Due mesi di disservizi per gli utenti della linea S8 fra treni soppressi, in ritardo e altri disagi

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Negli ultimi tre mesi, esattamente da settembre a novembre 2024, i pendolari della linea S8 che collega la stazione di Lecco a Milano Porta Garibaldi - via Carnate - hanno assistito ad un crescendo di disservizi di varia natura che si sono andati a sommare agli innumerevoli scioperi, contribuendo così ad aumentare esponenzialmente i disagi per tutti coloro che ogni giorno o quasi, si mettono in viaggio verso i principali centri della nostra regione. 
Per introdurre il tema vi forniamo alcuni dati, esempi e testimonianze di chi (tra cui la sottoscritta e molti altri pendolari residenti nell'area Casatese) vive sulla propria pelle le inefficienze del sistema ferroviario lombardo.
Negli ultimi due anni il costo del biglietto è aumentato del 13%; allo stesso tempo però, si è assistito ad un incremento del 30% per quanto riguarda i ritardi accumulati dai convogli che circolano sulla rete di Trenord negli orari di punta e come se non bastasse la percentuale di viaggi soppressi ogni giorno è salita al 10%. Eppure ci sono 30.000 corse in meno ogni anno. Numeri questi ultimi, diffusi negli scorsi giorni dai Giovani Democratici.
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30/09/2024: sciopero dei treni.
''Prendere il treno è diventata ormai un’impresa impossibile. Oltre ai continui scioperi, i convogli spesso vengono cancellati o fanno ritardi eccessivi. Per esempio io questa settimana sono arrivata a lezione ben oltre l'orario stabilito tre giorni di fila, a causa di guasti o altre problematiche. È assurdo che in queste situazioni facciano partire solo un treno, che è oltretutto sovraffollato. Questo porta spesso a dover stare su un mezzo dove si è schiacciati come delle sardine, causandoci ulteriori disagi. Mi ricordo che un giorno, dopo che avevano cancellato tutti i treni, ho preso il primo che passava, ed era talmente pieno di gente che oltre a stare ammassati gli uni con gli altri, si faceva fatica a respirare e infatti una signora è stata male. Inoltre è anche capitato che il mio treno non fermasse alla stazione dove sarei dovuta arrivare, o perlomeno lo ha fatto...ma pochissimo tempo dopo è ripartito, senza consentire ai passeggeri di scendere''.
E.C. - studentessa universitaria

10/10/2024: a causa delle avverse condizioni meteo che hanno danneggiato la linea ferroviaria della stazione di Osnago e per un guasto a un passaggio a livello tra Monza ed Arcore si stimano ritardi.
''Il problema per noi pendolari rimane sempre lo stesso: la mancanza di un servizio di trasporto garantito. Ciò mette in ginocchio chi fa sacrifici per spostarsi a causa del lavoro o degli impegni scolastici! 
Per non parlare dei continui scioperi dei trasporti, che aggravano la già pesante situazione della rete dei trasporti provinciali''.
S.P. - studente universitario
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5/11/2024: sciopero dei treni Trenord.
''Semplicemente non è un servizio, ma un disservizio. Pagare €50 al mese (e non 70 perché ho meno di 26 anni) per trovare solo ritardi o treni cancellati è assurdo. A me ''pesa'' relativamente perché all’università non ho l'obbligo di frequenza ma senza dubbio per un lavoratore è un’altra storia e un disagio ancora più grave. Aggiungo che la tratta di 10 minuti Arcore-Sesto spesso è stata percorsa in più di mezz’ora''.
M.R. - studentessa universitaria

