Crescono disuguaglianze, insicurezza e preacarietà, quali rimedi?

Inutile negare che il sentimento prevalente più diffuso anche all'inizio di questo nuovo anno sia il pessimismo e la preoccupazione.
Pessimismo e preoccupazione peraltro aggravate da uno strisciante senso di impotenza e rassegnazione che accomuna sempre più persone in presenza di fatti e situazioni critiche che i media ad ogni livello, dal locale al globale, proiettano giornalmente nel vissuto di ognuno di noi.
Basta scorrere la rassegna di notizie del territorio come del Paese e della mondialità per imbattersi in violenze, ingiustizie, povertà, insicurezze, sfiducia nelle Istituzioni, precarietà di ogni tipo sempre più accentuate e quant'altro caratterizza il vivere attuale e la cosiddetta geopolitica che il buon Dario Fabbri definisce umana.
Certo non mancano pure nella rappresentazione mediatica segnali positivi che confortano, basti pensare all'enorme patrimonio del volontariato, ma i sentimenti che purtroppo sembrano apparentemente primeggiare sono quelli sopra evidenziati.
Certo, senza alcuna esaustiva pretesa analitica, ricondurre ad un'unica matrice o a poche ragioni questo stato di cose è assolutamente arduo e al limite del velleitarismo ma ricercarne le cause è non solo esercizio di responsabilità critica ma forse anche un mezzo per cambiare atteggiamento rintracciandovi quantomeno elementi di speranza.
In questo senso l'aver avuto modo di vedere la trasmissione “A sua immagine – Speciale per la Pace” del 1° dell'anno, ben al di là della sua collocazione confessionale, mi ha ulteriormente convinto che la speranza non è vana se nasce dal basso di una rinnovata consapevolezza nel dover contrastare a tutti i livelli le “forze negative” che sembrano oggi vincenti e, perciò stesso, contagiose.https://www.raiplay.it/video/2024/12/A-Sua-immagine-Speciale-Giornata-della-Pace-01122025-97bf2d51-e67d-49cf-9850-dd8500dd9113.html
E le “forze negative”, al di là dei vari aspetti e volti che assumono concretamente, si possono chiamare soprattutto Individualismo ma anche Pregiudizio e Partigianeria, Arrivismo, Utilitarismo, Irresponsabilità, Diritti e non Doveri, Rassegnazione ….
E questo può, o meglio deve, voler dire non girarsi dall'altra parte quando nella vita quotidiana si assiste a piccoli come grandi situazioni di ingiustizia ma anche aver la consapevolezza che, come dice Andrea Riccardi della Comunità di S:Egidio, “Gli Stati stanno fallendo (basti pensare all' “impotenza” sulle guerre e sui meccanismi predatori della Finanziarizzazione dell'Economia) e lo Stato è (o meglio dovrebbe essere) la difesa dei poveri”.
Solo una ritrovata Partecipazione Attiva di tutti, e di ognuno di noi, come anche non delegare solo alla politica dei partiti (ormai spesso ridotta a puro avanspettacolo e occupazione di posti), potrà dare una concreta speranza nel presente e soprattutto del futuro. 
Occorre oltretutto saper ritrovare la consapevolezza che di fronte alla distorsioni di sistema, almeno noi cosiddetti popoli occidentali, potremmo usare l' “arma della Democrazia”, quella però effettiva e non solo di facciata, dove, se usati attivamente, il voto e l'azione partecipativa possono realmente equiparare il peso solidale di chi non ha potere a quello di chi ha potere e spesso lo usa solo per i propri fini.
In altri termini: la speranza va aiutata con l'impegno personale, che si salda all'impegno convergente degli altri.
Utopia, facile retorica?
Ad ognuno di noi farsene una ragione nel quotidiano o suggerire cosa' altro fare contro la rassegnazione. L'alternativa sarebbe la sola lamentazione che, è vero perché siamo umani, serve a sfogarsi un po' e a sopravvivere ma poi non produce nulla.
Buona Vita a tutti! 
Germano Bosisio
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