Oggiono: gli studenti incontrano Vittorio Bachelet, nipote del noto giurista

Un'energia insolita vibrava questa mattina nel Palabachelet, gremito di studenti del vicino istituto superiore: i ragazzi del primo anno, curiosi e attenti, si preparavano ad ascoltare una storia che li riguarda molto da vicino. Non era una semplice lezione di storia o di diritto, ma un incontro con il nipote di Vittorio Bachelet, un uomo della cui immensa eredità morale e civica la scuola in cui stanno iniziando il loro percorso e a cui è intitolata, si fa portavoce. 
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Al microfono Vittorio Bachelet

Coinvolgendo i giovani studenti, il nipote di Bachelet, che ne porta il nome, ha raccontato la storia del nonno, giurista, politico e un uomo di Stato, cercando di far rivivere ai ragazzi quegli ideali di giustizia e di servizio alla comunità che hanno caratterizzato ogni momento della sua vita.
''Non ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona - ha spiegato il relatore - ma credo fermamente che custodire e condividere il suo esempio sia un privilegio e una responsabilità. Oggi, parlare di lui con voi mi permette di ravvivare la sua memoria''.
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L’incontro è stato aperto dalla dirigente scolastica Anna Panzeri, la quale ha sottolineato quanto sia cruciale per gli studenti del primo anno approcciare fin da subito i principi e i valori su cui si fonda l’istituto, valori ispirati proprio dalla figura di Vittorio Bachelet.
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''Alla luce dell’intitolazione del palazzo del Consiglio Superiore della Magistratura a Vittorio Bachelet, lo scorso aprile, sembrava doveroso introdurre questo percorso proprio con le classi prime, assieme anche agli studenti delle classi quinte che, per il loro percorso di studi, affrontano proprio in questo anno tematiche storiche e giuridiche inerenti a quest’importante figura'' ha dichiarato la dirigente.
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Durante l’incontro, il nipote di Bachelet ha raccontato la storia di suo nonno, partendo da un aspetto personale condiviso con i giovani: l’immenso dispiacere di non averlo potuto conoscere di persona. Egli è infatti nato e cresciuto in una famiglia che portava avanti il ricordo e i valori del grande giurista, e sente oggi la responsabilità e il privilegio di trasmettere il suo messaggio alle nuove generazioni.  
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Con uno sfondo di fotografie della famiglia Bachelet, il nipote ha ripercorso il percorso umano e professionale del nonno, nato a Roma nel 1926 in una famiglia di origini torinesi. Bachelet visse il periodo tumultuoso della Seconda Guerra Mondiale, della ricostruzione del paese dopo la sua fine e, nel 1943, si iscrisse a Giurisprudenza presso l’Università Sapienza.
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Al microfono la dirigente Anna Panzeri

In quegli anni, infatti, l’Italia era immersa nei cambiamenti radicali che seguirono la caduta del regime fascista e, da giovane studioso, Bachelet partecipò attivamente a questa fase storica, approfondendo il diritto amministrativo e lavorando affinché le leggi italiane potessero riflettere i principi della nuova Costituzione, entrata in vigore nel 1948. La centralità dei diritti individuali, il rispetto della dignità umana, il valore della comunità e la libertà di espressione furono concetti fondamentali per lui e divennero i pilastri della sua visione giuridica e politica. 
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In un contesto politico particolarmente vivace e caratterizzato da contrasti, Vittorio Bachelet si ispirò alla figura di Alcide De Gasperi, il politico simbolo del dopoguerra che lavorò con dedizione per il bene comune senza cercare l’affermazione personale. “La sua è stata un’epoca di confronto e di grande collaborazione tra forze politiche diverse, unita dal progetto di ricostruire una nazione democratica'' ha spiegato il nipote, riflettendo insieme ai ragazzi sui cardini del nostro sistema democratico ed i capisaldi della Carta Costituzionale.
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I ragazzi si sono confrontati sull’importanza di avere un potere esecutivo, un potere giudiziario e un potere legislativo distinti, come elementi fondamentali per un ordinamento giuridico equo e funzionante. Bachelet, infatti, dedicò gran parte della sua carriera a promuovere l’integrazione tra questi poteri, lavorando affinché i cittadini potessero sentirsi parte di una comunità autentica.
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''Fu nominato Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura nel 1976 e si distinse per la sua volontà di garantire la larga partecipazione di tutti alla gestione del Consiglio, un organo misto composto dai rappresentanti della magistratura ma anche di stampo politico, che mira ad una gestione trasparente'' ha spiegato, ricordando il nonno come un uomo al servizio della comunità che credeva molto nell’impegno politico dei giovani. Riteneva infatti fondamentale guidare i giovani ''alla responsabilità, alla saggezza, al coraggio e alla giustizia''.
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Con l’obiettivo di stimolare gli studenti alla riflessione su questi valori, l’incontro ha incluso la lettura ed una piccola rappresentazione teatrale delle sue frasi più celebri. Gli studenti, guidati dai propri insegnanti, hanno poi partecipato a brevi rappresentazioni teatrali e momenti di riflessione su questi concetti, dimostrando come l’eredità di Bachelet possa essere ancora viva e attuale. ''L’impegno politico non è altro che una dimensione del più generale ed essenziale impegno a servizio dell’uomo'' hanno citato i giovani. 
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''Quest’incontro è stato non solo un momento di approfondimento storico, ma anche un’occasione per i giovani di riflettere sulla responsabilità civica e sui valori fondanti della nostra democrazia'' ha concluso la dirigente, ringraziando il giurista Vittorio per la disponibilità ad incontrare i ragazzi.
Sara Ardagna
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