Casatenovo lancia l'appello per istituire un ''Fondo di Comunità''

Un Fondo di Comunità. Nella serata di martedì 25 febbraio presso la sala civica di Villa Facchi a Casatenovo è stata illustrata una nuova iniziativa - alla presenza di Fondazione comunitaria del Lecchese - aperta a tutti i cittadini, imprenditori, associazioni ed amministratori, organizzata in collaborazione con il Comune e la Comunità Pastorale.
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I relatori che hanno preso parte alla serata di ieri a Villa Facchi

L’incontro aveva lo scopo di condividere con i presenti la possibilità di creare un Fondo di Comunità casatese, a partire dal racconto di esperienze già avviate in altri comuni della provincia e che sono state illustrate durante la serata da Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione Lecchese, e da Paolo Dell’Oro, segretario generale della Fondazione, che ha anche illustrato con precisione il funzionamento dei Fondi e il loro rapporto con l'ente. 
Come ha sottolineato il consigliere Gaetano Caldirola in apertura di serata, Casatenovo è pronta per creare un Fondo di Comunità, ovvero uno strumento per prendersi cura di un territorio che, come evidenziato anche nel comunicato di invito all’incontro, è ''solidale, generoso e ricco di tante esperienze di volontariato e di progettualità''. 
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Al microfono il consigliere Gaetano Caldirola

Anche il sindaco Filippo Galbiati ha sottolineato che questa iniziativa non è calata dall’alto, ma il Fondo viene messo a disposizione del territorio perché chi è interessato a prendersene cura possa proporre progetti da finanziare e sostenere.
Molte sono le iniziative che i Fondi della provincia di Lecco hanno messo in campo nella loro attività, in ambito ambientale, culturale, educativo; è una possibilità in più che associazioni e volontari possono attenzionare per proporre iniziative positive per la comunità, di cui Comune e Parrocchia si fanno garanti, in modo da verificare che le proposte siano volte al bene comune e vengano effettivamente realizzate.
Il primo cittadino, inoltre, ricordando Sammy Basso recentemente scomparso, ha ricordato che ''stiamo andando sempre più verso una visione individualista, in cui ognuno persegue la propria felicità individuale, perdendo la dimensione di impegno pubblico, di dedizione agli altri, di gratuità che è da recuperare. Casatenovo è ricca di associazioni e di volontari ma si nota l’esigenza che ci sia un passaggio generazionale per cui questo impegno rivolto al territorio venga consegnato nelle mani dei più giovani''. 
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Anche la presidente Nasazzi, dopo aver ricordato don Andrea Perego - l'ex vicario della comunità pastorale casatese col quale era nata una collaborazione proficua - ha rivolto un pensiero ai giovani ricordando che ''bisogna guardarli con stima'' per aiutarli a vivere con impegno nella comunità a cui appartengono. Proprio i Fondi di comunità sono spazi di cittadinanza, dove si impara a lavorare insieme, a costruire un bene comune, sono luoghi dove incontrarsi e pensare insieme. È importante perciò costruire reti di stima e fiducia perché una Fondazione di comunità può funzionare e resistere al tempo solo se è in grado di cambiare, adattarsi, rigenerarsi con uno sguardo rivolto al futuro e un legame profondo col territorio. 
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Il sindaco Filippo Galbiati

Anche il parroco di Casatenovo, don Massimo Santambrogio nel suo intervento ha ribadito il valore del bene comune che non consiste nella somma dei beni particolari di ciascun soggetto, perché una persona non può trovare compimento solo in sé stessa. Una società che vuole rimanere al servizio dell’essere umano è quella che si propone il bene comune. Dentro il fiorire di associazioni e volontari c’è il rischio del frammentarismo, mentre il bene comune richiede una strada che converga verso lo stesso fine.
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Il parroco don Massimo Santambrogio

Paolo Dell’Oro ha spiegato invece in termini più tecnici il funzionamento del Fondo sottolineando che non nasce un nuovo ente giuridico e che tutta la parte amministrativa spessa alla Fondazione comunitaria del Lecchese, mentre al Fondo si chiede l’attività creativa di elaborazione di progetti che si occupino di intercettare e provare a rispondere ai bisogni del territorio. Quindi il Fondo ha il compito di attivarsi per stimolare la nascita di iniziative rivolte al bene comune e attivarsi per raccogliere donazioni. Questo progetto richiede una azione di corresponsabilità comunitaria, cosicché ogni cittadino si possa sentire parte attiva. Questo non significa sostituirsi alle istituzioni già presenti, ma intervenire laddove le istituzioni non bastano e si riscontra un bisogno specifico, per questo Dell’Oro ha ripreso l’intervento del sindaco ribadendo che il Fondo è uno strumento della comunità.
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Maria Grazia Nasazzi

Ci sarà un Comitato di Gestione, di solito formato da circa sette persone, che si occuperà di cercare donazioni per il Fondo, coinvolgendo gli imprenditori che costituiscono sempre un valore per il territorio e che sempre di più comprendono come il territorio sia una risorsa per le loro aziende. Allo stesso tempo il Comitato dovrà coinvolgere la comunità locale per individuare i bisogni e progettare insieme le risposte e così indicare alla Fondazione comunitaria del Lecchese i progetti da sostenere con le risorse del Fondo. 
I presenti sono stati chiamati a rispondere a questo appello ''per vivere una dimensione di appartenenza al territorio sempre più proficua, che miri al bene della comunità e che sia da tutti vissuta come responsabilità individuale''.
C.F.
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