Monticello, Greppi: tante iniziative per dire NO alla violenza
Anche quest'anno, presso l’Istituto superiore Greppi di Monticello sono state proposte diverse iniziative volte alla informazione e formazione della popolazione studentesca sulla violenza di genere.
A partire dallo spettacolo teatrale INVIOLATA promosso dalla Rete ''A scuola contro la violenza'', messo in scena presso l'istituto dalla compagnia teatrale ''Senza Confine''.
17 dicembre 1966 è il giorno in cui la storia è cambiata.
All’epoca, l’articolo 544 del codice penale recitava così: ''Per i delitti preveduti dal capo primo e dall’articolo 530, il matrimonio, che l’autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali''; in altre parole, ammetteva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale, anche ai danni di minorenne, qualora fosse stato seguito dal cosiddetto ''matrimonio riparatore''. Le parole che avete appena letto, hanno incatenato per anni, decine e decine di donne, a dei matrimoni coatti con i propri aguzzini. Fino a quando una giovanissima ragazza, che abitava nella Sicilia rurale di Alcamo, ha detto no.
Un anno prima, Franca Viola, all’età di diciassette anni, fu rapita e violentata da Filippo Melodia, nipote del boss mafioso Vincenzo Rimi. Otto giorni di segregazione, digiuno forzato e percosse. Al momento della sua liberazione, per tutti il matrimonio era la via più scontata, quasi automatica. Per tutti, ma non per lei e la sua famiglia.
Gli studenti si sono trovati a diretto confronto con questa storia di violenza. Non solo quella dei giorni di prigionia, ma anche quella ipocrita, sottile e incessante del pensiero, degli avvocati, della vox populi, di qualcosa, che ancora oggi, sembra resistere al tempo.
In scena al Greppi anche lo spettacolo teatrale ''Disonorata'' promosso dalla Rete CPL e a cura dalla compagnia teatrale ''Lo stato dell’arte APS''.
''…dicono che le mafie non uccidono le donne: falso e la storia lo dimostra! Le donne uccise dalle mafie sono più di 150…''.
Storie di donne uccise dalle mafie. Racconti volti a sfatare una volta per tutte l’assurda credenza che i clan in virtù di un presunto codice d’onore non uccidano le donne. Niente di più falso e la storia lo dimostra: le donne uccise dalle mafie sono più di 150.
''Disonorata'' ha rappresentato un momento di riflessione intorno al rapporto donne e mafie, tema spesso sottaciuto, lo fa attraverso testi narrati e cantati, musica e silenzi.
Lo spettacolo nasce dal desiderio di raccontare e ricordare nomi e fatti. Donne diventate ''simbolo'', come Emanuela Loi, Lea Garofalo e Rita Atria, ma anche donne sconosciute che hanno avuto il coraggio di scegliere da che parte stare!
Ma non è finita qui: le classi terze LES (Liceo Economico Sociale) hanno raggiunto il Politecnico di Lecco, partecipando all'evento "La violenza che non conosci" organizzato dai Coordinamenti donne di CGIL-CISL-UIL. La mattinata è stata scandita da un primo momento con le rappresentanti dell'Osservatorio Violenza sulle Donne dell'Università degli studi di Milano, con le quali gli studenti hanno esaminato le leggi italiane a tutela delle donne, evidenziandone il progresso nel tempo. L’incontro è stato seguito da un emozionante spettacolo teatrale "Il Filo spezzato delle scarpette rosse", nel quale sono state narrate le storie di donne vittime di violenza.
Spazio poi al flash mob ''Salva-Ti'': gli studenti ancora una volta si sono resi protagonisti delle loro riflessioni. In occasione del 25 novembre tutti gli studenti sono stati invitati a scrivere messaggi di speranza ed aiuto alle donne vittime di violenza, messaggi che sono stati raccolti dai rappresentati di istituto e condivisi su delle bacheche che resteranno esposte all’interno della scuola; alcuni dei messaggi sono stati simbolicamente inviati alle vittime di femminicidio attraverso dei palloncini rossi.
Infine un incontro/confronto fra le classi prime e l’associazione ''L’Altra metà del cielo-Telefono Donna Merate'' che da anni sostiene le vittime di violenza tramite assistenza legale e psicologica e che da anni promuove attività di equità di genere nelle scuole del casatese e nel meratese. Gli studenti, dopo aver compilato nei giorni precedenti un questionario proposto dall’associazione hanno aperto sulla base delle loro risposte un dibattito aperto e costruttivo.
Le attività organizzate dalla Commissione di educazione civica, formata dalle docenti Carmela Pontrelli, Isabella Perego e Denise Tagliasacchi, e sostenute e volute dal dirigente scolastico Dario Maria Crippa, sono promosse dalla scuola allo scopo di formare gli studenti al rispetto, all’empatia, alla non violenza, valori questi essenziali per una comunità educante.
