Dolzago: serata sull'autismo, tanti gli spunti di riflessione
Al via il primo appuntamento della rassegna Pillole di Autismo, svoltasi venerdì sera presso la sala consiliare del comune di Dolzago. Un'iniziativa pensata per sensibilizzare la cittadinanza e offrire strumenti concreti di comprensione ed inclusione.
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L’incontro, moderato da Mauro Meroni, è stato guidato dalle dottoresse Serena Secreti e Serena Carna, esperte nel trattamento del disturbo dello spettro autistico. Presente anche il vicesindaco Simone Baiu, curatore dell’iniziativa, che ha aperto la serata sottolineando l’importanza di questi momenti di confronto alla luce dell'incremento registrato negli ultimi anni: ''nel lecchese si stimano circa 967 persone autistiche, con una prevalenza maschile. La consapevolezza e la formazione sono fondamentali, diventano una necessità per costruire una società più accogliente e attenta". Da qui la volontà dell’amministrazione di approfondire il tema attraverso un ciclo di incontri dedicato.
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Nella serata di ieri, Secreti e Carna, hanno posto l’attenzione sul ruolo di educatori e genitori, fondamentali per l’individuazione precoce e la gestione di comportamenti ripetitivi e stereotipati. "Non si tratta di sopprimere questi comportamenti - ha spiegato la dottoressa Secreti - ma di comprenderli e valutare se interferiscono con la vita quotidiana e l’apprendimento. Se un bambino non riesce a impugnare una penna a causa di movimenti ripetitivi incontrollati, dobbiamo aiutarlo a trovare strategie alternative".
Uno dei punti centrali della serata è stato il ruolo fondamentale dei genitori nell’intervento precoce. "Il percorso è molto diverso se si interviene sin dalla prima infanzia" ha evidenziato la dottoressa Carna. "Le stesse competenze si possono acquisire anche in età più avanzata, ma con tempi molto più lunghi e con una fatica maggiore. Ecco perché il coinvolgimento dei genitori è essenziale: sono loro a passare più tempo con il bambino e a poter applicare strategie quotidiane efficaci".
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Meroni ha poi introdotto il concetto di "masking" o camuffamento sociale, un fenomeno spesso riscontrato nelle ragazze nello spettro autistico, che consiste nell’imitare comportamenti neurotipici per adattarsi all’ambiente circostante. "È un processo estremamente faticoso” ha aggiunto la dottoressa Secreti. "Molte persone, soprattutto di sesso femminile, si sforzano di copiare il modo di vestire, parlare e interagire con gli altri, fino ad arrivare al crollo emotivo perché il dispendio energetico diventa insostenibile".
L'incontro ha offerto spunti di riflessione anche per educatori e insegnanti, che spesso si trovano a osservare caratteristiche e segnali precoci nei bambini. "Meglio una segnalazione in più che una in meno" ha detto Meroni. "Parlare con le famiglie e fornire indicazioni tempestive può davvero fare la differenza" ha aggiunto, approfondendo con le esperte i diversi tratti che interessano questo disturbo, tra cui il ritardo nello sviluppo del linguaggio, la ripetizione frequente di parole o frasi, la monotonia nel suono della voce e l’eccessiva sensibilità a luci intense e suoni acuti.
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A chiusura della serata, l’assessore Baiu ha ribadito l’importanza di costruire una rete sociale più inclusiva: "L’autismo non è un limite, ma un modo diverso di funzionare. Il nostro compito è fornire gli strumenti giusti per permettere a ogni persona di esprimere il proprio potenziale''.
Il ciclo di incontri proseguirà il 21 marzo con una serata dedicata al metodo ABA (Applied Behavior Analysis), che si terrà presso la Biblioteca Civica Ennio Morricone. La dottoressa Tatiana Comelli illustrerà come questo approccio terapeutico possa migliorare l'autonomia e l’apprendimento nei bambini e negli adulti con disturbi dello spettro autistico. "L’ABA non è solo una strategia per bambini autistici" ha ricordato Meroni. "Può essere utile a tutti, perché promuove comportamenti positivi e adattivi in vari contesti della vita quotidiana".
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L’iniziativa continua quindi il suo percorso, con l’obiettivo di sensibilizzare e fornire strumenti concreti per un’inclusione sempre più autentica e consapevole. Il successo di questa prima serata ha dimostrato quanto sia forte il bisogno di approfondire e discutere di questi temi, non solo per chi vive direttamente questa condizione, ma per tutta la comunità. ''Solo attraverso la conoscenza e la condivisione si può davvero costruire una società più equa e capace di accogliere le diversità in ogni loro forma. La risposta del pubblico, attento e partecipe, è stata un chiaro segnale che il percorso intrapreso è quello giusto'' ha aggiunto Meroni.
