Nibionno, morte di Ambra: il giudice dispone i domiciliari con braccialetto elettronico per l'operaio 50enne di Carate

Arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Lo ha disposto per il giudice per le indagini preliminari Gianluca Piantadosi, nei confronti di S.G, classe 1975, ritenuto il responsabile della morte di Ambra De Dionigi, avvenuta lo scorso dicembre a Nibionno. 
Travolta la giovane mentre si trovava alla guida del furgone bianco intestato all'azienda per cui presta servizio, l'uomo - incensurato e residente a Carate Brianza, nella vicina provincia monzese - non si sarebbe poi fermato a prestare soccorso, lasciando la 29enne di Pasturo a terra, in una fredda serata di dicembre.
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Il corpo di Ambra, ormai privo di vita, era stato rinvenuto l'indomani da alcuni testimoni che avevano composto il 112, chiedendo l'intervento dei soccorsi. Nonostante l'arrivo, tempestivo, degli operatori di Sos Lurago supportati da personale medico giunto a Gaggio di Nibionno in elicottero, per la valsassinese non vi era stato nulla da fare. Alle prime ore di lunedì 23 dicembre ne era stato dichiarato il decesso. 
Avviate le indagini, a poco più di un mese dalla tragedia, i Carabinieri del comando provinciale di Lecco - coordinati dalla Procura della Repubblica - hanno stretto il cerchio, iscrivendo il nome dell'operaio caratese - incensurato - sul registro degli indagati e chiedendo nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere.

Ieri mattina in Tribunale l'interrogatorio preventivo al cospetto del neo gip Piantadosi che - udite le parti - si era poi riservato, salvo optare per una misura più lieve, dunque i domiciliari con applicazione del braccialetto.
Omicidio stradale aggravato dalla fuga, l'ipotesi di reato contestata al brianzolo, al quale i Carabinieri sono arrivati a seguito di un complesso lavoro di intelligence, illustrato lunedì mattina in conferenza stampa dal procuratore capo Ezio Domenico Basso e dal comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Nicola Melidonis. La zona scenario del sinistro mortale non era infatti coperta da telecamere riconducibili a sistemi di proprietà comunale. O meglio, alcuni degli occhi elettronici installati nella zona situata al confine con la provincia monzese, non sono serviti a nulla poichè guasti. 
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Ambra De Dionigi

Elemento fondamentale per poter dare il via all'attività investigativa, si è rivelato il video tratto dal sistema di videosorveglianza dell'azienda situata a pochi passi dal luogo della tragedia; seppur in lontananza, dal filmato si vede Ambra De Dionigi percorrere a piedi il controviale della SS36, da Veduggio verso Nibionno, dunque in senso opposto rispetto al furgone bianco contro il quale impatta drammaticamente, e che procede la propria corsa senza fermarsi.
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Il mezzo - intestato ad un'azienda del territorio di cui il cinquantenne è dipendente, ma del quale pare avesse utilizzo esclusivo in quei giorni - è stato poi rinvenuto dagli inquirenti a circa una settimana dal sinistro, presso la ditta intestataria, dove era stato riconsegnato come se nulla fosse la mattina del 23, senza giustificare l'evidente ammaccatura. Esso versava infatti in condizioni a dir poco disastrate; nella parte distrutta vi era un ciondolo appartenente alla vittima, rimasto incastrato presumibilmente a seguito del violento impatto. Impossibile dunque che il conducente non si sia reso conto dell'accaduto, nella convinzione degli inquirenti.
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Gli accertamenti, una volta individuato il mezzo, grazie anche ai resti dello stesso rinvenuti sul luogo scenario dell'incidente, sono poi proseguiti per stabilire chi si trovasse alla guida la sera della tragedia costata la vita ad Ambra De Dionigi. L'operaio di Carate Brianza si trova dunque agli arresti domiciliari, a disposizione dell'autorità giudiziaria.
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