Molteno: la comunità pastorale accoglie don Giandomenico Colombo
La comunità, insieme alle autorità civili di Molteno, Garbagnate Monastero e Sirone, si è stretta intorno al nuovo parroco don Giandomenico Colombo, accolto nella Santa Messa solenne, nella mattina di domenica 17 novembre.
La cerimonia ha avuto inizio alle ore 9 con un momento di preghiera nelle cappelle dei parroci defunti nei cimiteri di Sirone, Brongio e Molteno. E' stato poi formato il corteo con le associazioni del territorio, i gruppi sportivi e di catechismo nonché le autorità che hanno attesi il neo parroco presso la chiesa di San Rocco mentre gli “auguri” ufficiali sono stati espressi nella chiesa di San Giorgio.
“A nome di tutti i cittadini della Comunità pastorale dei santi Martino e Benedetto e delle rispettive amministrazioni comunali” si è rivolto il sindaco di Molteno, Giuseppe Chiarella “desidero rivolgerle un caloroso benvenuto a quella che, in poco tempo, è diventata anche la sua comunità. In questo periodo, ha già saputo apprezzare la sua simpatia, la sua gentilezza. la sua serietà e il suo sorriso. Molteno, Garbagnate Monastero e Sirone sono territori tanto operosi, tipici del tessuto brianzolo, quanto generosi e premurosi: basti vedere la moltitudine di associazioni e volontari pronti a operare per il bene di tutti. Sono comunità che, ancora oggi, vedono nella sua figura un punto centrale di riferimento per il proprio paese, oltre alla crescita personale e spirituale. Da parte nostra, le assicuriamo la più ampia disponibilità a confrontarci e a lavorare insieme, per cercare di realizzare il bene della città.”
L’aspirazione a una collaborazione tra amministrazione comunale e Parrocchia è finalizzata su temi quali la scuola e l’oratorio, con uno sguardo attento ai più bisognosi. Concorde con questo intento, anche il consiglio pastorale che si è espresso in favore non solo della cooperazione, ma anche della condivisione del percorso.
Felice di queste parole di conforto e di stima, don Giandomenico ha colto l’omelia come occasione per ringraziare ed esprimere la forte emozione del momento. “Sono numerosi i pensieri che si rincorrono nel mio cuore, a cui faccio fatica a dare ordine e a trovare un filo che li possa raccogliere. Il primo, forse il più spontaneo, è quello della riconoscenza: trovarmi in un questo formidabile abbraccio con una splendida accoglienza non fa altro che crescere in me questo stato d’animo. Dico grazie al Signore per avermi voluto come sacerdote e, oggi, per avermi donato voi: vorrei abbracciare tutti e ciascuno perché siete il dono più bello che mi possa capitare”.
A supportare e ad accompagnare la commozione sono state utili anche le immagini: in particolare, il sacerdote ricorda un episodio che ha coinvolto il cardinale Martini. “In un libro, in cui racconta la sua infanzia dichiara che, nel corso di ogni stagione e di ogni passaggio importante, si è sempre sentito “portare in braccio”. Questa espressione spiega perfettamente anche il mio cammino: Dio mi ha raccolto e mi ha portato in braccio, così come voi mi avete accolto con tanto affetto.
Ma tutti noi siamo accomunati dalla volontà di vivere al meglio questa unica vita che abbiamo, lasciandoci illuminare dalla parola di Dio in questa prima domenica di avvento. Tutti viviamo con grandi attese nel cuore, ma mi piace pensare che ognuno di noi è atteso dal Signore: il nostro andare non è un vagare e questo allarga il cuore. Dio, infatti, ci invita non tanto a soffermarsi sulla sofferenza della nostra storia, ma a focalizzarci sul fine della nostra esistenza”.
Con questo augurio, il sacerdote ha restituito tutto l’amore e la vicinanza dimostrata da grandi e piccoli fedeli nel muovere i primi passi nella comunità.
La cerimonia ha avuto inizio alle ore 9 con un momento di preghiera nelle cappelle dei parroci defunti nei cimiteri di Sirone, Brongio e Molteno. E' stato poi formato il corteo con le associazioni del territorio, i gruppi sportivi e di catechismo nonché le autorità che hanno attesi il neo parroco presso la chiesa di San Rocco mentre gli “auguri” ufficiali sono stati espressi nella chiesa di San Giorgio.
“A nome di tutti i cittadini della Comunità pastorale dei santi Martino e Benedetto e delle rispettive amministrazioni comunali” si è rivolto il sindaco di Molteno, Giuseppe Chiarella “desidero rivolgerle un caloroso benvenuto a quella che, in poco tempo, è diventata anche la sua comunità. In questo periodo, ha già saputo apprezzare la sua simpatia, la sua gentilezza. la sua serietà e il suo sorriso. Molteno, Garbagnate Monastero e Sirone sono territori tanto operosi, tipici del tessuto brianzolo, quanto generosi e premurosi: basti vedere la moltitudine di associazioni e volontari pronti a operare per il bene di tutti. Sono comunità che, ancora oggi, vedono nella sua figura un punto centrale di riferimento per il proprio paese, oltre alla crescita personale e spirituale. Da parte nostra, le assicuriamo la più ampia disponibilità a confrontarci e a lavorare insieme, per cercare di realizzare il bene della città.”
L’aspirazione a una collaborazione tra amministrazione comunale e Parrocchia è finalizzata su temi quali la scuola e l’oratorio, con uno sguardo attento ai più bisognosi. Concorde con questo intento, anche il consiglio pastorale che si è espresso in favore non solo della cooperazione, ma anche della condivisione del percorso.
Felice di queste parole di conforto e di stima, don Giandomenico ha colto l’omelia come occasione per ringraziare ed esprimere la forte emozione del momento. “Sono numerosi i pensieri che si rincorrono nel mio cuore, a cui faccio fatica a dare ordine e a trovare un filo che li possa raccogliere. Il primo, forse il più spontaneo, è quello della riconoscenza: trovarmi in un questo formidabile abbraccio con una splendida accoglienza non fa altro che crescere in me questo stato d’animo. Dico grazie al Signore per avermi voluto come sacerdote e, oggi, per avermi donato voi: vorrei abbracciare tutti e ciascuno perché siete il dono più bello che mi possa capitare”.
A supportare e ad accompagnare la commozione sono state utili anche le immagini: in particolare, il sacerdote ricorda un episodio che ha coinvolto il cardinale Martini. “In un libro, in cui racconta la sua infanzia dichiara che, nel corso di ogni stagione e di ogni passaggio importante, si è sempre sentito “portare in braccio”. Questa espressione spiega perfettamente anche il mio cammino: Dio mi ha raccolto e mi ha portato in braccio, così come voi mi avete accolto con tanto affetto.
Ma tutti noi siamo accomunati dalla volontà di vivere al meglio questa unica vita che abbiamo, lasciandoci illuminare dalla parola di Dio in questa prima domenica di avvento. Tutti viviamo con grandi attese nel cuore, ma mi piace pensare che ognuno di noi è atteso dal Signore: il nostro andare non è un vagare e questo allarga il cuore. Dio, infatti, ci invita non tanto a soffermarsi sulla sofferenza della nostra storia, ma a focalizzarci sul fine della nostra esistenza”.
Con questo augurio, il sacerdote ha restituito tutto l’amore e la vicinanza dimostrata da grandi e piccoli fedeli nel muovere i primi passi nella comunità.
V.I.