Casatenovo: Luca Attanasio, un operatore di pace. Serata in sala consiliare per ricordarlo
''Fare l’ambasciatore è un po’ come una missione'': queste le parole di Luca Attanasio, diplomatico e ambasciatore morto in Congo il 22 febbraio 2021. La sua vita, dalla giovinezza passando per il suo lavoro e i suoi affetti, è stata al centro dell’incontro di lunedì 10 febbraio organizzato dal Comune di Casatenovo e dalla Pastorale Giovanile nella sala consiliare.![casateattanasio0006.jpg (208 KB)](/public/filemanager/pub_files/2025/Febbraio/casateattanasio0006.jpg)
Ad introdurre la serata è stata l’assessore Gaia Riva che ha sottolineato come la figura di Luca Attanasio sia un esempio per tutti; ha portato poi i suoi saluti al pubblico intervenuto il sindaco Filippo Galbiati ricordando la necessità di dare voce a chi nel silenzio e nelle fatiche quotidiane, costruisce la pace. Riflessione a cui si è unito il prevosto della comunità casatese don Massimo Santambrogio che ha evidenziato il ruolo di Luca come operatore di pace.
La moderatrice dell’incontro è stata Alessandra Facchi, docente presso l’Università degli Studi di Milano che ha portato l’attenzione sul fatto che i diritti umani non sono fatti solo di discorsi, ma soprattutto di azioni e testimonianze concrete e la vita di Luca Attanasio è proprio una testimonianza di come si possa agire efficacemente per difendere i diritti degli altri.![casateattanasio0005.jpg (83 KB)](/public/filemanager/pub_files/2025/Febbraio/casateattanasio0005.jpg)
In tutti gli interventi è stato messo in luce in particolare la ''normalità'' di Luca, cioè il suo essere un giovane che amava divertirsi, stare in compagnia, un ragazzo semplice di cui è stata raccontata l’adolescenza da don Adelio Molteni che lo ha conosciuto e seguito negli anni dell’oratorio a Limbiate, e dall’amica d’infanzia Sefora Luzzini che ha mostrato alcune foto di esperienze vissute insieme, significative per raccontare la personalità del diplomatico.![casateattanasio0002.jpg (67 KB)](/public/filemanager/pub_files/2025/Febbraio/casateattanasio0002.jpg)
Era una persona curiosa e intraprendente, interessato a tutto ciò che lo circondava, non si tirava mai indietro e amava soprattutto vivere quelle esperienze di formazione proposte dall’oratorio, come le gite in montagna, gli incontri per i giovani, gli esercizi spirituali.![casateattanasio0004.jpg (72 KB)](/public/filemanager/pub_files/2025/Febbraio/casateattanasio0004.jpg)
''Era bello, puro, un giovane pieno di vita'' ha continuato don Adelio, sottolineando che Luca era un credente vero, forgiato dalla nonna Anna di fede incrollabile e dalle esperienze vissute. L’amica Sefora infatti racconta di molti momenti vissuti insieme in preghiera e che proprio Luca le ha insegnato a pregare e coltivare questo dialogo col Signore.![casateattanasio0014.jpg (85 KB)](/public/filemanager/pub_files/2025/Febbraio/casateattanasio0014.jpg)
Aveva, inoltre, un grande desiderio di aiutare gli altri, diventava amico di tutti e non si dimenticava mai di nessuno. Piano piano le sue parole, i valori si sono trasformati in azioni concrete: arrivato in Africa non impose la sua cultura ma chiedeva loro di cosa avessero bisogno. Evelyne Kasongo, che fa parte dell’Associazione Luca Attanasio, ha raccontato di come Luca si fosse mischiato al popolo congolese, ''non era venuto a insegnare come vivere, ma chiedeva come poter aiutare e questo significa che sei attento a ciò di cui ho davvero bisogno e non pensi già come mi faccia star bene, che sarebbe un’imposizione''.
Questo ha fatto sì che si creasse un rapporto di fiducia, mentre di solito per la storia pregressa i congolesi guardavano con diffidenza gli occidentali, ha spiegato Evelyne, e questo ha cambiato l’opinione che si ha dell’Italia innanzitutto, tanto che in uno dei recenti scontri, solo l’ambasciata italiana è stata risparmiata dai ribelli, grazie alla fama di Luca e a un modo nuovo che ha portato.![casateattanasio0011.jpg (85 KB)](/public/filemanager/pub_files/2025/Febbraio/casateattanasio0011.jpg)
Nonostante in poco tempo fosse diventato un importante diplomatico, Luca non si è mai sentito superiore agli altri, ha sempre mantenuto un atteggiamento semplice, tanto da vestirsi da angelo al presepe vivente a Limbiate, durante una delle pause dalle sue missioni. Il suo lavoro era una vera e propria chiamata si cui sentiva tutta la responsabilità: si era laureato in economia alla Bocconi, successivamente non soddisfatto dell’impiego che aveva perché capì che non era la sua strada, si iscrisse a un master per poi prepararsi al concorso da diplomatico che passò nel 2003.![casateattanasio0015.jpg (90 KB)](/public/filemanager/pub_files/2025/Febbraio/casateattanasio0015.jpg)
Fu mandato per il primo incarico in Svizzera e fin da subito si distinse per i suoi meriti, il suo fascicolo conteneva molti elogi, tanto che successivamente venne mandato in Marocco, in Nigeria e, a soli 40 anni, in Congo, ad un’età molto più giovane di quello che solitamente avveniva. Qui, insieme alla moglie, dà anche vita a una associazione ''Mamasofia'' che si occupa di donne e di proteggere l’infanzia.
