Sirtori, Giorno del Ricordo: in biblioteca iniziativa sull'Esilio con la Compagnia dei Gelosi

In occasione della Giornata del Ricordo la biblioteca comunale di Sirtori ha ospitato la Compagnia dei Gelosi con lo spettacolo ''Bora: il vento dell’esilio''. 
Intorno alle 17 di sabato 15 febbraio, quattro attrici hanno preso posto dietro ai leggii, preparandosi al reading teatrale tratto dal libro ''Bora'' di Anna Maria Milani e Nelida Milani. Una corrispondenza privata, ma scandita dagli eventi storici che hanno crudelmente diviso il popolo istriano in due eserciti, gli ''andati'' e i ''rimasti'', entrambi perduti e sconfitti, esuli in una terra non propria in ogni caso.
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Una voce esterna che ripercorre le date, gli eventi storici che suonano impersonali, con la polvere dei libri di storia si è alternata a due vivide esperienze personali, le storie di Anna e Nelida che ripercorrono l’intreccio delle loro vite all’interno del caotico dopoguerra istriano.
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I ricordi infantili, le tradizioni, le parole italiane e croate per descrivere Pola di Anna , città istriana dove popolazioni diverse convivevano da decenni sono state messe in contrapposizione alla rabbia inestinguibile che tiene in vita Nelida, rimasta nella stessa casa di bambina, ormai in una via che ha un nome in croato. 
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La scenografia simbolica, due valige e due fotografie, una bandiera italiana, ha restituito pienamente il senso dello spettacolo: la fuga è divenuta condizione ontologica per gli esiliati, che, come ha fatto notare Anna con una semplicità disarmante: ''in un mondo pieno di dolori diversi, il dolore di perdere la propria patria è forse tra i più rari. Ciò che ho fatto poi, dopo aver lasciato Pola, è stato solo scappare, a Firenze, a Roma. Correre sempre avanti, oppure scartare di lato, per evitare il dolore''.
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Un sentimento corrosivo, gonfio di rabbia, dolore, sconfitta e delusione ha attraversato ogni parola, ogni espressione, dialettale o ufficiale che fosse, dello spettacolo:  in una piccola stanza, davanti a un pubblico raccolto, attraverso il teatro è stato mosso un tentativo di ricordo, di onore alla vittime delle foibe, agli esuli istriani, a un dolore dimenticato e duraturo che risiede nei cuori di italiani, croati, che, a momenti alterni, hanno perduto la propria patria e hanno visto cancellare la propria esistenza.
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Un tentativo, dunque, di restituzione di esistenza, attraverso il racconto di storie personali che hanno subito le ripercussioni della storia, l’indifferenza delle potenze europee e extraeuropee, che continuano a scontare una pena, che attraversa ancora oggi le diverse generazioni degli esuli.
L.F.
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