Maria, umile donna palestinese
Impossibile in questo 8 dicembre non accostare Maria, l'Immacolata ad una giovane mamma di Gaza.
Pur nell'universalità della sua umile e perciò stessa grande figura non si possono non scorgere i lineamenti simili di una madre palestinese costretta anche oggi a tenere tra le proprie braccia il figlio crudelmente trucidato.
Un'”apparizione mariana” che oggi ha il volto doloroso quanto impotente delle migliaia di madri palestinesi a cui la ripetitività mediatica sembra far correre il rischio dell'assuefazione del girar pagina: ogni giorno va sempre in scena dell'altro e così sembra archiviare la drammaticità del vergognoso perpetrarsi di questa mirata strage, specie di donne e bambini.
I capelli corvini, l'abbronzatura delle pelle tipica di quei luoghi d'origine anche delle Marie di oggi ne fanno una realistica icona , ben diversa dalla tradizionali rappresentazioni tipicamente occidentali, della Madre di quel Gesù di Nazareth che percorreva quella stessa Palestina.
E la similitudine trova atrocemente ulteriori elementi di conferma in disperati occhi che si perdono nel sangue innocente di strazianti resti di corpi martoriati che anche in molte altre parti del mondo gridano ingiustizia ma che qui trovano il particolare accanimento di una mirata e programmata volontà omicida. La stessa che si vorrebbe fosse a giustificazione della sproporzionata e inarrestabile reazione all'orribile strage del 7 ottobre.
Come non paragonare Netanyahu e il suo governo a quell'Erode colpevole della strage degli innocenti?
E, similmente, intravvedere nella sostanziale inerzia del cosiddetto “mondo occidentale” la pavidità del “lavarsene le mani” di Pilato?
O i bizantinismi giustificatori di gran parte delle forze politiche così simili alla ipocrite argomentazioni farisaiche?
Ma il volto sofferente di Maria è lì che inchioda tutti alle proprie responsabilità e non ci consente di girare la testa dall'altra parte, specialmente noi che ci diciamo cristiani.
E nessun insinuante rovesciamento delle parti potrà giustificare la continuazione di questo eccidio!
Solo la Speranza, comunque mai passiva, in quel Dio che soccorre gli oppressi a qualunque terra appartengano e l'attiva convergenza di tutti coloro che credono nell'Uomo potrà aprire squarci di Giustizia e Pace.
Pur nell'universalità della sua umile e perciò stessa grande figura non si possono non scorgere i lineamenti simili di una madre palestinese costretta anche oggi a tenere tra le proprie braccia il figlio crudelmente trucidato.
Un'”apparizione mariana” che oggi ha il volto doloroso quanto impotente delle migliaia di madri palestinesi a cui la ripetitività mediatica sembra far correre il rischio dell'assuefazione del girar pagina: ogni giorno va sempre in scena dell'altro e così sembra archiviare la drammaticità del vergognoso perpetrarsi di questa mirata strage, specie di donne e bambini.
I capelli corvini, l'abbronzatura delle pelle tipica di quei luoghi d'origine anche delle Marie di oggi ne fanno una realistica icona , ben diversa dalla tradizionali rappresentazioni tipicamente occidentali, della Madre di quel Gesù di Nazareth che percorreva quella stessa Palestina.
E la similitudine trova atrocemente ulteriori elementi di conferma in disperati occhi che si perdono nel sangue innocente di strazianti resti di corpi martoriati che anche in molte altre parti del mondo gridano ingiustizia ma che qui trovano il particolare accanimento di una mirata e programmata volontà omicida. La stessa che si vorrebbe fosse a giustificazione della sproporzionata e inarrestabile reazione all'orribile strage del 7 ottobre.
Come non paragonare Netanyahu e il suo governo a quell'Erode colpevole della strage degli innocenti?
E, similmente, intravvedere nella sostanziale inerzia del cosiddetto “mondo occidentale” la pavidità del “lavarsene le mani” di Pilato?
O i bizantinismi giustificatori di gran parte delle forze politiche così simili alla ipocrite argomentazioni farisaiche?
Ma il volto sofferente di Maria è lì che inchioda tutti alle proprie responsabilità e non ci consente di girare la testa dall'altra parte, specialmente noi che ci diciamo cristiani.
E nessun insinuante rovesciamento delle parti potrà giustificare la continuazione di questo eccidio!
Solo la Speranza, comunque mai passiva, in quel Dio che soccorre gli oppressi a qualunque terra appartengano e l'attiva convergenza di tutti coloro che credono nell'Uomo potrà aprire squarci di Giustizia e Pace.
Germano Bosisio