Bevera: il Gruppo Theatron si esibisce in oratorio. Un successo

Si è tenuto lo scorso fine settimana, sabato 1 marzo con replica la domenica successiva, lo spettacolo proposto dal Gruppo Theatron dal titolo ''L'anima buona della Brianza'', ispirato al capolavoro di Bertolt Brecht ''L'anima buona del Sezuan''.
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La rappresentazione si è tenuta nel salone teatrale dell'oratorio di Bevera alla presenza di un pubblico di 120 persone la prima sera e circa 60 la seconda. Il gruppo teatrale ha ringraziato il parroco don Giovanni Colombo a per la disponibilità e la concessione del patrocinio della Comunità Pastorale Maria Regina degli Apostoli e il Comune di Oggiono, che ha patrocinato l’evento in quanto alcuni ragazzi coinvolti sono residenti in città, dove si sono svolte anche le prove dello spettacolo (a Villa Sironi). Oltre al gruppo teatrale, infatti, sono saliti sul palcoscenico alcuni giovani che hanno seguito il laboratorio teatrale di Elisabetta Rigamonti a scuola, decidendo poi di seguirla in questo progetto. 
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La storia, come anticipato, è ispirata all’opera di Bertold Brecht: Elisabetta Rigamonti, garbagnatese, l’ha riscritta attualizzandola e ambientandola in Brianza. Tre dèi scendono sulla terra alla ricerca di un’anima buona. La trovano in Desirée, protagonista interpretata dall’autrice e regista del testo: costei, aprendo una tabaccheria con i denari ricevuti dagli dèi, scopre però la presenza di persone ambigue e parassite nella società. Volendo rimanere fedele alla sua natura, in certi momenti, davanti agli approfittatori, decide di far rispettare i suoi diritti travestendosi da uomo e diventando suo cugino Giovanni.
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''La cosa che ho cambiato, oltre ad aver ridotto il testo originale, è uno dei personaggi principali che anziché essere l’acquaiolo, è diventato il pagliaccio. La scelta l’ho fatta perché mi serviva qualcuno che oggigiorno fa fatica a campare: mi sembrava che l’artista di strada, l’uomo di circo, rispecchiasse questa esigenza. Il personaggio è stato interpretato da un giovane che frequenta la seconda superiore, Paolo Mirandola e invece la parte dei tre dèi è stata affidata a tre ragazzi che hanno seguito il laboratorio teatrale a scuola. C’erano anche altre ragazze che hanno svolto il ruolo di comparse'' ha spiegato Elisabetta Rigamonti, raccontando la rielaborazione dell’opera che ha conosciuto frequentando un corso di sceneggiatura e regia con la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano.
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''Non era facile, era un testo impegnativo, ma siamo riusciti a renderlo fruibile. Il ''mood'' dei tre dèi ai quali mi sono ispirata è il trio Aldo Giovanni e Giacomo. Per fare in modo che tutto fosse un po’ più leggero ho pensato di dare questa modalità ai tre dèi scesi sulla terra: erano vestiti di bianco, con le tuniche, mentre l’altro protagonista era un vero e proprio pagliaccio''.
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Lo spettacolo era contornato dalla musica dal vivo del maestro Alberto Giudici che ha realizzato le musiche per clarinetti con sue due allieve e dalla mostra di quadri dipinti dagli artisti di Villa Rosa a Molteno, ispirandosi ai temi ''dell’anima buona'' della Brianza: la povertà, l’approfittarsi degli altri, l’amore e la bontà.
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Ha aggiunto Elisabetta Rigamonti: ''È stato un evento importante e molto sentito. Il pubblico è stato contento e la storia è piaciuta.  Per i ragazzi è stata la prima esperienza al di fuori del contesto scolastico, interpretando peraltro un testo di un certo spessore. I due gruppi, quello delle persone adulte e dei giovani, rappresentavano due modi diversi di vedere la vita con gli uni che se ne approfittano e gli altri che sono più leggeri. Le prove si sono svolte separatamente, riunendosi tutti insieme solo qualche volta. È stato un grosso lavoro anche per me che ho riscritto il testo, l’ho asciugato, ho cercato di renderlo fruibile e mi sono occupata di tutto: montare le scene, trovare gli attori, scegliere i costumi, realizzare la scenografia''.
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Ora l’intenzione del gruppo, stante il buon esito di queste serate, è quella di portare questo spettacolo anche in altre piazze.
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