Nibionno: Zef Karaci ricorda l'esempio di don Malgesini

Un incontro carico di emozione e fede quello che si è svolto nel pomeriggio di ieri, sabato 22 febbraio, nel salone polivalente dell'oratorio di Cibrone. L'evento proposto dal Comune di Nibionno e realizzato in collaborazione con le Parrocchie di Cibrone e Tabiago è stato infatti l'occasione per ricordare e scoprire la figura di don Roberto Malgesini attraverso il volume scritto da Zef Karaci, ex carcerato a Como, che con il tempo ha costruito con il religioso un rapporto di reciproca stima e affetto.
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A guidare i presenti alla scoperta del volume pubblicato da Karaci e intitolato ''Don Roberto Malgesini. Non c’è inizio senza perdono'', l’amico Alfonso D'Orsi e l’assessore alla cultura del Comune di Nibionno, Davide Biffi. D'Orsi, infatti, ha introdotto l’iniziativa presentando brevemente l’autore, giovane di origini albanesi che, nel corso della sua reclusione in carcere, ha avuto modo di entrare in contatto con don Roberto, ucciso poi nel 2020 a coltellate da uno degli ospiti che aiutava quotidianamente. La detenzione è stata raccontata attraverso le parole di Zef e Alfonso come un’esperienza che prepara all’uscita di una persona nuova, cambiata. “Zef con don Roberto ha avuto tante esperienze e tanti momenti anche fuori dalle mura del carcere: era un uomo semplice e umile, disponibile al dialogo” ha affermato D'Orsi.
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Zef Karaci tra Alfonso D'Orsi (a sinistra) e l'assessore Davide Biffi

Tra il pubblico erano presenti anche i sindaci di Nibionno Laura Di Terlizzi e di Cassago Roberta Marabese, nonché il parroco di Cibrone don Mario Carzaniga, che hanno seguito con attenzione tutto il corso della presentazione approfittando poi per fare alcune domande all’autore. Il libro è il secondo volume che Karaci ha scritto in onore del religioso: al suo interno si ripercorrono episodi centrali della sua esperienza in carcere, che hanno portato l’ex detenuto ad uscire dalla spirale di violenza attraverso la fede.
''Tutte le volte che vengo invitato a parlare di questo libro vivo una forte emozione perché per me è simbolo sia dell'incontro tra me e don Roberto che del mio percorso nella fede'' ha affermato l’autore. ''Se inizialmente vivevo la carcerazione con rabbia, ho imparato piano piano a vincere abbracciando, non picchiando'' ha affermato poi, emozionando tutti i presenti.
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Tutte le volte che Karaci faceva qualcosa di sbagliato, infatti, sentiva che il suo cuore non era disposto a scendere a compromessi con lui: questa consapevolezza, poi, si è amplificata quando ha conosciuto don Roberto. ''Lui era un uomo che si metteva in gioco per i carcerati, non forzava mai i nostri tempi bensì, quando ci vedeva a terra, si sedeva di fianco a noi, prendendoci per mano e non mollando mai la presa''.
Con il tempo infatti Zef si è reso conto di come il suo desiderio più profondo fosse proprio che il tempo speso in carcere non andasse perduto: ha iniziato così a coltivare una stretta amicizia con il religioso, che è diventato suo mentore. ''Abbiamo tutti bisogno di una figura che ci guidi, che ci aiuti senza pregiudizi per uscire dal carcere nel quale si trova il nostro cuore'' ha continuato l’autore. ''Io per i miei errori sono finito in una prigione vera, con le sbarre di ferro, ma tutti noi abbiamo delle ferite e dei dolori che non ci permettono di liberare il cuore''.
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Anche Alfonso D'Orsi ha voluto sottolineare la bontà di don Roberto: un uomo che è stato un vero e proprio esempio di Vangelo incarnato e che ha fatto del bene il suo motto di vita. Al termine della presentazione, l’assessore Biffi ha posto alcune domande all’autore, che ha poi risposto anche ai quesiti del pubblico. Un pomeriggio che è stato dunque l’occasione per portare all’attenzione una testimonianza forte, sottolineando inoltre l’importanza del perdono.
S.L.F.
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