluardo della sua difesa. Purtroppo lo sappiamo tutti non è così''.
Il sindaco ha ricordato le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale ha affermato che il mondo è cambiato in peggio, non tanto a causa della pandemia, quanto ''per gli sciagurati comportamenti umani'' che si sono esplicitati con l’apertura dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente. ''Sono scenari preoccupanti dove la parola pace, che noi italiani ed europei conosciamo bene, deve essere gridata a gran voce e ascoltata da tutti'' ha detto Marsigli, ricordando anche le Forze Armate.
''La carta costituzionale assegnò loro il compito di difendere il nostro paese e di curarne gli interessi. Allo stesso tempo, l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Il nostro pensiero e ringraziamento deve quindi andare a tutti i militari italiani che, impegnati sotto l’egida dell’ONU, garantiscono il presidio di sicurezza alle popolazioni colpite dalle guerre. Confidiamo che i valori costituzionali che permeano fin dal profondo la nostra repubblica, possano continuare a garantirci pace, libertà e nel contempo siano da sprono verso gli altri affinché cessino i conflitti tra i popoli. Viva l’Italia unita, solidale e democratica. Viva l’Europa e viva le forze armate''.
Sono stati anzitutto ricordati due passaggi storici: l’armistizio di Villa Giusti, l’atto del 1918 che segnò non solo la fine della Prima guerra mondiale e la comunicazione del generale Armando Diaz, comandante delle forze armate italiane, il quale annunciò tramite bollettino, la fine del conflitto e la vittoria del popolo italiano. ''La ricorrenza che oggi viviamo non può che ricordarci, anche a distanza di tempo, il compimento e l’idea risorgimentale dell’unità nazionale'' ha affermato il primo cittadino.
''Oggi ricordiamo e onoriamo anche i caduti di tutte le guerre. Ogni caduto racconta un frammento della sua storia ma anche una parte della nostra storia di popolo e di nazione: donne e uomini che non hanno avuto la possibilità di vivere il loro futuro che avevano programmato e desiderato come invece lo stiamo vivendo noi in pace e libertà. La storia d’Italia, anche quella di oggi, è il frutto di quelle sofferenze e continuerà ad avere valore se ne faremo memoria soprattutto con i più giovani, ricordando loro di chi si è speso anche per la loro libertà''.
Un futuro di pace proclamato ed evidenziato nel processo di fondazione dell’Unione Europea. ''Oggi possiamo però mettere un punto fermo del loro sentire e metterlo nella consapevolezza di quanto possa essere terribile la guerra, ogni tipo di guerra, anche quelle lontane che ci combattono in ogni parte del mondo. Questo nostro sentire comune si è radicato nella costituzione dell’Europa, formata da unità di popoli che ripudiano le guerre e che hanno dato avvio a un percorso comune che porti concordia e solidarietà tra le nazioni affinché si possa usare solo e sempre la parola pace''.
''Questa costruzione, iniziata parecchi anni fa e sempre in divenire, ha avuto tra ideatori e fondatori proprio le generazioni che hanno visto e subito i due conflitti mondiali'' ha proseguito Marsigli. ''Oggi ormai siamo abituati alla parola pace, consapevoli che il cammino democratico, con quello delle istituzioni europee, sia stato in questi anni il baluardo della sua difesa. Purtroppo lo sappiamo tutti non è così''.
Il sindaco ha ricordato le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale ha affermato che il mondo è cambiato in peggio, non tanto a causa della pandemia, quanto ''per gli sciagurati comportamenti umani'' che si sono esplicitati con l’apertura dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente. ''Sono scenari preoccupanti dove la parola pace, che noi italiani ed europei conosciamo bene, deve essere gridata a gran voce e ascoltata da tutti'' ha detto Marsigli, ricordando anche le Forze Armate.
''La carta costituzionale assegnò loro il compito di difendere il nostro paese e di curarne gli interessi. Allo stesso tempo, l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Il nostro pensiero e ringraziamento deve quindi andare a tutti i militari italiani che, impegnati sotto l’egida dell’ONU, garantiscono il presidio di sicurezza alle popolazioni colpite dalle guerre. Confidiamo che i valori costituzionali che permeano fin dal profondo la nostra repubblica, possano continuare a garantirci pace, libertà e nel contempo siano da sprono verso gli altri affinché cessino i conflitti tra i popoli. Viva l’Italia unita, solidale e democratica. Viva l’Europa e viva le forze armate''.