6/11/2024: disservizi e gravi ritardi fino a 55 minuti sulla tratta S8.
''Uno dei problemi maggiori è il non sapere mai se si arriverà a destinazione puntuali oppure no. A questo si aggiunge anche il giungere in stazione per prendere il treno e scoprire il giorno stesso di ritardi, cancellazioni o problemi alla rete ferroviaria. Per esempio se devo sostenere un esame in università sono costretta a recarmi in aula sempre molto prima rispetto all’orario prestabilito perché ho paura di non fare in tempo ad arrivare in caso ci siano ritardi o cancellazioni. Le paure e lo stress sono molti: il dubbio che se ti cancellano un treno quello dopo arriverà oppure no, se ce la possibilità di prendere trasporti alternativi che ti portino a destinazione e il fatto di rimanere al freddo, adesso che siamo in inverno, ad aspettare un treno che magari mai arriverà''.
G.M.- studentessa universitaria 
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8/11/2024: sciopero dei treni.
''Quando dovrebbero esserci le fasce di garanzia queste comunque non sono del tutto assicurate. La mia esperienza è negativa, fino ad ora non mi erano mai capitati così tanti scioperi e queste ultime due settimane le cose sono estremamente peggiorate, portando i passeggeri all’esasperazione: molti di noi rinunciano ad andare al lavoro o all’università, altri arrivano con gravissimi ritardi''.
G.C. - lavoratrice
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20/11/2024: soluzioni cancellate a causa di problemi alla linea sulla tratta da Airuno a Milano Greco Pirelli. Ritardi fino a 60 minuti su tutte le linee per un guasto al passaggio a livello tra Monza ed Arcore.
''Spesso chi è più fortunato in caso di sciopero si può permettere di arrivare in macchina fino al capolinea delle metro di Sesto San Giovanni per prendere la linea rossa o a Cologno per la verde, dovendosi sorbire il traffico del mattino e aumentando il consumo di carburante per evitare di rimanere bloccati in qualche stazione o di arrivare tardi sul posto di lavoro. Non tutti possono però, quindi molti sono costretti a rimanere a casa o a andare in stazione nella speranza che un treno arrivi''.
A.D. - lavoratrice

23-24/11/2024: sciopero nazionale del sistema dei trasporti ferroviari
''Ho ancora il ''trauma'' di quando l’anno scorso sono partita da Bovisa in un treno pienissimo alle 17 e sono arrivata a casa alle 21.30 perché quella che effettivamente doveva essere una fascia di garanzia in realtà non lo era. Si vive sempre in una sorta di senso di precarietà poiché sappiamo quando usciamo di casa la mattina, ma abbiamo sempre l'interrogativo di quando riusciremo a ritornare, spesso gli scioperi vengono annunciati la sera prima della partenza. Alle volte la situazione è davvero pesante! Tutti questi disservizi poi non sono gratuiti, anzi, noi li paghiamo non solo in termini di tempo sprecato, ma anche dal punto di vista economico: io per esempio pago €70 al mese e non è poco''.
N.M. - studentessa universitaria
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Questi sono solo alcuni esempi delle storie di disagio che i pendolari della tratta S8  devono affrontare quasi quotidianamente per recarsi sul posto di lavoro, a scuola o all’università. Tra ritardi, cancellazioni, guasti, viaggi stipati in gremiti vagoni o nei bagni del treno per quanta gente c’è (sì, è successo davvero) e fermate mancate alle stazioni, la situazione è davvero diventata insostenibile. Tanti racconti di altrettanti problemi, innumerevoli persone ma con un’esperienza comune: l’alzarsi ogni mattina per recarsi sul posto di lavoro o di studio senza sapere se effettivamente ci si arriverà e quando si farà ritorno alle proprie abitazioni.
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Per cercare di fare chiarezza su quanto sta accadendo in questo periodo abbiamo contattato Francesco Ninno del Comitato dei Pendolari del Meratese e rappresentante dei viaggiatori alla Conferenza Regionale del TPL (trasporto pubblico locale).
Per chi non lo sapesse il Comitato Pendolari del Meratese è una libera associazione di cittadini e utenti del trasporto pubblico locale, svincolata da partiti o associazioni politiche. E' nato nel dicembre 2008, in seguito ai disagi dopo il completamento del raddoppio della tratta Carnate-Lecco. L’obiettivo che si propone è di fare da ''trait d’union'' tra i viaggiatori e Regione Lombardia.
 
