Oggiono: Giancarlo Longhi, il fondatore della Cà Bianca, si è spento. Aveva novant'anni

I fornelli del ristorante li aveva spenti poco più di una decina di anni fa. Raggiunto ormai da un pezzo il traguardo della pensione, Giancarlo Longhi si era congedato dai suoi clienti, molti dei quali con il tempo erano diventati amici, abbassando per sempre la saracinesca del ristorante Cà Bianca che per circa mezzo secolo aveva gestito insieme alla moglie, a familiari e collaboratori.
Un ristorante mitico, con affaccio sul lago, che aveva reso il nome del suo titolare e chef, famosissimo ben oltre i confini di Oggiono. Un territorio che oggi piange la scomparsa dell'ex esercente, spentosi nella giornata di ieri a novant'anni.
Nativo della vicina Galbiate, da sempre innamorato della cucina, Longhi (all'anagrafe Franco, ma per tutti Giancarlo, o meglio Jack) aveva mosso i primi passi nel mondo della ristorazione insieme alla famiglia della consorte Irma, originaria di Como, che aveva conosciuto quando i due erano poco più che adolescenti. 
longhi.jpg (27 KB)
Giancarlo Longhi

Insieme al suocero Silvio (detto Silvietto) il galbiatese gestì per qualche anno una locanda affacciata sul lago, in Via Dante, dove oggi hanno sede le piscine. Qualche anno più tardi, la decisione di acquistare un terreno poco distante per costruire, pietra dopo pietra, un nuovo ristorante. Un'intuizione rivelatasi più che felice: inaugurato nel 1967 il ristorante Cà Bianca divenne un luogo familiare per moltissime famiglie di Oggiono e dintorni. Scenario di banchetti nuziali, battesimi e cerimonie, era location privilegiata anche per meeting di lavoro, o semplicemente per un pranzo o una cena da consumare con la famiglia o con le persone più care. 
''Papà era amico di tutti: i clienti da noi erano di casa'' ha ricordato Cristina, una dei quattro figli di Giancarlo Longhi. ''Oltre al suo ristorante, amava il lago e anche per i pescatori era un punto di riferimento''.
In cucina, intento a preparare i suoi gustosissimi risotti (piatto forte del locale), ma anche pesce, carne e pasta rigorosamente fatta in casa, ad aiutarlo nella gestione della Cà Bianca - anche albergo tre stelle, dotato di sei camere - c'era la moglie Irma Roscio che si occupava della sala. Una coppia unita nel lavoro e nella vita, con tantissime pagine di storia condivise all'interno del ristorante, che alla chiusura ha lasciato spazio ad una nuova attività ricettiva gestita da un'altra società.
gorbaciov1.jpg (42 KB)
Gorbaciov alla Cà Bianca nel 1993

Tra i ricordi spicca la visita di Mikhail Gorbaciov: un nome legato a doppio filo alla Perestroika e ad un'intera epoca di cambiamenti storici conclusasi nel 1991 con il crollo dell'Urss, di cui fu l'ultimo presidente prima di cedere il potere al suo rivale Boris Ieltsin. Nel 1993, dopo una visita a Missaglia presso l'azienda Caldirola (invitato dall'allora patron Nando, presidente di Vera Brianza), il leader russo si spostò insieme ad un nutrito gruppo di imprenditori e all'inseparabile moglie Raissa, presso il ristorante oggionese. 
E poi Fausto Leali e Adriano Celentano, solo per citare due celebri artisti residenti nel territorio, che varcarono l'ingresso del locale sul lago, chiuso nel 2014 per consentire ai suoi titolari il meritato riposo dopo decenni di lavoro.
I funerali di Giancarlo Longhi - che oltre alla moglie lascia i figli Cristina, Stefano, Massimilano e Silvio, con le rispettive famiglie - si terranno domani alle ore 10 nella chiesa oggionese di Sant'Eufemia.
G.C.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.