Campofiorenzo: una messa per festeggiare San Mauro
Nella mattina di domenica 19 gennaio a Campofiorenzo di Casatenovo si è tenuta la solenne celebrazione eucaristica in occasione della festa patronale di San Mauro. Se lo scorso mercoledì - giorno della ricorrenza - la messa si era svolta in chiesina, ieri i fedeli si sono riuniti in santuario per assistere alla celebrazione liturgica durante la quale è stata invocata una speciale benedizione per tutti i ''Mauro'' e ''Maura'' della comunità.
Il vicario don Eusebio Stefanoni ha iniziato la liturgia incoraggiando i presenti: ''fate ciò che Gesù vi dice, ascoltate la Sua voce, incarnate l’essenza della Chiesa''.
Dopo le letture, la riflessione del sacerdote ha analizzato a fondo la vicenda delle nozze di Canaan, sciogliendo la metafora della trasformazione dell’acqua in vino: ''la festa di nozze è la festa durante la quale avviene la rivelazione: Dio compare sempre nella gioia, nell’amore: quello è il luogo che ogni cristiano deve creare per accogliere bene Gesù. Durante le nozze di Canaan avviene una secessione, un distaccamento: Gesù si allontana dalle leggi del monte Sinai per iniziare a dar vita alla famiglia cristiana, compiendo il primo di tanti segni''.
''Ma cos’è un segno, dunque?'' ha detto don Eusebio, rivolgendosi ai presenti. ''Non è altro che una finestra visibile su qualcosa di invisibile, è importantissimo''.
''Noi cristiani - ha aggiunto - dobbiamo essere segni, lasciarci trasformare come l’acqua in vino e rimandare con la nostra esistenza e le nostre azioni a qualcos’altro, a qualcosa di più grande di noi. La ricerca della pienezza della vita, del vino buono, non deve mai cessare in noi: grazie anche all’intercessione di San Mauro e della vergine Maria questa continua ricerca per fare degna accoglienza non avrà mai fine''.
Una celebrazione intensa, quasi familiare, che ha visto il riunirsi di cittadini di diverse età per festeggiare una ricorrenza che ogni anno permette di avvicinarsi alla fede e ai più bisognosi, un rimando costante alla necessità di buone azioni che il presente richiede.
Il vicario don Eusebio Stefanoni ha iniziato la liturgia incoraggiando i presenti: ''fate ciò che Gesù vi dice, ascoltate la Sua voce, incarnate l’essenza della Chiesa''.
Dopo le letture, la riflessione del sacerdote ha analizzato a fondo la vicenda delle nozze di Canaan, sciogliendo la metafora della trasformazione dell’acqua in vino: ''la festa di nozze è la festa durante la quale avviene la rivelazione: Dio compare sempre nella gioia, nell’amore: quello è il luogo che ogni cristiano deve creare per accogliere bene Gesù. Durante le nozze di Canaan avviene una secessione, un distaccamento: Gesù si allontana dalle leggi del monte Sinai per iniziare a dar vita alla famiglia cristiana, compiendo il primo di tanti segni''.
''Ma cos’è un segno, dunque?'' ha detto don Eusebio, rivolgendosi ai presenti. ''Non è altro che una finestra visibile su qualcosa di invisibile, è importantissimo''.
''Noi cristiani - ha aggiunto - dobbiamo essere segni, lasciarci trasformare come l’acqua in vino e rimandare con la nostra esistenza e le nostre azioni a qualcos’altro, a qualcosa di più grande di noi. La ricerca della pienezza della vita, del vino buono, non deve mai cessare in noi: grazie anche all’intercessione di San Mauro e della vergine Maria questa continua ricerca per fare degna accoglienza non avrà mai fine''.
Una celebrazione intensa, quasi familiare, che ha visto il riunirsi di cittadini di diverse età per festeggiare una ricorrenza che ogni anno permette di avvicinarsi alla fede e ai più bisognosi, un rimando costante alla necessità di buone azioni che il presente richiede.
L.F.