''Luca era visionario, sognatore, con un grande intuito e capisce che in Congo manca una classe dirigente, così inizia a pensare a un progetto di lunga durata'' ha raccontato il padre Salvatore Attanasio - presente all'incontro di Casatenovo con la moglie Alida - che ha poi ripercorso il giorno della morte di suo figlio, sottolineando le ombre che ancora rimangono sui mandanti e le ragioni di questa morte, così come ha richiamato la responsabilità dello Stato Italiano nel processo ai due funzionari delle Nazioni Unite.
Per approfondire la conoscenza della storia del diplomatico è stato scritto un libro di testimonianze “Luca Attanasio. Storia di un ambasciatore di pace” ed è possibile vedere un docufilm girato in Congo dal titolo “Broken dreams”.
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I relatori intervenuti all'incontro di lunedì sera a Casatenovo
Ad introdurre la serata è stata l’assessore Gaia Riva che ha sottolineato come la figura di Luca Attanasio sia un esempio per tutti; ha portato poi i suoi saluti al pubblico intervenuto il sindaco Filippo Galbiati ricordando la necessità di dare voce a chi nel silenzio e nelle fatiche quotidiane, costruisce la pace. Riflessione a cui si è unito il prevosto della comunità casatese don Massimo Santambrogio che ha evidenziato il ruolo di Luca come operatore di pace.
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L'assessore Gaia Riva
In tutti gli interventi è stato messo in luce in particolare la ''normalità'' di Luca, cioè il suo essere un giovane che amava divertirsi, stare in compagnia, un ragazzo semplice di cui è stata raccontata l’adolescenza da don Adelio Molteni che lo ha conosciuto e seguito negli anni dell’oratorio a Limbiate, e dall’amica d’infanzia Sefora Luzzini che ha mostrato alcune foto di esperienze vissute insieme, significative per raccontare la personalità del diplomatico.
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Al microfono il sindaco Filippo Galbiati
Era una persona curiosa e intraprendente, interessato a tutto ciò che lo circondava, non si tirava mai indietro e amava soprattutto vivere quelle esperienze di formazione proposte dall’oratorio, come le gite in montagna, gli incontri per i giovani, gli esercizi spirituali.
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Il parroco don Massimo Santambrogio
''Era bello, puro, un giovane pieno di vita'' ha continuato don Adelio, sottolineando che Luca era un credente vero, forgiato dalla nonna Anna di fede incrollabile e dalle esperienze vissute. L’amica Sefora infatti racconta di molti momenti vissuti insieme in preghiera e che proprio Luca le ha insegnato a pregare e coltivare questo dialogo col Signore.
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Da sinistra don Adelio Molteni, Evelyne Kasongo e Alida Attanasio
Aveva, inoltre, un grande desiderio di aiutare gli altri, diventava amico di tutti e non si dimenticava mai di nessuno. Piano piano le sue parole, i valori si sono trasformati in azioni concrete: arrivato in Africa non impose la sua cultura ma chiedeva loro di cosa avessero bisogno. Evelyne Kasongo, che fa parte dell’Associazione Luca Attanasio, ha raccontato di come Luca si fosse mischiato al popolo congolese, ''non era venuto a insegnare come vivere, ma chiedeva come poter aiutare e questo significa che sei attento a ciò di cui ho davvero bisogno e non pensi già come mi faccia star bene, che sarebbe un’imposizione''.
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La moderatrice Alessandra Facchi accanto a Salvatore Attanasio
Nonostante in poco tempo fosse diventato un importante diplomatico, Luca non si è mai sentito superiore agli altri, ha sempre mantenuto un atteggiamento semplice, tanto da vestirsi da angelo al presepe vivente a Limbiate, durante una delle pause dalle sue missioni. Il suo lavoro era una vera e propria chiamata si cui sentiva tutta la responsabilità: si era laureato in economia alla Bocconi, successivamente non soddisfatto dell’impiego che aveva perché capì che non era la sua strada, si iscrisse a un master per poi prepararsi al concorso da diplomatico che passò nel 2003.
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Sefora Luzzini, amica d'infanzia
Fu mandato per il primo incarico in Svizzera e fin da subito si distinse per i suoi meriti, il suo fascicolo conteneva molti elogi, tanto che successivamente venne mandato in Marocco, in Nigeria e, a soli 40 anni, in Congo, ad un’età molto più giovane di quello che solitamente avveniva. Qui, insieme alla moglie, dà anche vita a una associazione ''Mamasofia'' che si occupa di donne e di proteggere l’infanzia.
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Carolina Ferrario