Cremella: 'io ti conosco' e gli spilla 850€. Un caso di estorsione su un sito 'hot'

La prima esperienza su un sito di incontri a pagamento, immaginiamo, non si scorda mai. Tanto più se ti porta poi dritto dritto in Tribunale a raccontare ad un giudice la "disavventura" che, a stretto giro, ha fatto seguito al contatto con la - presunta - ragazza selezionata.
A doversi sedere quest'oggi al banco dei testimoni è stato un brianzolo, presentatosi il 4 agosto 2021 alla Caserma Carabinieri di Cremella a sporgere denuncia contro ignoti, dopo aver già aperto due volte il portafogli, ricevendo in poche ore altre pressioni per pagare ancora. Estorsione e sostituzione di persona i reati contestati a Domenico G., classe 1982, originario di Trani ma residente a Barletta, non comparso, difeso dall'avvocato Simona Crippa.
A lui sono arrivati gli uomini del maresciallo Ezio Riboldi - introdotto come teste dalla pubblica accusa, oggi sostenuta dal vpo Caterina Scarselli - quale intestatario di una delle utenze telefoniche utilizzate per scambiare messaggi con il querelante, nonché quale titolare della carta postale dove quest'ultimo ha versato, in due momenti, la bellezza di 850 euro, nell'arco delle stessa giornata.
Perché, come raccontato dal brianzolo, appena "agganciata" - via Whatsapp - la persona di cui aveva trovato il contatto su "Bacheca incontri", anziché ricevere le indicazioni necessarie per pattuire un rapporto, ha ricevuto fin da subito richieste di soldi. Chi rispondeva ai suoi messaggi, ha sostenuto infatti di aver già fatto la sua conoscenza. "Quella che pensavo fosse una donna, sosteneva che le avevo provocato delle lesioni".
A copertura delle spese mediche, chiesti dunque i primi 300 euro, girati con una ricarica effettuata in Posta; dopo poche ore, sotto minaccia di "conseguenze", un'altra pretesa, assecondata, da 550 euro.
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L'indomani poi, il brianzolo, stando a quanto raccontato in Aula, è stato contattato anche da un sedicente maresciallo di Lecco che gli avrebbe prospettato la configurazione di un reato penale, se non avesse provveduto a versare altri 600 euro.
"Spaventato, sono andato in Caserma a Cremella a fare denuncia", ha chiosato il testimone, non costituito parte civile, ricordando altresì di aver ricevuto una chiamata durante la quale l'interlocutore gli sollecitava il versamento anche mentre si trovava negli uffici dell'Arma.
"Sono andato in tilt" la risposta fornita, a più riprese, per giustificare la scelta - alle prime due richieste - di pagare, ricordando anche di aver incontrato, a inizio anno, una donna tramite una app di incontri (non a pagamento) e di aver avuto con lei un rapporto, circostanza che lo aveva portato a ipotizzare di poter essersi imbattuto (sorprendentemente) nella stessa persona. Sentito poi anche il tecnico informatico nominato quale consulente della Procura, la causa è stata aggiornata per il proseguo dell'istruttoria.
A.M.
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