Oggiono: ''Sarah la nera'', il giallo di mistero e tradizione di Giovanni Corti
L’autore oggionese Giovanni Corti svela il suo ultimo romanzo, ''Sarah la nera'', fresco di stampa e pubblicato nella collana ''Noir e Gialli'' di Edizioni Il Ciliegio.
In questo nuovo giallo, Corti riprende le indagini del maresciallo Mauro Tulipano, protagonista ormai consolidato dei suoi lavori, portando il lettore, ancora una volta, in un intreccio di mistero, leggende e passioni contrastanti.
''Sarah la nera'' rappresenta infatti il nono libro che l'assessore oggionese (ma residente a Ello) pubblica con la collana, con la quale ha intrapreso la sua avventura letteraria a partire dal 2015 con ''Azzurro Marco''.
Nei successivi titoli – da ''A bello peste et fame libera nos Domine'' a ''Il tribunale degli assenti'' – Corti ha saputo sperimentare stili e atmosfere sempre differenti.
L’ispirazione per quest’ultimo romanzo è nata da un ricordo vivido, riguardando un vecchio album di fotografie di una vacanza trascorsa in Camargue. La regione, situata nel sud della Francia, rivela un paesaggio dai confini fluidi, dove acqua dolce e salata si mescolano e la natura si esprime in tutta la sua selvaggia bellezza. La musica dei Gipsy Kings, insieme alle note di ''Khorakhané'' di Fabrizio De André, ha accompagnato Corti durante la stesura del romanzo, trasformando ricordi e immagini in una trama intrisa di atmosfera e sentimento.
Al centro del romanzo spicca la figura di Sarah, un personaggio che incarna il mistero e le contraddizioni delle leggende popolari. Nella cittadina di Saintes-Maries-de-la-Mer, nella chiesa di Notre-Dame-de-la-Mer, si ergono le statue di Sarah e delle due Marie – Salomé e Jacobé. Le tradizioni, tuttavia, offrono versioni diverse: in alcune leggende, ''Sarah sarebbe la figlia di Gesù e della Maddalena'', mentre nella tradizione gitana, conosciuta come Kalì, la nera, è ricordata come una nobile rom che salvò il suo popolo dal naufragio nei pressi di Aigues-Mortes. La devozione del popolo Romaní per questa figura, definita dall’autore come ''santa non santa'', si manifesta durante le festività del 24 e 25 maggio, quando le statue vengono portate in processione per un rituale di purificazione collettiva.
La storia si infittisce nella fredda Vigilia di Natale, quando a Ravellino viene rinvenuto impiccato il carabiniere Matteo Trevisan, accanto a un suggestivo presepe natalizio. Il giorno seguente, in una radura coperta di neve nella zona della “Marcita” ellese, si scopre il corpo di un giostraio, ucciso con un colpo di pistola alla testa. ''Questi eventi sconvolgenti gettano il maresciallo Mauro Tulipano in un’indagine complessa, intrisa non solo di misteri criminali, ma anche di dramma personale, soprattutto per la perdita di un commilitone e il nascente legame sentimentale con Anita, moglie del defunto'' ha spiegato l’autore, in grado di intrecciare abilmente la cronaca del delitto con il mondo parallelo del popolo nomade, spesso vittima di pregiudizi e stereotipi.
Richiamandosi alle parole di Nicolò Machiavelli – ''non v’è nulla di più difficile da realizzare, né di più incerto esito, né più pericoloso da gestire, che iniziare un nuovo ordine di cose'' – l’autore esplora il difficile passaggio dalla vita nomade a quella stanziale, evidenziando come tale trasformazione richieda un cambiamento non solo esteriore, ma soprattutto interiore.
Gli eventi s’intrecciano così con il mondo nomade, popolato da leggi arcaiche e stereotipi. Si svelano tatuaggi enigmatici e segreti inconfessabili, il dramma personale e il legame sentimentale, processi interiore ardui e pieni di contraddizioni, destini tragici e irrimediabili.
