Sale in treno dalla Campania per una truffa ai danni un'anziana oggionese. Arrestato
È comparso questa mattina in Tribunale a Lecco al cospetto del giudice Giulia Barazzetta il 25enne che nelle scorse ore è stato arrestato a Oggiono a seguito di una truffa messa in atto ai danni di un'anziana.
Un fermo al quale si sarebbe giunti a seguito di un servizio di monitoraggio condotto dalla Polfer presso la stazione di Lecco, risultata essere meta - negli ultimi tempi - di individui provenienti dal Sud Italia e in particolare dalla Campania, che una volta scesi dal treno si ritrovano a vagare senza una meta precisa tra gli androni dell’edificio.
L'episodio di cui si è discusso quest'oggi presso il palazzo di giustizia di Corso Promessi Sposi avrebbe infatti portato alla luce l'esistenza di presunti ''esecutori'' di truffe, che all’improvviso ricevono una videochiamata e corrono a prendere un taxi. Il modus operandi parrebbe sempre lo stesso: la persona al telefono fornirebbe indicazioni al soggetto di turno, che a sua volta le riporta all'autista e si fa accompagnare presso un’abitazione, in uno dei comuni del territorio.
I proprietari di casa – molto spesso anziani – sono in realtà le vittime di quella che appare come un'articolata rete, finalizzata a farsi consegnare soldi o altri beni. In poche parole: truffe telefoniche. Dall’altro capo della cornetta una voce che si finge medico o maresciallo dei Carabinieri parla loro di ''figli in ospedale'' o ''nipoti denunciati'' e chiede di radunare il più in fretta possibile denaro contante e oggetti di valore per eventuali ''cure'' o ''cauzioni''. ''Un uomo di fiducia arriverà a breve a prendere i soldi'' viene spesso detto loro.
E in effetti ''l’uomo di fiducia'' riesce a raggiungere l'abitazione dei malcapitati di turno. Arriva, citofona, entra, prende il denaro (o altri oggetti di valore) e se ne va.
Tutti questi movimenti però, hanno iniziato a destare sospetti. Da qui la segnalazione e il monitoraggio della Polfer che nelle scorse ore ha portato - in sinergia con i colleghi della Polizia di Stato della Questura lecchese - all’arresto di un individuo di 25 anni proveniente dalla Campania. Non appena è uscito dall’abitazione oggionese - raggiunta a bordo di un taxi - con un ''pacchetto'' sotto braccio (contenente denaro e gioielli in oro), il soggetto ha trovato davanti a sé la Polizia di Stato. Il provento della truffa è stato restituito alla vittima e lui arrestato.
Stamani l'uomo - difeso dall’avvocato Francesco Cogliati - è stato tradotto in Tribunale a Lecco per essere sottoposto a processo con rito direttissimo.
Dinnanzi al giudice Barazzetta e al pubblico ministero Mattia Mascaro, l'imputato avrebbe sostenuto di essere il mero esecutore di una truffa da lui non pianificata, né organizzata. L'uomo avrebbe ricevuto un telefono cellulare e delle indicazioni: arrivare in stazione a Lecco e attendere una chiamata, recarsi all’indirizzo dato e ritirare soldi e quant’altro le vittime gli avrebbero consegnato.
Il giudice ha disposto nei suoi confronti la misura dell'obbligo di dimora, in attesa del processo calendarizzato per le prossime settimane.
Un fermo al quale si sarebbe giunti a seguito di un servizio di monitoraggio condotto dalla Polfer presso la stazione di Lecco, risultata essere meta - negli ultimi tempi - di individui provenienti dal Sud Italia e in particolare dalla Campania, che una volta scesi dal treno si ritrovano a vagare senza una meta precisa tra gli androni dell’edificio.
L'episodio di cui si è discusso quest'oggi presso il palazzo di giustizia di Corso Promessi Sposi avrebbe infatti portato alla luce l'esistenza di presunti ''esecutori'' di truffe, che all’improvviso ricevono una videochiamata e corrono a prendere un taxi. Il modus operandi parrebbe sempre lo stesso: la persona al telefono fornirebbe indicazioni al soggetto di turno, che a sua volta le riporta all'autista e si fa accompagnare presso un’abitazione, in uno dei comuni del territorio.
I proprietari di casa – molto spesso anziani – sono in realtà le vittime di quella che appare come un'articolata rete, finalizzata a farsi consegnare soldi o altri beni. In poche parole: truffe telefoniche. Dall’altro capo della cornetta una voce che si finge medico o maresciallo dei Carabinieri parla loro di ''figli in ospedale'' o ''nipoti denunciati'' e chiede di radunare il più in fretta possibile denaro contante e oggetti di valore per eventuali ''cure'' o ''cauzioni''. ''Un uomo di fiducia arriverà a breve a prendere i soldi'' viene spesso detto loro.
E in effetti ''l’uomo di fiducia'' riesce a raggiungere l'abitazione dei malcapitati di turno. Arriva, citofona, entra, prende il denaro (o altri oggetti di valore) e se ne va.
Tutti questi movimenti però, hanno iniziato a destare sospetti. Da qui la segnalazione e il monitoraggio della Polfer che nelle scorse ore ha portato - in sinergia con i colleghi della Polizia di Stato della Questura lecchese - all’arresto di un individuo di 25 anni proveniente dalla Campania. Non appena è uscito dall’abitazione oggionese - raggiunta a bordo di un taxi - con un ''pacchetto'' sotto braccio (contenente denaro e gioielli in oro), il soggetto ha trovato davanti a sé la Polizia di Stato. Il provento della truffa è stato restituito alla vittima e lui arrestato.
Stamani l'uomo - difeso dall’avvocato Francesco Cogliati - è stato tradotto in Tribunale a Lecco per essere sottoposto a processo con rito direttissimo.
Dinnanzi al giudice Barazzetta e al pubblico ministero Mattia Mascaro, l'imputato avrebbe sostenuto di essere il mero esecutore di una truffa da lui non pianificata, né organizzata. L'uomo avrebbe ricevuto un telefono cellulare e delle indicazioni: arrivare in stazione a Lecco e attendere una chiamata, recarsi all’indirizzo dato e ritirare soldi e quant’altro le vittime gli avrebbero consegnato.
Il giudice ha disposto nei suoi confronti la misura dell'obbligo di dimora, in attesa del processo calendarizzato per le prossime settimane.
E.Ma.