In Tribunale due vicende di spaccio in SS36 e Valsassina
Le aree boschive a margine della SS36, nell'oggionese, hanno fatto da sfondo all'ennesima vicenda giudiziaria di cui si è discusso stamani in Tribunale a Lecco.
Al cospetto del giudice per le udienze preliminari Salvatore Catalano, si sono infatti presentati i difensori di una trentina di imputati - fra italiani e marocchini, alcuni ristretti in carcere - coinvolti nelle indagini della Squadra Mobile della Questura di Lecco e coordinate dalla locale Procura della Repubblica, culminate nel 2019 in una serie di fermi.
Un'udienza filtro, quella odierna. Soltanto un imputato ha definito la propria posizione, patteggiando un anno e otto mesi di pena; molti degli altri risultano irreperibili, mentre alcuni difensori hanno anticipato l'intenzione di ricorrere a riti alternativi per definire la posizione dei propri assistiti (tramite patteggiamento laddove è possibile).
A questo proposito il giudice - dopo essersi ritirato in camera di consiglio- ha aggiornato il procedimento all'11 febbraio prossimo, quando si conoscerà il destino giudiziario dei presunti pusher, che poco prima del Covid sarebbero stati attivi nell'area boschiva che costeggia la SS36, in particolare nei territori Garbagnate Monastero e Molteno, con innumerevoli cessioni di stupefacente, cocaina soprattutto.
Una delle tante operazioni portate avanti dalle forze dell'ordine nel tentativo di stanare un fenomeno ormai - purtroppo - profondamente radicato nel territorio oggionese. Non a caso alcuni degli odierni imputati risultano coinvolti in altre analoghe indagini (e di conseguenza in procedimenti penali presso il Palazzo di Giustizia cittadino) per il medesimo reato.
Ed è stata ancora una volta la droga il tema di una seconda vicenda giudiziaria di cui si è discusso stamani a pochi metri di distanza dall'aula del GUP. E' proseguito infatti al cospetto del giudice in ruolo monocratico Bianca Maria Bianchi, il procedimento penale legato a ''Drug Valley 2022''; l'inchiesta, portata avanti dalla Squadra Mobile della Questura di Lecco con il coordinamento della Procura della Repubblica, aveva consentito di smantellare un radicato giro di spaccio in Valsassina, attivo in particolar modo fra i comuni di Cremeno, Ballabio, Barzio e Cassina. 21 mila le cessioni stimate dagli inquirenti, nel quadriennio fra il 2019 e il 2023.
Pesanti le contestazioni a carico di S.B. - classe 1982 e di origine albanese - unico fra gli imputati ad aver scelto il rito ordinario (gli altri avevano patteggiato ndr). Oltre che di spaccio di stupefacenti l'uomo deve rispondere anche del reato di estorsione: il valsassinese - secondo l'impianto accusatorio ancora tutto da dimostrare - avrebbe costretto uno dei propri clienti a vendere un immobile di proprietà per pagare un debito.
Stamani in aula sono sfilati quattro testimoni, tutti assuntori di stupefacenti che - fra molti ''non ricordo'' - hanno risposto alle domande poste loro dal PM Chiara Stoppioni, titolare del fascicolo d'indagine, oltre che del giudice e della difesa.
Un'udienza che si è protratta sino all'ora di pranzo, poi aggiornata al prossimo 17 gennaio quando è previsto l'esame dell'imputato e l'audizione di altri due soggetti non presentatisi quest'oggi in aula. Il difensore ha anticipato la richiesta di riascoltare uno dei testi già escussi in una precedente udienza, oltre che gli operanti della Polizia ai quali il pubblico ministero aveva già rinunciato. Una richiesta motivata dall'esigenza di approfondire le modalità di cessione dello stupefacente che, a detta appunto del legale che assiste il 42enne a giudizio, non sarebbero state ben delineate nel corso dell'istruttoria.
Il PM Stoppioni invece, non ha escluso la necessità di risentire l'ispettore Emilio De Gregorio, occupatosi in prima persona dell'indagine, in relazione ad una circostanza presente agli atti, ma non emersa in maniera dettagliata in dibattimento.
