Missaglia, lavori alla primaria: in Appello ridotta la cifra, ma il Comune dovrà risarcire l'impresa comasca

Il ricorso presentato a inizio 2024 dal Comune di Missaglia è stato - dalla Corte di Appello di Milano - accolto soltanto parzialmente. E' stata infatti depositata nei giorni scorsi la sentenza attraverso la quale la quarta sezione civile composta dai magistrati Alberto Massimo Vigorelli, Francesca Mammone e Irene Lupo, si è espressa sull'ultima ''puntata'' del contenzioso civile che da anni ormai contrappone il Comune di Missaglia all'Impresa costruzioni edili Bianchi srl, occupatasi della prima fase delle opere relative all'ampliamento della scuola primaria Teodoro Moneta.
Un intervento che aveva preso il via quando sindaco era Bruno Crippa e che puntava - grazie anche ad un finanziamento esterno - a ricavare nuovi spazi a favore degli alunni e delle insegnanti del plesso scolastico. Quando appariva già a buon punto, il cantiere missagliese aveva però subito una battuta d'arresto: il Comune e l'impresa comasca erano entrati in conflitto per una serie di questioni tecnico-economiche. 
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Dopo alcuni confronti le posizioni delle due parti, troppo distanti fra loro, non avevano trovato un punto d'incontro, con i lavori fermatisi (portati avanti e poi conclusi da un altro soggetto ndr) e la controversia spostatasi in tribunale a Lecco, a seguito della causa civile promossa dall'impresa. 
Nel febbraio dello scorso anno il giudice Dario Colasanti aveva ritenuto fondate le contestazioni della società comasca, condannando il Comune di Missaglia al pagamento di 229.625,60 euro alla controparte (pari al lavoro delle lavorazioni effettuate prima della risoluzione del contratto da parte del Comune). Una somma alla quale andavano aggiunti gli interessi contrattuali, oltre alle spese giudiziali (circa 15mila euro) e a quelle attinenti la consulenza tecnica d'ufficio (CTU) che era stata disposta durante il procedimento civile per fare chiarezza sulla vicenda, per un totale di oltre 400mila euro. 
In sintesi per il giudice del tribunale lecchese l'istruttoria di primo grado avrebbe contraddetto la tesi dell’inadempimento dell’appaltatrice, ritenuta invece ''nell’oggettiva impossibilità a proseguire i lavori per le carenze progettuali e le inerzie del Comune''. L'impresa non avrebbe abbandonato il cantiere ma sarebbe stata messa nelle condizioni di non proseguire le opere mancanti ''per il ritardo nell’adozione della perizia di variante, a cui era tra l’altro collegata la possibilità di contabilizzare le ingenti lavorazioni effettuate in precedenza''.
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Di parere opposto il Comune di Missaglia che lo scorso anno aveva deciso di impugnare la sentenza ricorrendo in Appello. L'esito non è cambiato di molto, per la verità, anche se - a dispetto della sentenza di primo grado - la Corte di Appello ha rideterminato la cifra spettante all'Impresa Bianchi. L'ente dovrà corrispondere al privato 190.219,58 oltre interessi moratori come contrattualmente pattuiti dalla domanda al saldo, oltre alle spese di giudizio. 
Una somma più bassa, ma comunque importante per le casse dell'ente che nelle prossime settimane dovrà riconoscere il debito fuori bilancio in consiglio comunale e versare nelle casse della controparte, la cifra determinata dalle toghe milanesi nella sentenza datata 15 gennaio 2025. 
Peraltro vi è un'ulteriore controversia legale pendente; l'impresa aveva notificato all'ente un atto di precetto, non avendo ricevuto la quota che il Comune era stato condannato a pagare in primo grado, dopo il rigetto dell'istanza di sospensiva da parte della Corte d'Appello. Anche in questo caso l'amministrazione Redaelli aveva deciso di impugnare la sentenza, presentando un altro ricorso; su questa partita tuttavia, non si è ancora arrivati all'esito finale.
G.C.
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