Sirone: per il 4 Novembre il corteo con gli alunni della Primaria

Un richiamo ai valori di pace, giustizia, libertà e democrazia. Si è tenuta nel pomeriggio odierno a Sirone la cerimonia dell’Unità nazionale e delle forze armate che ricorre il 4 novembre, data in cui si ricorda la firma dell’armistizio di Villa Giusti, l’atto del 1918 che segnò non solo la fine della Prima guerra mondiale ma anche il compimento del processo di unificazione nazionale avviato durante il Risorgimento.
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Il partecipato corteo è partito dalla chiesa parrocchiale di San Carlo: oltre al sindaco Emanuele De Capitani e agli amministratori comunali, erano presenti gli Alpini, la Protezione civile, la Polizia locale, i bambini di quinta della Scuola primaria con l’insegnante, il parroco don Gianluigi Rusconi, il Corpo musicale e numerosi cittadini. 
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Al monumento dei caduti si sono tenuti l’alzabandiera e la chiamata "in presenza" dei soldati sironesi caduti, un momento che suscita sempre particolare coinvolgimento da parte dei presenti. Gli alunni hanno preso la parola portando le riflessioni fatte in classe e portando le testimonianze di coloro che hanno vissuto la guerra, prima di recitare due poesie di Giuseppe Ungaretti. 
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Il sindaco Emanuele De Capitani, nel suo discorso, si è ispirato alle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha parlato delle imprese delle forze armate che “hanno contribuito a fare dell’Italia una Nazione indipendente, libera, ispirata a valori democratici e di pace” e del percorso che, dal Risorgimento, "ha portato alla scelta della solidarietà europea e atlantica, costruendo un Paese coeso, unito e portatore di valori di pace nella comunità internazionale”.
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Partendo da questo pensiero, il primo cittadino ha ritenuto “inevitabile pensare come i nostri caduti, chiamati all'appello pochi minuti fa, abbiano contribuito alla realizzazione di quanto descritto, attraverso il tragico sacrificio delle loro vite. E allora, il trovarci qui oggi, davanti a questo monumento, non può che essere di ispirazione per tutti noi a perseguire sempre la pace e la giustizia".
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"Termini, questi, che nel momento storico attuale, purtroppo, rappresentano un’utopia per milioni di persone nel mondo" ha aggiunto. "La nostra presenza qui deve essere un’espressione di rispetto per tutti coloro che, chiamati al loro dovere, si sono sacrificati per la nostra libertà, deve essere un ringraziamento al coraggio e alla forza di volontà dimostrata da chi ha donato alla patria la propria vita per rendere tangibili quei valori e quegli ideali che ci permettono oggi di vivere in un Paese democratico, altra utopia per tanti”.
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Il primo cittadino ha poi proseguito ricordando alcuni valori che devono essere faro e guidare la nostra azione quotidiana: “Pace, giustizia, libertà e democrazia. E rispetto, accoglienza, condivisione, uguaglianza e tolleranza. Sono parole che rappresentano ideali, attitudini, atteggiamenti che noi possiamo e dobbiamo praticare quotidianamente, che possiamo e dobbiamo interpretare come un diritto e un dovere da trasmettere alle giovani generazioni affinché possano crescere difendendo e coltivando i valori che costituiscono le fondamenta del nostro Paese, in modo che possano crescere illuminati nelle scelte che si troveranno a effettuare nella loro vita e che possano avere il coraggio di fare "la cosa giusta" per il bene comune anche quando questa porta con sé fatiche e sacrifici".
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E ancora, "affinché possano avere la forza di ribellarsi di fronte alle ingiustizie e possano avere la coscienza di guardare a un futuro per il nostro Paese privo di tensioni, con più uguaglianza economica e sociale, un Paese che accoglie e integra, nel quale i diritti e i doveri di ogni cittadino siano riconosciuti ed esercitati”. 
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In conclusione un pensiero per le forze armate: “Così facendo potremo ritrovarci qui, ogni anno come oggi, a rendere onore al sacrificio dei nostri caduti e a celebrare con gratitudine tutti coloro i quali, ogni giorno, operano sul nostro territorio per la sicurezza di ognuno di noi e delle nostre istituzioni, senza dimenticare tutte le donne e gli uomini che, parafrasando quanto scritto dal nostro Presidente della Repubblica, sono portatori di valori di pace nella comunità internazionale”. 
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Una volta deposta la corona di alloro, il corteo è proseguito alla volta del monumento supplica di pace per la deposizione dei fiori e al cimitero, prima di raggiungere la sede degli Alpini dove la cerimonia si è conclusa con le caldarroste.
M.Mau.
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