Spetterà al giudice Bianchi esprimersi su queste richieste una volta che l'istruttoria sarà giunta alle battute finali.
Al cospetto del giudice per le udienze preliminari Salvatore Catalano, si sono infatti presentati i difensori di una trentina di imputati - fra italiani e marocchini, alcuni ristretti in carcere - coinvolti nelle indagini della Squadra Mobile della Questura di Lecco e coordinate dalla locale Procura della Repubblica, culminate nel 2019 in una serie di fermi.
Un'udienza filtro, quella odierna. Soltanto un imputato ha definito la propria posizione, patteggiando un anno e otto mesi di pena; molti degli altri risultano irreperibili, mentre alcuni difensori hanno anticipato l'intenzione di ricorrere a riti alternativi per definire la posizione dei propri assistiti (tramite patteggiamento laddove è possibile).
A questo proposito il giudice - dopo essersi ritirato in camera di consiglio- ha aggiornato il procedimento all'11 febbraio prossimo, quando si conoscerà il destino giudiziario dei presunti pusher, che poco prima del Covid sarebbero stati attivi nell'area boschiva che costeggia la SS36, in particolare nei territori Garbagnate Monastero e Molteno, con innumerevoli cessioni di stupefacente, cocaina soprattutto.
Una delle tante operazioni portate avanti dalle forze dell'ordine nel tentativo di stanare un fenomeno ormai - purtroppo - profondamente radicato nel territorio oggionese. Non a caso alcuni degli odierni imputati risultano coinvolti in altre analoghe indagini (e di conseguenza in procedimenti penali presso il Palazzo di Giustizia cittadino) per il medesimo reato.
Ed è stata ancora una volta la droga il tema di una seconda vicenda giudiziaria di cui si è discusso stamani a pochi metri di distanza dall'aula del GUP. E' proseguito infatti al cospetto del giudice in ruolo monocratico Bianca Maria Bianchi, il procedimento penale legato a ''Drug Valley 2022''; l'inchiesta, portata avanti dalla Squadra Mobile della Questura di Lecco con il coordinamento della Procura della Repubblica, aveva consentito di smantellare un radicato giro di spaccio in Valsassina, attivo in particolar modo fra i comuni di Cremeno, Ballabio, Barzio e Cassina. 21 mila le cessioni stimate dagli inquirenti, nel quadriennio fra il 2019 e il 2023.
Pesanti le contestazioni a carico di S.B. - classe 1982 e di origine albanese - unico fra gli imputati ad aver scelto il rito ordinario (gli altri avevano patteggiato ndr). Oltre che di spaccio di stupefacenti l'uomo deve rispondere anche del reato di estorsione: il valsassinese - secondo l'impianto accusatorio ancora tutto da dimostrare - avrebbe costretto uno dei propri clienti a vendere un immobile di proprietà per pagare un debito.
Stamani in aula sono sfilati quattro testimoni, tutti assuntori di stupefacenti che - fra molti ''non ricordo'' - hanno risposto alle domande poste loro dal PM Chiara Stoppioni, titolare del fascicolo d'indagine, oltre che del giudice e della difesa.
Un'udienza che si è protratta sino all'ora di pranzo, poi aggiornata al prossimo 17 gennaio quando è previsto l'esame dell'imputato e l'audizione di altri due soggetti non presentatisi quest'oggi in aula. Il difensore ha anticipato la richiesta di riascoltare uno dei testi già escussi in una precedente udienza, oltre che gli operanti della Polizia ai quali il pubblico ministero aveva già rinunciato. Una richiesta motivata dall'esigenza di approfondire le modalità di cessione dello stupefacente che, a detta appunto del legale che assiste il 42enne a giudizio, non sarebbero state ben delineate nel corso dell'istruttoria.
Il PM Stoppioni invece, non ha escluso la necessità di risentire l'ispettore Emilio De Gregorio, occupatosi in prima persona dell'indagine, in relazione ad una circostanza presente agli atti, ma non emersa in maniera dettagliata in dibattimento.
Spetterà al giudice Bianchi esprimersi su queste richieste una volta che l'istruttoria sarà giunta alle battute finali.
G.C.