A partire dallo spettacolo teatrale INVIOLATA promosso dalla Rete ''A scuola contro la violenza'', messo in scena presso l'istituto dalla compagnia teatrale ''Senza Confine''.
17 dicembre 1966 è il giorno in cui la storia è cambiata.
All’epoca, l’articolo 544 del codice penale recitava così: ''Per i delitti preveduti dal capo primo e dall’articolo 530, il matrimonio, che l’autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali''; in altre parole, ammetteva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale, anche ai danni di minorenne, qualora fosse stato seguito dal cosiddetto ''matrimonio riparatore''. Le parole che avete appena letto, hanno incatenato per anni, decine e decine di donne, a dei matrimoni coatti con i propri aguzzini. Fino a quando una giovanissima ragazza, che abitava nella Sicilia rurale di Alcamo, ha detto no.
Un anno prima, Franca Viola, all’età di diciassette anni, fu rapita e violentata da Filippo Melodia, nipote del boss mafioso Vincenzo Rimi. Otto giorni di segregazione, digiuno forzato e percosse. Al momento della sua liberazione, per tutti il matrimonio era la via più scontata, quasi automatica. Per tutti, ma non per lei e la sua famiglia.
Gli studenti si sono trovati a diretto confronto con questa storia di violenza. Non solo quella dei giorni di prigionia, ma anche quella ipocrita, sottile e incessante del pensiero, degli avvocati, della vox populi, di qualcosa, che ancora oggi, sembra resistere al tempo.
In scena al Greppi anche lo spettacolo teatrale ''Disonorata'' promosso dalla Rete CPL e a cura dalla compagnia teatrale ''Lo stato dell’arte APS''.
''…dicono che le mafie non uccidono le donne: falso e la storia lo dimostra! Le donne uccise dalle mafie sono più di 150…''.
Storie di donne uccise dalle mafie. Racconti volti a sfatare una volta per tutte l’assurda credenza che i clan in virtù di un presunto codice d’onore non uccidano le donne. Niente di più falso e la storia lo dimostra: le donne uccise dalle mafie sono più di 150.
''Disonorata'' ha rappresentato un momento di riflessione intorno al rapporto donne e mafie, tema spesso sottaciuto, lo fa attraverso testi narrati e cantati, musica e silenzi.
Lo spettacolo nasce dal desiderio di raccontare e ricordare nomi e fatti. Donne diventate ''simbolo'', come Emanuela Loi, Lea Garofalo e Rita Atria, ma anche donne sconosciute che hanno avuto il coraggio di scegliere da che parte stare!
Ma non è finita qui: le classi terze LES (Liceo Economico Sociale) hanno raggiunto il Politecnico di Lecco, partecipando all'evento "La violenza che non conosci" organizzato dai Coordinamenti donne di CGIL-CISL-UIL. La mattinata è stata scandita da un primo momento con le rappresentanti dell'Osservatorio Violenza sulle Donne dell'Università degli studi di Milano, con le quali gli studenti hanno esaminato le leggi italiane a tutela delle donne, evidenziandone il progresso nel tempo. L’incontro è stato seguito da un emozionante spettacolo teatrale "Il Filo spezzato delle scarpette rosse", nel quale sono state narrate le storie di donne vittime di violenza.
Spazio poi al flash mob ''Salva-Ti'': gli studenti ancora una volta si sono resi protagonisti delle loro riflessioni. In occasione del 25 novembre tutti gli studenti sono stati invitati a scrivere messaggi di speranza ed aiuto alle donne vittime di violenza, messaggi che sono stati raccolti dai rappresentati di istituto e condivisi su delle bacheche che resteranno esposte all’interno della scuola; alcuni dei messaggi sono stati simbolicamente inviati alle vittime di femminicidio attraverso dei palloncini rossi.
Infine un incontro/confronto fra le classi prime e l’associazione ''L’Altra metà del cielo-Telefono Donna Merate'' che da anni sostiene le vittime di violenza tramite assistenza legale e psicologica e che da anni promuove attività di equità di genere nelle scuole del casatese e nel meratese. Gli studenti, dopo aver compilato nei giorni precedenti un questionario proposto dall’associazione hanno aperto sulla base delle loro risposte un dibattito aperto e costruttivo.
Le attività organizzate dalla Commissione di educazione civica, formata dalle docenti Carmela Pontrelli, Isabella Perego e Denise Tagliasacchi, e sostenute e volute dal dirigente scolastico Dario Maria Crippa, sono promosse dalla scuola allo scopo di formare gli studenti al rispetto, all’empatia, alla non violenza, valori questi essenziali per una comunità educante.