-Le condizioni del trasporto pubblico sono sempre state quelle odierne oppure sono mutate nel corso degli anni?
''Fino a maggio 2017 la situazione ferroviaria per i pendolari lombardi era relativamente buona: potevamo a tutti gli effetti considerarla la locomotiva d’Italia. Da quella data qualcosa ha cominciato a cambiare e spostarsi coi treni lombardi è cominciato ad essere inizialmente più difficoltoso, fino a diventare oggi un vero e proprio calvario. Prima del Covid le linee del meratese erano in assoluto le peggiori di Lombardia, con la flotta di treni che vantava il primato negativo di essere la più vecchia di tutte, contando oltre 40 anni di età media''.

Com’è stata la risposta di Regione Lombardia rispetto a questo peggioramento del servizio?
''In realtà non ha fatto altro che infliggere un ulteriore colpo basso alla mobilità meratese. Infatti l’allora assessore alla mobilità e infrastrutture Claudia Terzi - che a marzo 2020, in pieno Covid, in spregio alla L. 6/2012 e al contratto di trasporto di Trenord, che prevedevano che per le modifiche all’orario e alle corse ferroviarie fosse necessario consultare prima i comitati dei pendolari e le associazioni degli utenti, nonché la Conferenza Regionale del TPL (Trasporto Pubblico Locale n.d.r) -non ha rinnovato gli slot in stazione Centrale dei cosiddetti direttini Milano-Lecco''. 
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Ninno fa notare che fortunatamente grazie ad una strenua opposizione del Comitato a questa misura si è riusciti ad ottenere lo spostamento di attestazione da Centrale a Rogoredo in maniera lenta e graduale; in questo modo i pendolari sono riusciti a riorganizzare le proprie abitudini e stili di vita. Proprio questo è il punto: ''Ci va di mezzo sempre e comunque chi si deve spostare: lavoratori e studenti, ossia la parte debole della popolazione''.

-Lei fa parte di un Comitato pendolari: com’è il vostro rapporto con, diciamo, i piani alti?
Per rispondere a questa domanda bisogna prima chiarire il concetto di cosa siano i Tavoli di Quadrante, essi sono enti territoriali divisi in Nord, Sud, Est ed Ovest in base alle tratte ferroviarie lombarde composti da Province, Comuni, rappresentanti delle Associazioni dei consumatori e dei pendolari delle diverse linee circolanti in Lombardia ai quali la regione deve presentare i nuovi progetti orario e le modifiche al servizio. Sono quindi lo strumento per connotare l’azione strategica regionale, suscitare nei territori processi virtuosi e coordinarli secondo un disegno unitario, valorizzando i partenariati e le istanze locali all’interno della programmazione regionale. Favoriscono inoltre la condivisione – tra e con gli attori locali -delle priorità di sviluppo territoriale individuate attraverso un confronto costante con il territorio di riferimento e coordinato dagli Uffici territoriali regionali.

''I rapporti tra Regione e comitati però si sono praticamente interrotti e non c’è stato più alcun interesse da parte dell’assessorato a continuare ad interloquire con i rappresentanti dei pendolari: gli ultimi Tavoli di Quadrante ci sono stati a novembre 2019: da allora, malgrado le continue richieste dei comitati, non sono più stati convocati''.

Questi incontri sono quindi fondamentali perché forniscono un’occasione per illustrare le novità d'orario e affrontare le questioni poste dagli utenti del servizio e istituzioni locali. Con la mancanza di questo componente di interlocuzione tra i vari ''attori'' si è assistito dunque ad uno svilimento del ruolo della conferenza regionale del TPL.

