Bosisio: fermati in SS36 e trovati in possesso di droga, il giudice li condanna a (quasi) tre anni

Il loro difensore ha trovato l'accordo con il pubblico ministero per un patteggiamento. Sono stati condannati a 2 anni e 11 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 12.400 euro, i due marocchini fermati nel settembre scorso dai carabinieri dell'aliquota radiomobile della Compagnia di Merate nei boschi di Bosisio, a margine della SS36.
Durante un normale servizio di controllo svolto alle prime luci del mattino, i militari avevano scorto un sacco a pelo tra le sterpaglie; una volta avvicinati, la scoperta. I giacigli erano due e all’interno si trovavano altrettante persone che, risvegliate bruscamente, si erano dileguati in fretta e furia, tentando inutilmente la fuga. Sprovvisti di documenti e permesso di soggiorno, i due erano stati portati presso la sede del comando a Merate per i controlli di rito, unitamente alla merce rinvenuta sul posto: un bilancino di precisione funzionante, sette telefoni cellulari, 474 euro in contanti e un borsello (ubicato tra i due giacigli) con involucri di stupefacente per un totale di 546 grammi, fra cocaina, hashish ed eroina. 
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Tradotti in Tribunale a Lecco per il processo con rito direttissimo, il loro legale aveva chiesto un termine a difesa; nel frattempo il marocchino classe 1997 in Italia - secondo la sua dichiarazione - da 6/7 mesi era stata concessa la misura della presentazione alla polizia giudiziaria. Per l’altra persona, classe 1988, gli accertamenti avevano dato esito positivo, con numerosi precedenti specifici a suo carico. Si era dunque optato per la traduzione in carcere a Pescarenico.
Proprio da qui ieri mattina l'arrestato è stato nuovamente condotto presso il Palazzo di Giustizia per il prosieguo dell'udienza al cospetto del giudice Bianca Maria Bianchi. Assistiti di fiducia dall'avvocato Amedeo Rizza del Foro di Milano (ieri sostituito da una collega) entrambi sono stati condannati 2 anni e 11 mesi di reclusione e ad una multa di 12.400 euro, oltre al pagamento delle spese processuali.
Il difensore sul finire dell'udienza ha chiesto un cambio della misura cautelare nei confronti del soggetto ristretto in carcere, presentando la disponibilità di un amico ad ospitarlo presso un appartamento di Turate (Como). Un'istanza alla quale si è opposto il vice procutore onorario Caterina Scarselli, che ha insistito per la permanenza in carcere del soggetto. Si è invece riservato il giudice Bianchi che nella lettura della sentenza ha anche disposto l'espulsione di entrambi gli imputati dal nostro Paese una volta espiata la condanna, oltre alla confisca e alla distruzione dello stupefacente a loro sequestrato.
G.C.
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