Missaglia: aumentata l'Irpef, 0.80% per tutti e la soglia di esenzione ridotta a 12mila€

Missaglia ha deciso di aumentare (parzialmente) l'addizionale comunale all'Irpef, l'imposta sul reddito delle persone fisiche. Una scelta dolorosa ma inevitabile, come ha spiegato in apertura di consiglio comunale, ieri sera, il sindaco Paolo Redaelli, facendo riferimento all'aumento della spesa corrente legato alle necessità sociali. 
I bisogni crescenti di anziani, giovani e famiglie hanno spinto l'amministrazione missagliese ad adeguare l'imposta. I tre scaglioni - ognuno legato ad una fascia reddituale - sono stati tutti portati allo 0,80%; per due di essi in realtà, non vi è alcun cambio. La novità risiede nella scelta di innalzare l'aliquota per quel che riguarda la fascia di popolazione che dichiara un reddito annuo compreso fra i 15mila e i 28mila euro (che era ferma allo 0.75% e ora sale di 0.05%, fino a 0.80%). Un aumento - a detta di Redaelli - di 14 euro annui.
''Colpita'' anche la soglia di esenzione, che da 15mila euro scende a 12mila euro, in linea - secondo Redaelli - con la media nazionale. In sostanza dunque, anche chi dichiara un reddito tra i 12mila e i 15mila euro, se prima era esente, ora dovrà pagare l'addizionale Irpef.
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Il sindaco Paolo Redaelli

Secondo l'assessore al bilancio Luigi Magni, la scelta di innalzare l'imposta a tutela dell'equilibrio di bilancio è stata assunta secondo una sorta di principio di equità: a tutta la popolazione viene chiesto un sacrificio, seppur minimo. Un incremento dell'IMU (stante l'esenzione sulla prima casa) avrebbe invece interessato solo un'unica categoria (commercianti o imprenditori ad esempio); per questa ragione si è deciso di mantenere inalterata l'imposta municipale unica. 
Con la decisione della maggioranza, ratificata ieri sera in consiglio, da oggi vi è dunque un'aliquota unica dello 0.80%: il gettito previsto è di 1.280.000 euro (a fronte dei 1.160.000 euro dello scorso anno). Stando ai dati dell'agenzia delle entrate, i contribuenti missagliesi sono 6522, di cui la fetta più significativa è rappresentata dai lavoratori dipendenti, seguiti dai pensionati. Tenendo conto della soglia di esenzione, seppur abbassata a 12.000 euro, il 25% (1652 unità) non pagherà l'Irpef. 
''Questo aumento è stato obbligato per i tagli della finanziaria, avendo peraltro l'obbligo di portare tutto il bilancio in pareggio'' ha concluso Magni. 
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L'assessore al bilancio Luigi Magni

Terminato l'intervento di sindaco e assessore, a prendere la parola è stato il consigliere di minoranza Riccardo Meregalli che ha subito anticipato la contrarietà del proprio gruppo, rispetto alla decisione di colpire le fasce più deboli applicando un'aliquota unica.
''Il progressivo aumento della pressione fiscale si somma ad un evidente peggioramento dei servizi alla cittadinanza'' ha detto il capogruppo, riferendosi ad una manutenzione a suo avviso carente, alle buche nell'asfalto, alle condizioni per nulla ottimali dei parchi pubblici e alle spese legali per contenziosi del Comune. ''Al contrario di quanto scritto nel DUP sono previsti aumenti per chi ha un reddito basso. Invece di ridurre le tasse attraverso una efficace spending review, si pensa alla scelta più facile: aumentare la pressione fiscale''.
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Il capogruppo di maggioranza Bruno Crippa ha rivendicato la scelta, dolorosa ma purtroppo obbligata per l'ente, elencando i molti comuni lecchesi - di centrodestra come di centrosinistra - che hanno deliberato l'aumento dell'imposta sul reddito. ''Nel nostro caso sta emergendo sempre più la presenza di anziani che necessitano assistenza, minori da collocare in comunità e famiglie in difficoltà. Gli esenti sono 1652, soprattutto dipendenti e pensionati. L'alternativa qual è? Lasciamo chi necessita sostegno per strada?'' ha affermato Crippa, mettendo in evidenza l'aumento della spesa corrente, al quale bisogna far fronte, e alla mancanza di sostegno da parte dello Stato. 
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Il capogruppo di maggioranza Bruno Crippa

Per l'assessore al sociale Diego Benfatto, nonostante le buone intenzioni bisogna purtroppo fare i conti con i numeri reali. ''Quando la minoranza parla di spending review, resto perplesso. Più risparmi di così...Dobbiamo piuttosto chiederci come mai siamo arrivati a questo punto'' ha detto. ''Avremmo anche toccato chi percepisce di più, ma oltre allo 0.80% non potevamo andare. Chi ha di più, in Italia paga di meno, questa è la realtà. La nostra è stata una scelta obbligata''.
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Il consigliere Riccardo Meregalli

Il consigliere di Centrodestra Unito Emanuele Mistò, pur evidenziando come la tematica sia complessa, ha esortato la maggioranza ad uno sforzo per efficientare la spesa, tentando dunque di contenere il più possibile la pressione fiscale. ''La spesa sociale sale, ma aumentando la tassazione ai più deboli, le esigenze si moltiplicheranno'' ha detto, riferendosi all'utenza fino a ieri esente, che ora dovrà corrispondere una quota di addizionale Irpef. 
In chiusura di confronto, la minoranza ha ribadito il proprio NO alla delibera, esprimendo voto contrario. ''Ci sono delle responsabilità che vi dovete assumere'' ha concluso Meregalli riferendosi all'intervento del capogruppo di Più Missaglia, Crippa, che aveva parlato di difficoltà che accomunavano molti comuni del territorio, in termini di bilancio e contenimento della spesa.
G.C.
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