Non meno significativa è la scelta grafica della copertina. L’immagine, tratta dal dipinto ''Zingara distesa, periferia'' (1975) del maestro Paolo Cattaneo, esprime la malinconia e la speranza degli emarginati, evocando al contempo l’attesa di un mondo migliore. Corti spiega il suo legame con quest’opera: ''Ho fortemente voluto quell’immagine perché anch’essa è stata fonte di ispirazione'', e ringrazia Edizioni Il Ciliegio e Enrica, figlia del pittore, per aver concesso l’autorizzazione alla riproduzione.
Ancora una volta Corti è riuscito a trasformare i ricordi, le tradizioni e le leggende in una narrazione densa, coesa e vibrante, capace di coinvolgere il lettore in un viaggio letterario che unisce il mistero del crimine alla magia di un mondo antico, ma ancora vivo.
In questo nuovo giallo, Corti riprende le indagini del maresciallo Mauro Tulipano, protagonista ormai consolidato dei suoi lavori, portando il lettore, ancora una volta, in un intreccio di mistero, leggende e passioni contrastanti.
''Sarah la nera'' rappresenta infatti il nono libro che l'assessore oggionese (ma residente a Ello) pubblica con la collana, con la quale ha intrapreso la sua avventura letteraria a partire dal 2015 con ''Azzurro Marco''.
Nei successivi titoli – da ''A bello peste et fame libera nos Domine'' a ''Il tribunale degli assenti'' – Corti ha saputo sperimentare stili e atmosfere sempre differenti.
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Al centro del romanzo spicca la figura di Sarah, un personaggio che incarna il mistero e le contraddizioni delle leggende popolari. Nella cittadina di Saintes-Maries-de-la-Mer, nella chiesa di Notre-Dame-de-la-Mer, si ergono le statue di Sarah e delle due Marie – Salomé e Jacobé. Le tradizioni, tuttavia, offrono versioni diverse: in alcune leggende, ''Sarah sarebbe la figlia di Gesù e della Maddalena'', mentre nella tradizione gitana, conosciuta come Kalì, la nera, è ricordata come una nobile rom che salvò il suo popolo dal naufragio nei pressi di Aigues-Mortes. La devozione del popolo Romaní per questa figura, definita dall’autore come ''santa non santa'', si manifesta durante le festività del 24 e 25 maggio, quando le statue vengono portate in processione per un rituale di purificazione collettiva.
La storia si infittisce nella fredda Vigilia di Natale, quando a Ravellino viene rinvenuto impiccato il carabiniere Matteo Trevisan, accanto a un suggestivo presepe natalizio. Il giorno seguente, in una radura coperta di neve nella zona della “Marcita” ellese, si scopre il corpo di un giostraio, ucciso con un colpo di pistola alla testa. ''Questi eventi sconvolgenti gettano il maresciallo Mauro Tulipano in un’indagine complessa, intrisa non solo di misteri criminali, ma anche di dramma personale, soprattutto per la perdita di un commilitone e il nascente legame sentimentale con Anita, moglie del defunto'' ha spiegato l’autore, in grado di intrecciare abilmente la cronaca del delitto con il mondo parallelo del popolo nomade, spesso vittima di pregiudizi e stereotipi.
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Gli eventi s’intrecciano così con il mondo nomade, popolato da leggi arcaiche e stereotipi. Si svelano tatuaggi enigmatici e segreti inconfessabili, il dramma personale e il legame sentimentale, processi interiore ardui e pieni di contraddizioni, destini tragici e irrimediabili.
Non meno significativa è la scelta grafica della copertina. L’immagine, tratta dal dipinto ''Zingara distesa, periferia'' (1975) del maestro Paolo Cattaneo, esprime la malinconia e la speranza degli emarginati, evocando al contempo l’attesa di un mondo migliore. Corti spiega il suo legame con quest’opera: ''Ho fortemente voluto quell’immagine perché anch’essa è stata fonte di ispirazione'', e ringrazia Edizioni Il Ciliegio e Enrica, figlia del pittore, per aver concesso l’autorizzazione alla riproduzione.
Ancora una volta Corti è riuscito a trasformare i ricordi, le tradizioni e le leggende in una narrazione densa, coesa e vibrante, capace di coinvolgere il lettore in un viaggio letterario che unisce il mistero del crimine alla magia di un mondo antico, ma ancora vivo.
Sa.A.