-Nel corso di questi mesi i pendolari hanno assistito ad un incremento degli scioperi e disservizi, i quali ormai sono quasi all’ordine del giorno. Cosa può dirci al riguardo?
''A mio avviso c'è qualche problema di comunicazione da parte di Trenord. L’app stessa spesso non è aggiornata, non fornisce informazioni sui ritardi dei convogli se non dopo che gli stessi sono partiti e, in caso di limitazioni e cancellazioni dei treni, l’utente è spesso lasciato solo al proprio destino. Va però sottolineato che anche il personale di bordo non è certamente messo meglio e in taluni casi viene informato dai viaggiatori stessi anziché dalla propria centrale operativa. L’altro problema è rappresentato dalla forte conflittualità che c’è tra la dirigenza e i sindacati dei dipendenti di Trenord che fa sì che gli scioperi siano appunto all’ordine del giorno, finendo poi per danneggiare soprattutto i pendolari''.
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-Come si prospetta il futuro del trasporto su rotaie lombardo?
''Non sarà tanto meglio: nel 2025 sono programmati tantissimi tagli riguardanti i vari interventi di manutenzione. Questo comporterà blocchi di linee per tutto l’anno con conseguente necessità, da parte di Regione Lombardia, di fornire un servizio sostitutivo per il quale però non ha mezzi (intesi come autobus ed autisti) per poterlo erogare''.

-Ultimamente si parla dell’indennizzo per coloro che usufruiscono del servizio, cosa ne pensa?
''Inizialmente il rimborso ai viaggiatori veniva calcolato sui treni che avevano un ritardo superiore ai 5 minuti ed era automatico. Adesso con il rinnovo del contratto Trenord, nonostante i suoi disservizi, in un certo senso la compagnia è stata premiata, aumentando il range da 5 a 15 minuti e rimuovendo inoltre l’automatismo, per cui quando si va a fare il rinnovo dell'abbonamento i soldi dell’indennizzo non vengono più scalati in automatico. Bisogna fare richiesta e la procedura è lunghissima e non è sempre detto che il denaro arrivi''.

-In ultima battuta, a fronte di tutto ciò che abbiamo detto cosa chiedete e vi aspettate in quanto Comitato pendolari?
''I comitati chiedono di tornare ad avere un ruolo attivo ed essere il collegamento tra Regione e i pendolari. Riprendere a convocare i tavoli di quadrante e ascoltare la voce dei rappresentanti dei viaggiatori prima di ogni modifica del servizio di Trenord e del TPL in generale. Ci aspettiamo che in Lombardia si completi non solo l’integrazione tariffaria, ma che prenda corpo anche l’integrazione modale (''Il riequilibrio a favore di modalità di trasporto sostenibili e la riduzione delle quote di mobilità su gomma è perseguito attraverso l’incentivazione di misure ad hoc mirate all’incremento dell’offerta e della qualità dei servizi'' Fonte: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti). Prima ancora che l’assessore Lucente cominci a razionalizzare il trasporto ferroviario, occorre mettere in piedi il progetto dell’ultimo miglio, iniziato nel 2019 ma di cui non sentiamo più parlare. Meno treni e minor numero di fermate senza che non venga incentivato e sviluppato adeguatamente il trasporto pubblico su gomma sarebbero forieri solo di ulteriori disagi e problemi in capo ai viaggiatori''.
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In conclusione, la situazione dei pendolari della linea S8 rappresenta un esempio lampante di una crisi del trasporto pubblico lombardo che si trascina da anni senza soluzioni concrete all’orizzonte. Tra scioperi, ritardi, cancellazioni, guasti e comunicazioni inadeguate, il disagio vissuto quotidianamente da studenti e lavoratori è ormai insostenibile.
Le richieste avanzate dal Comitato dei Pendolari del Meratese – come il ripristino dei tavoli di confronto con la Regione, una migliore integrazione tra trasporto su rotaia e gomma, e una revisione dei criteri di rimborso – appaiono non solo legittime, ma necessarie per riportare dignità e funzionalità al servizio ferroviario.
Senza interventi rapidi e mirati, il futuro del trasporto su rotaia in Lombardia rischia di peggiorare ulteriormente, con ripercussioni non solo sulla qualità della vita dei pendolari, ma anche sull’intero sistema economico e sociale regionale.

A fronte di tutto quanto raccontato, lo spazio resta a disposizione di Trenord, Regione Lombardia e pendolari per eventuali repliche, contributi e/o precisazioni.
I.M.
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