Dal Casatese ai palchi della Milano del teatro-canzone: ''Emilio e gli Ambrogio'' si raccontano

Entusiasmanti novità, inedite proposte e vulcanici progetti: si apre così il 2025 della band casatese ''Emilio e gli Ambrogio''. Quest’anno infatti, il gruppo musicale che da svariati lustri è protagonista di serate e concerti dedicati alla canzone milanese, ha intenzione di dare ulteriore risalto al proprio repertorio, inserendo in scaletta molti brani nuovi: alcuni inediti, altri ''firmati'' dai grandi autori milanesi. 
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Da sinistra Davide Spada, Emilio Sanvittore, Nicola Caldirola, Marco Cazzaniga e Alessio Pamovio

Fra i desideri c'è quello di tornare in teatro, riproponendo magari ''Il Gino e la Gilda'', lo spettacolo di teatro canzone ispirato a ''La Gilda del MacMahon'' di Giovanni Testori che la formazione ha presentato nel maggio 2024 al Gerolamo di Milano.
Emilio Sanvittore - cantante e frontman del gruppo - e il bassista Nicola Caldirola si sono incontrati ''musicalmente'' nel 2005, periodo segnato dalla chiusura di una storica fabbrica, la Ferber di Missaglia. L'idea di dare vita ad un progetto nuovo nasce la sera stessa, nella casa di uno dei due, in Valle Santa Croce.
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''Capiamo subito che non vogliamo un duo - ci ha raccontato Emilio - ma una band vera e propria. Io propongo alla chitarra Marco Cazzaniga; lo chiamiamo e dice subito di sì. Per la batteria Nicola suggerisce Davide Spada: stessa telefonata, stesso esito. La band nasce così, inizialmente come quartetto: poco dopo abbiamo inserito Alessio Pamovio al pianoforte, su segnalazione di Marco Detto, celebre artista jazz al quale avevamo chiesto di segnalarci qualche alunno promettente''.
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L'esibizione a Casatenovo nell'aprile 2024 per il Premio San Giorgio

Già in Valle Santa Croce, a casa di Nicola Caldirola, era emersa la passione comune per Giorgio Gaber, la volontà da parte di Emilio di proporre le sue canzoni, i suoi monologhi. Subito la band si è ispirata ai brani del cantautore milanese, inseriti poi in uno spettacolo di teatro canzone vero e proprio, chiamato ''La vita di G'', il primo degli ''Emilio e gli Ambrogio''.
Con il trascorrere del tempo il gruppo ha ampliato il proprio repertorio, con un omaggio a Enzo Jannacci, caro e intimo amico di Gaber e molti altri brani dei grandi maestri della canzone milanese: Giovanni D’Anzi, Valter Valdi, Dario Fo, Cochi e Renato, Nanni Svampa.
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In una audace e ben equilibrata commistione di inediti e di cover, gli ''Emilio e gli Ambrogio'' si sono misurati con grandi classici, senza mai perdere la propria eccentricità e forma, adattandosi senza compromettersi, determinando con ricercata precisione il ''filtro'' attraverso il quale restituire al pubblico i brani più famosi della canzone milanese. Più volte si sono esibiti sul palco dello Spirit de Milan, in Bovisa, luogo iconico per gli amanti della buona musica e dello stare insieme.
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''Sicuramente la nostra è un'interpretazione molto fisica, rappresenta la nostra firma sul pezzo: si tratta di una caratteristica decisamente peculiare di Emilio e gli Ambrogio. Il vivere così profondamente la canzone, l’esserne trasfigurati, rappresenta il nostro modo di suonare. Stiamo parlando di testi che hanno una profondità veramente toccante, nelle canzoni di Gaber si toccano temi attualissimi, perché nessuno come Gaber ha saputo descrive l’animo umano, mentre Jannacci è decisamente più poetico o onirico, ma altrettanto toccante. A nostro avviso non si può semplicemente suonare certe canzoni, certi capolavori vanno vissuti, altrimenti è meglio dedicarsi ad altro'' ci hanno detto.
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Gli ''Emilio e gli Ambrogio'' cantano di una Milano ben diversa dalla metropoli scintillante che appare nelle pubblicità. ''El nost Milan è decisamente diverso dalla Milano trendy di oggi. Parliamo solo di alcuni aspetti di questa metropoli, quelli che ci hanno affascinato… quelli che hanno ispirato gli artisti che a loro volta hanno segnato la nostra proposta. Cantiamo di una città che sapeva accogliere “si vegni senza paura, nem ve slongarem la man”, così scrisse Giovannino D’Anzi nel 1934, perché una grande metropoli si compone di tutti i tentativi di felicità messi in atto da chi la abita. Non importa se ci abiti da dieci generazioni o ci sei appena arrivato, una grande metropoli è tale solo se ti fa sentire a casa. C’è ancora la nebbia nella Milano che cantiamo noi''.
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Davanti a un panorama musicale che oggi sembra porre la ricerca della bellezza e la sua esposizione nei testi in secondo piano, la band casatese propone un’alternativa, una visione differente che miscela sapientemente novità e classicità con l’intenzione di toccare l’animo del pubblico per raccontare della bellezza attraverso suoni e arrangiamenti che esaltano i testi e le storie che raccontano e che permettono al pubblico di comprenderle più a fondo. 
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''Il pubblico dopo aver preso parte ad uno dei nostri spettacoli, ci pare solitamente felice di aver assisttito ad un'esibizione in cui si dà risalto a delle belle canzoni. Il bello esiste, il bello ci fa bene, emozionarsi, ridere, pensare, fa bene. Una canzone non è vecchia se ti sa ancora emozionare, una canzone è attualissima se sa toccarti dentro'' hanno concluso.
Istrionici, entusiasti, pieni di nuove iniziative e progetti: così si presentano gli ''Emilio e gli Ambrogio'' al loro pubblico, che quest’anno sarà ben contento di poter assistere a inaspettate esibizioni, sempre di gusto, che coloreranno le - talvolta nebbiose -serate milanesi.

Per ulteriori informazioni, consultare il nuovo sito della band:
https://www.emilioegliambrogio.it
L.F.
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