Le giravolte di Marco Panzeri
Al cambio di casacca ci siamo abituati. Partito dall’alto, una cinquantina di parlamentari negli ultimi due anni, si è propalato ai livelli istituzionali inferiori, prima in provincia e ora persino nei comuni. Anche quelli più piccoli. L’esempio vivente è Marco Panzeri, sindaco di La Valletta Brianza, eletto dopo un periodo di assenza dalla vita amministrativa e un mandato di presidente di Retesalute. Avrebbe potuto trovare conferma al vertice dell’Azienda Speciale ma con quel suo vezzo un po’ capriccioso, fino alla sera del voto aveva negato la disponibilità salvo poi quando l’accordo su Alessandro Salvioni era stato preso, ripresentarsi e andare alla conta. Sconfitto seccamente. Nel 2012 il giovane Ingegnere era sceso a Firenze per ascoltare Matteo Renzi. Fulminato sulla via del ritorno, la stampa lo dava come la punta avanzata dell’ex rottamatore in provincia di Lecco. Poi nel 2016 il ripensamento, col rientro nel PD e l’assunzione del ruolo di responsabile provinciale sanità. Irritato per le scelte della segretaria, altra giravolta e ritorno in Italia Viva nel 2019 come membro del Comitato provinciale. Ma anche qui dura poco.
Di nuovo in immersione nell’anonimato fino al 2020 quando si è ripresentato come candidato sindaco della sola lista in campo. Idealmente veniva collocato nell’area civico-centrosinistra.
Poi è esplosa la vicenda del Parco del Curone, di cui La Valletta detiene oltre il 10% delle quote esercitando così un ruolo fondamentale nella nomina del presidente. Su Marco Molgora convergevano un po’ tutti, forse con l’esclusione di Cernusco, Montevecchia e della provincia di Lecco, soggetti fortemente influenzati dal partito di riferimento e dal mentore lecchese. La rielezione pareva tutto sommato incruenta.
Invece è sceso in campo Marco Panzeri, bocciando senza appello la candidatura di Molgora per sostenere il candidato di Cernusco, Giovanni Zardoni. L’irruenza verbale – del tutto estranea al sindaco ex Rovagnate – si è manifestata in maniera torrentizia durante la seduta di lunedì 2 dicembre, monopolizzando di fatto il confronto. Per far capire bene come stanno le cose Panzeri si è seduto accanto a Alessandra Hofmann – presidente della provincia che ha messo piede per la prima volta nella Comunità del Parco, non a caso – e Matteo Fratangeli, spalla a spalla con Gennaro Toto a sua volta confinante con Ivan Pendeggia. Insomma il tavolo della destra.
Cambiamo scenario. Il 31 luglio 2024, il liquidatore giudiziale avv. Carlo Galli ha diffuso il Regolamento e avviso di vendita di azienda con procedura competitiva, a seguito del concordato preventivo Galbusera Bianca Srl, - azienda con diverse attività sita in via Galbusera Bianca, 2 a La Valletta Brianza - pendente presso il tribunale di Lecco sezione 1 Civile fallimentare. Si tratta del grande compendio composto da unità abitative, ricettive, turistiche, bar, ristorante, agriturismo, uffici, laboratori, sala polifunzionale. Il tutto su oltre 200mila metri quadrati, posti in vendita all’asta al prezzo base di 4.268.077 euro di cui 3.887.325 euro per il ramo immobiliare e 380.725 per il ramo produttivo. Offerta minima ammissibile 4.268.077 euro. Rilancio minimo: Euro 30.000 (trentamila). L’udienza davanti al liquidatore giudiziale avv. Carlo Galli è fissata per il 21 gennaio 2025.
Torniamo a Montevecchia. L’idea di parco di Marco Panzeri è molto diversa da quella di Marco Molgora. Il Marco di Rovagnate ha apostrofato quello di Osnago con l’appellativo “gendarme” perché ha difeso i 3.800 ettari di area tutelata con fermezza. Panzeri invece vuole aprire, aprire a nuove attività turistiche, nuove iniziative commerciali, creare movimento e concedere di più a chi lavora e abita nel Parco.
Come ha cambiato casacca, però, ha pure cambiato idea. Ecco lo slogan elettorale del 20 e 21 settembre 2020: “Parco del Curone, custodire e tutelare il Parco dando priorità al corridoio ecologico per collegare il Parco col Monte di Brianza”.
Che c’entri qualcosa l’imponente operazione tutta rovagnatese di Galbusera Bianca non lo sappiamo. Certo rappresenta uno spunto di grande riflessone considerando che cosa può mettere in moto una nuova progettualità e quanti interessi muoverebbe. Tuttavia, mega operazione a parte, apprezziamo di più la coerenza di Gennaro Toto che, anche senza esplicitarlo ha una buona ragione per sostenere Giovanni Zardoni, quella di levarsi di torno un pericoloso concorrente alle prossime elezioni che l’incoerenza di Marco Panzeri. Qualunque sia la ragione alla base del cambio di casacca. E di idea.
Claudio Brambilla