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Gli organizzatori si augurano che le prossime serate possano essere altrettanto coinvolgenti e utili a tutti coloro che desiderano approfondire e comprendere meglio questo mondo.
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L’incontro, moderato da Mauro Meroni, è stato guidato dalle dottoresse Serena Secreti e Serena Carna, esperte nel trattamento del disturbo dello spettro autistico. Presente anche il vicesindaco Simone Baiu, curatore dell’iniziativa, che ha aperto la serata sottolineando l’importanza di questi momenti di confronto alla luce dell'incremento registrato negli ultimi anni: ''nel lecchese si stimano circa 967 persone autistiche, con una prevalenza maschile. La consapevolezza e la formazione sono fondamentali, diventano una necessità per costruire una società più accogliente e attenta". Da qui la volontà dell’amministrazione di approfondire il tema attraverso un ciclo di incontri dedicato.
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La dottoressa Serena Secreti
Nella serata di ieri, Secreti e Carna, hanno posto l’attenzione sul ruolo di educatori e genitori, fondamentali per l’individuazione precoce e la gestione di comportamenti ripetitivi e stereotipati. "Non si tratta di sopprimere questi comportamenti - ha spiegato la dottoressa Secreti - ma di comprenderli e valutare se interferiscono con la vita quotidiana e l’apprendimento. Se un bambino non riesce a impugnare una penna a causa di movimenti ripetitivi incontrollati, dobbiamo aiutarlo a trovare strategie alternative".
Uno dei punti centrali della serata è stato il ruolo fondamentale dei genitori nell’intervento precoce. "Il percorso è molto diverso se si interviene sin dalla prima infanzia" ha evidenziato la dottoressa Carna. "Le stesse competenze si possono acquisire anche in età più avanzata, ma con tempi molto più lunghi e con una fatica maggiore. Ecco perché il coinvolgimento dei genitori è essenziale: sono loro a passare più tempo con il bambino e a poter applicare strategie quotidiane efficaci".
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La dottoressa Serena Carna
Meroni ha poi introdotto il concetto di "masking" o camuffamento sociale, un fenomeno spesso riscontrato nelle ragazze nello spettro autistico, che consiste nell’imitare comportamenti neurotipici per adattarsi all’ambiente circostante. "È un processo estremamente faticoso” ha aggiunto la dottoressa Secreti. "Molte persone, soprattutto di sesso femminile, si sforzano di copiare il modo di vestire, parlare e interagire con gli altri, fino ad arrivare al crollo emotivo perché il dispendio energetico diventa insostenibile".
L'incontro ha offerto spunti di riflessione anche per educatori e insegnanti, che spesso si trovano a osservare caratteristiche e segnali precoci nei bambini. "Meglio una segnalazione in più che una in meno" ha detto Meroni. "Parlare con le famiglie e fornire indicazioni tempestive può davvero fare la differenza" ha aggiunto, approfondendo con le esperte i diversi tratti che interessano questo disturbo, tra cui il ritardo nello sviluppo del linguaggio, la ripetizione frequente di parole o frasi, la monotonia nel suono della voce e l’eccessiva sensibilità a luci intense e suoni acuti.
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A sinistra il vicesindaco Simone Baiu
A chiusura della serata, l’assessore Baiu ha ribadito l’importanza di costruire una rete sociale più inclusiva: "L’autismo non è un limite, ma un modo diverso di funzionare. Il nostro compito è fornire gli strumenti giusti per permettere a ogni persona di esprimere il proprio potenziale''.
Il ciclo di incontri proseguirà il 21 marzo con una serata dedicata al metodo ABA (Applied Behavior Analysis), che si terrà presso la Biblioteca Civica Ennio Morricone. La dottoressa Tatiana Comelli illustrerà come questo approccio terapeutico possa migliorare l'autonomia e l’apprendimento nei bambini e negli adulti con disturbi dello spettro autistico. "L’ABA non è solo una strategia per bambini autistici" ha ricordato Meroni. "Può essere utile a tutti, perché promuove comportamenti positivi e adattivi in vari contesti della vita quotidiana".
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A destra Mauro Meroni
L’iniziativa continua quindi il suo percorso, con l’obiettivo di sensibilizzare e fornire strumenti concreti per un’inclusione sempre più autentica e consapevole. Il successo di questa prima serata ha dimostrato quanto sia forte il bisogno di approfondire e discutere di questi temi, non solo per chi vive direttamente questa condizione, ma per tutta la comunità. ''Solo attraverso la conoscenza e la condivisione si può davvero costruire una società più equa e capace di accogliere le diversità in ogni loro forma. La risposta del pubblico, attento e partecipe, è stata un chiaro segnale che il percorso intrapreso è quello giusto'' ha aggiunto Meroni.
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Gli organizzatori si augurano che le prossime serate possano essere altrettanto coinvolgenti e utili a tutti coloro che desiderano approfondire e comprendere meglio questo mondo.
Sa.A..