Cassago: era sposato e padre di una bimba piccola Cheikh Ndiaye, il 35enne vittima del lavoro

Abitava in un complesso residenziale di Via San Gregorio, a pochi passi dal centro civico di Oriano e dal mobilificio Sangalli, Cheikh Ndiaye, il 35enne di origine senegalese venuto a mancare nel primo pomeriggio di martedì a seguito di un drammatico infortunio sul lavoro verificatosi a Giussano, nella limitrofa provincia monzese. L'abitazione la condivideva con il fratello più grande, raggiunto solo una manciata di ore dopo la tragedia, dalla notizia della scomparsa del congiunto. 
''Da martedì sera non so più nulla. Mi hanno solo detto che la salma è a Milano'' ci ha spiegato l'uomo, che abbiamo incontrato quest'oggi nell'appartamento cassaghese, dove nel frattempo, è stato raggiunto da diversi amici e connazionali, ancora sconvolti dalla prematura ed improvvisa scomparsa di Cheikh, giovane padre di famiglia. 
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Se la sua casa da qualche anno era l'Italia, la moglie e la figlia piccola dell'operaio vivono in Senegal. Non appena possibile le andava a trovare, intrattenendosi per qualche settimana nello stato africano; poi di nuovo in Brianza dove, grazie al lavoro che da circa un lustro lo vedeva alle dipendenze di un'impresa di Bulciago, riusciva a mantenere se stesso e i suoi cari.
''Era tornato qui a settembre, dopo un periodo trascorso giù'' ci ha detto il fratello, descrivendo Cheick come una ''persona tranquilla, molto seria''. 
Un'esistenza normale, fra lavoro, casa e preghiera. Di fede musulmana, il 35enne - in Italia da 5-6 anni almeno - frequentava il centro islamico di Lecco dove, non appena la salma sarà ''liberata'' dopo gli accertamenti disposti dall'autorità giudiziaria, si dovrebbero tenere le esequie funebri. Poi il rimpatrio in Senegal, per il riposo eterno.
Una notizia che ha sconvolto l'intero territorio, colpito dall'ennesima morte sul lavoro. ''Non so ancora cosa sia successo di preciso. Ho sentito e letto tante cose, ma devo ancora capire bene'' ha aggiunto il fratello della vittima.
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Il complesso residenziale di Cassago dove viveva il giovane operaio deceduto

Gli accertamenti degli operanti - coordinati dalla Procura della Repubblica di Monza - per stabilire con esattezza quanto accaduto l'altro pomeriggio in effetti, sono ancora in corso.
Secondo la prima ricostruzione emersa, il 35enne si trovava a Giussano per conto della ditta per cui lavorava; pare dovesse smantellare un capannone di Via Brunati dove, fino a qualche tempo prima, era attiva una società di lavorazione del legname. 
Portatosi sul tetto dell'edificio per eseguire l'intervento, qualcosa sarebbe però andato storto; la copertura non avrebbe infatti retto al peso del cassaghese, precipitato nel vuoto per almeno sei metri. Un volo terribile che non gli ha lasciato scampo. Troppo gravi i traumi riportati: per Cheikh Ndiaie non c'è stato purtroppo nulla da fare, con il territorio non solo brianzolo, ma lombardo più in generale, costretto a registrare la prima vittima del lavoro di questo 2025.
G.C.
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