Gandhi: sul palco dell'Edelweiss, gli studenti diventano attori
Lo spettacolo presentato lo scorso 21 gennaio presso il Cineteatro Edelweiss, in Piazza Cuzzi 8, a Besana in Brianza, con il patrocinio del Comune, è stato messo in scena dai ragazzi dell’Istituto superiore M.K.Gandhi che frequentano il laboratorio teatrale di inclusione e di contrasto alla dispersione scolastica.
La trama è stata liberamente ispirata a due opere letterarie: la fiaba di Charles Perrault ''Barbablu'', scritta verso la fine del XVII° secolo, e il romanzo ''Le Impazienti'' della scrittrice camerunense Djaïli Amadou Amal, pubblicato nel 2021.
Sebbene siano apparse a tre secoli di distanza fra loro, in entrambe le storie sono presenti molti elementi che le accomunano e che hanno costituito i nuclei fondanti su cui si è sviluppato lo spettacolo. Le due protagoniste - Primula in Barbablu e Ramla nelle Impazienti- sono giovani donne ed entrambe vittime di matrimoni combinati e quindi non voluti, la cui vita di coppia si trasforma in un inferno, perché i rispettivi mariti agiscono da tiranni, limitando le loro libertà più elementari.
La loro esistenza peraltro è costantemente appesa ad un filo, poiché il loro destino è nelle mani di consorti violenti, capaci di trasformarsi, in ogni momento, in mostri senza cuore.
Mariti aggressivi, donne maltrattate, sottomesse, costrette a tacere, incapaci di parlare e dare finalmente voce a tutta la loro sofferenza, femminicidi (Barbablù uccide ben 7 delle sue mogli).
''Tutto ciò ci rimanda alle terribili notizie di attualità che ascoltiamo con una frequenza allarmante: nel 2024, dal primo gennaio al 20 novembre, il numero delle donne uccise si attesta a quota 100; se diamo un’occhiata alle statistiche degli anni passati, il numero complessivo, ogni anno, ha oscillato fra le 140 e le 170 vittime'' spiegano dalla scuola. ''È sembrato quindi un atto dovuto dare centralità, nello spettacolo, a questa scioccante realtà ed esprimere la ferma condanna al patriarcato''.
Allo stesso tempo l'obiettivo è stato quello di sostenere e promuovere i due target previsti nell’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 a tutela dei diritti delle donne, e cioè: ''eliminare ogni forma di violenza nei confronti di donne e bambine, sia nella sfera privata che in quella pubblica'' e ''abolire ogni pratica abusiva come il matrimonio combinato''.
Quindi, con la sapiente guida dell’attrice e regista Lilli Valcepina, tutti i ragazzi si sono messi al lavoro, tutti insieme, provando e riprovando, discutendo su mille variazioni, fornendo nuovi suggerimenti, modificando e ritrasformando le battute, imbastendo la trama di talune parti, cercando e adattando i costumi, gli oggetti di scena, selezionando le musiche di accompagnamento… e ancora e ancora.. finché tutti non fossero perfettamente d’accordo.
''Il lavoro collettivo ha favorito il confronto attivo e costante tra i ragazzi, rispettando tutte le opinioni e tutti i consigli avanzati, favorendo il raggiungimento degli obiettivi del Laboratorio Teatrale di inclusione e di contrasto alla dispersione scolastica e permettendo lo sviluppo delle competenze necessarie per raggiungere la piena maturità dei partecipanti'' hanno concluso le insegnanti.
Contributo fotografico di Riccardo Agretti
La trama è stata liberamente ispirata a due opere letterarie: la fiaba di Charles Perrault ''Barbablu'', scritta verso la fine del XVII° secolo, e il romanzo ''Le Impazienti'' della scrittrice camerunense Djaïli Amadou Amal, pubblicato nel 2021.
Sebbene siano apparse a tre secoli di distanza fra loro, in entrambe le storie sono presenti molti elementi che le accomunano e che hanno costituito i nuclei fondanti su cui si è sviluppato lo spettacolo. Le due protagoniste - Primula in Barbablu e Ramla nelle Impazienti- sono giovani donne ed entrambe vittime di matrimoni combinati e quindi non voluti, la cui vita di coppia si trasforma in un inferno, perché i rispettivi mariti agiscono da tiranni, limitando le loro libertà più elementari.
La loro esistenza peraltro è costantemente appesa ad un filo, poiché il loro destino è nelle mani di consorti violenti, capaci di trasformarsi, in ogni momento, in mostri senza cuore.
Mariti aggressivi, donne maltrattate, sottomesse, costrette a tacere, incapaci di parlare e dare finalmente voce a tutta la loro sofferenza, femminicidi (Barbablù uccide ben 7 delle sue mogli).
''Tutto ciò ci rimanda alle terribili notizie di attualità che ascoltiamo con una frequenza allarmante: nel 2024, dal primo gennaio al 20 novembre, il numero delle donne uccise si attesta a quota 100; se diamo un’occhiata alle statistiche degli anni passati, il numero complessivo, ogni anno, ha oscillato fra le 140 e le 170 vittime'' spiegano dalla scuola. ''È sembrato quindi un atto dovuto dare centralità, nello spettacolo, a questa scioccante realtà ed esprimere la ferma condanna al patriarcato''.
Allo stesso tempo l'obiettivo è stato quello di sostenere e promuovere i due target previsti nell’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 a tutela dei diritti delle donne, e cioè: ''eliminare ogni forma di violenza nei confronti di donne e bambine, sia nella sfera privata che in quella pubblica'' e ''abolire ogni pratica abusiva come il matrimonio combinato''.
Quindi, con la sapiente guida dell’attrice e regista Lilli Valcepina, tutti i ragazzi si sono messi al lavoro, tutti insieme, provando e riprovando, discutendo su mille variazioni, fornendo nuovi suggerimenti, modificando e ritrasformando le battute, imbastendo la trama di talune parti, cercando e adattando i costumi, gli oggetti di scena, selezionando le musiche di accompagnamento… e ancora e ancora.. finché tutti non fossero perfettamente d’accordo.
''Il lavoro collettivo ha favorito il confronto attivo e costante tra i ragazzi, rispettando tutte le opinioni e tutti i consigli avanzati, favorendo il raggiungimento degli obiettivi del Laboratorio Teatrale di inclusione e di contrasto alla dispersione scolastica e permettendo lo sviluppo delle competenze necessarie per raggiungere la piena maturità dei partecipanti'' hanno concluso le insegnanti.
Contributo fotografico di Riccardo Agretti