Oggiono: Versi di Vini con il duo Castelnuovo e Ornaghi

Ad Oggiono il progetto "Versi di Vini" ideato e curato da Daniele Folcio, Alice Santambrogio, Diego Riccadonna, dal consigliere comunale di Annone di Brianza Marta Castelnuovo e dall'appassionata dantista e della letteratura in generale Elena Ornaghi, si sta confermando un format culturale di successo e di conseguenza di serio interesse. Nato da una chiacchierata casuale e da una riflessione meditata e ragionata su cosa può fare la cultura per l'indotto economico di un territorio e - viceversa, come può l'attività produttiva ed economica mettere in vetrina la cultura - il format si è naturalmente strutturato in un vero e proprio cenacolo letterario, nel quale la ristorazione prende spunto dalla letteratura per far sperimentare al pubblico nuovi gusti e sapori e per invitare gli appassionati gourmet ad esplorare le caudelie di vini di nicchia di cantine a produzione familiare.
Una ricerca e uno studio, quindi, e di fatto una scommessa per tutti i protagonisti di "Versi di Vini", di un nuovo modo di intendere e di vivere la proposta vinicola e culinaria in uno spirito però più trasversale, perché alla tradizione enogastronomica unisce l'intuizione e l'innovazione di Daniele e Alice, supportati da Diego, senza però tradire la storia dei prodotti ma anzi, esaltandola.
Il tutto attraverso il filo conduttore della grande narrativa classica, le cui pagine riprendono vita grazie a letture sceniche che non solo accompagnano il momento della degustazione, ma ne hanno anche ispirato la preparazione e la selezione.
Una scommessa che ha incoraggiato Marta Castelnuovo ed Elena Ornaghi a mettersi con entusiasmo in gioco unicamente nell'ottica di individuare una nuova modalità di politica culturale, che avvicini i giovani e che nello stesso tempo sostenga le giovani talentuose realtà locali di eccellenza, declinando la loro passione per le scienze umanistiche con il valore sociale del laboratorio e della bottega.
oggiono_versidivini.jpeg (83 KB)
La prima puntata, la fatidica numero zero, era stata dedicata a novembre ad Alessandro Manzoni e alle vicende dei Promessi Sposi. Martedì 25 marzo, nella ricorrenza nazionale del Dantedì, protagonista non poteva che essere il Sommo Poeta, con uno dei temi più difficili e significativi della Divina Commedia, l’esilio, rivissuto nelle letture dei Canti VI Inferno, VI Purgatorio e XVII Paradiso, tenute da Elena Ornaghi. Non sono mancate parentesi di ironia e di facezie, che hanno in questo modo reso ancora più piacevole la serata. "Abbiamo affrontato un vero e proprio viaggio storico e vinicolo – spiega Marta Castelnuovo - seguendo Dante nelle tappe del suo esilio. Siamo partiti da Firenze, abbiamo fatto incursioni in Lunigiana, attraversato la Franciacorta, riposati in Valpolicella e a Verona, approdati infine in Romagna. È stato un viaggio enoletterario che ci ha fatto riscoprire il perché Dante volle scrivere in volgare e cosa fu disposto a soffrire pur di non macchiare la sua dignità politica, intellettuale e umana".
Fanno eco Daniele, Alice e Diego: "La nostra chiave di lettura non poteva che essere l'abbinamento vino-cibo. Abbiamo selezionato calici e cicchetti che potevano rappresentare nel migliore dei modi le tre città "tappe" principali dell'esilio dantesco ma anche essere specchio del contenuto del canto declamato e della personalità dei signori che diedero rifugio a Dante". "È sempre una forte emozione leggere Dante – racconta Elena Orngahi - perché in ogni verso si nasconde un messaggio morale a cui non si può restare indifferenti, e dare voce a tale messaggio richiede di fatto un profondo esame di coscienza".
In conclusione di serata è stato letto il famoso Canto V Inferno, Paolo e Francesca. Il pubblico, sempre attento e partecipe, ha posto una domanda finale che è stata rivolta agli ideatori dell’evento: "a quando la prossima serata di Versi di Vini?".
M.Mau.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.