Sulla chiusura anticipata della scuola primaria servono chiarezza, rispetto e scelte più eque per le famiglie
Durante il consiglio comunale del 3 aprile, il gruppo di minoranza Molteno Bene Comune ha sollevato forti perplessità in merito alla gestione della chiusura anticipata della scuola primaria e all’organizzazione del servizio di conciliazione proposto dal Comune.
Quattro i punti critici evidenziati dai consiglieri.
1. Penali in caso di ritardo dei lavori: nessuna risposta chiara dal Sindaco. Nel corso della discussione è stato chiesto se il contratto per i lavori alla scuola prevedesse penali in caso di ritardi. Il professionista incaricato ha precisato che tale decisione è demandata al Comune. Il Sindaco, tuttavia, non ha fornito alcuna risposta concreta in merito. Una mancanza grave, se si considera che la scuola viene chiusa in anticipo proprio per evitare slittamenti sull’avvio dell’anno scolastico 2025/26.
2. Servizio alternativo di conciliazione: da 200 a 1.000 metri quadri, ma senza riaprire le iscrizioni. Il Comune aveva inizialmente comunicato alle famiglie che il servizio alternativo si sarebbe svolto nel solo locale mensa, di circa 200 mq, con numero chiuso e criteri selettivi. Alla luce di queste condizioni, solo le famiglie di 71 alunni su 167 avevano manifestato interesse. Ora, però, il Comune ha annunciato che sarà disponibile anche la palestra delle scuole medie, portando lo spazio utilizzabile a circa 1.000 mq. Una modifica significativa che cambia completamente lo scenario rispetto a quello annunciato. Molti genitori che hanno rinunciato all’iscrizione basandosi sulle condizioni iniziali, oggi si trovano esclusi. Il gruppo Molteno Bene Comune ha chiesto che venga riaperta la possibilità di adesione, nel rispetto del principio di equità e di accessibilità al servizio.
3. Servizio gratuito, ma con penale da 50 euro: una misura punitiva e inaccettabile. Il regolamento del servizio sostitutivo prevede che le famiglie che, pur avendo iscritto i figli al servizio di conciliazione, decidessero di non farli partecipare “senza comprovata e motivata giustificazione”, debbano pagare una penale di 50 euro.
Una misura che riteniamo vessatoria, sproporzionata e priva di fondamento. È bene ricordare che in questa precisa situazione è il servizio pubblico della scuola dell’obbligo a venire meno per volere dell’Amministrazione, e le famiglie sono giocoforza costrette ad adeguarsi. Una famiglia può decidere, per motivi legittimi -magari legati alle attività proposte, all’organizzazione, agli educatori o anche solo per un cambiamento di programma- di non far frequentare più il proprio figlio: non deve certo renderne conto al Comune. Nessun altro onere dovrebbe essere, in nessun caso, addossato alle famiglie; piuttosto, l’Amministrazione dovrebbe ringraziarle per la comprensione.
4. Si chiude per i lavori, ma la scuola ospiterà i seggi elettorali. Nel corso del consiglio, il Sindaco ha dichiarato che l’8 e il 9 giugno i seggi per i referendum si terranno comunque nella scuola primaria. Una contraddizione evidente: se l’edificio è inagibile per quattro giorni di lezione, come può essere considerato idoneo ad accogliere centinaia di cittadini per due intere giornate elettorali?
Il Sindaco ha provocatoriamente chiesto alla minoranza quali altre strutture si sarebbero potute usare per tenere le lezioni. Abbiamo ricordato che durante la ristrutturazione completa del 2007 le lezioni non furono sospese e che nel seminterrato della scuola media esistono aule utilizzate quotidianamente per laboratori di musica e altre attività: spazi perfettamente utilizzabili per garantire la continuità didattica, anche temporaneamente, spazi che il sindaco riferisce di non conoscere.
Inoltre durante la discussione in consiglio comunale, il sindaco ha dichiarato: “Negli ultimi 4 giorni di scuola non si fa didattica. Se alle elementari negli ultimi 4 giorni si fa lezione, significa che qualcosa è andato storto nel resto dell’anno scolastico.”
Una frase che consideriamo gravissima e inaccettabile, non solo per il tono sprezzante, ma soprattutto per il contenuto.
Con quale diritto un sindaco si arroga il potere di giudicare la programmazione didattica e l'offerta formativa delle scuole primarie?
Chi amministra dovrebbe rispettare l’autonomia scolastica, il lavoro degli insegnanti e l’impegno degli studenti. Screditare il valore della didattica degli ultimi giorni di scuola è un’offesa al mondo della scuola.
Molteno Bene Comune chiede che l’Amministrazione riveda le proprie scelte:
● che venga ritirata la penale da 50 euro
● che vengano riaperte le iscrizioni al servizio di conciliazione
● che si valuti seriamente ogni alternativa per evitare la chiusura anticipata della scuola
Non è con le scorciatoie o le contraddizioni che si governa bene. Serve rispetto per studenti, famiglie e insegnanti.
Quattro i punti critici evidenziati dai consiglieri.
1. Penali in caso di ritardo dei lavori: nessuna risposta chiara dal Sindaco. Nel corso della discussione è stato chiesto se il contratto per i lavori alla scuola prevedesse penali in caso di ritardi. Il professionista incaricato ha precisato che tale decisione è demandata al Comune. Il Sindaco, tuttavia, non ha fornito alcuna risposta concreta in merito. Una mancanza grave, se si considera che la scuola viene chiusa in anticipo proprio per evitare slittamenti sull’avvio dell’anno scolastico 2025/26.
2. Servizio alternativo di conciliazione: da 200 a 1.000 metri quadri, ma senza riaprire le iscrizioni. Il Comune aveva inizialmente comunicato alle famiglie che il servizio alternativo si sarebbe svolto nel solo locale mensa, di circa 200 mq, con numero chiuso e criteri selettivi. Alla luce di queste condizioni, solo le famiglie di 71 alunni su 167 avevano manifestato interesse. Ora, però, il Comune ha annunciato che sarà disponibile anche la palestra delle scuole medie, portando lo spazio utilizzabile a circa 1.000 mq. Una modifica significativa che cambia completamente lo scenario rispetto a quello annunciato. Molti genitori che hanno rinunciato all’iscrizione basandosi sulle condizioni iniziali, oggi si trovano esclusi. Il gruppo Molteno Bene Comune ha chiesto che venga riaperta la possibilità di adesione, nel rispetto del principio di equità e di accessibilità al servizio.
3. Servizio gratuito, ma con penale da 50 euro: una misura punitiva e inaccettabile. Il regolamento del servizio sostitutivo prevede che le famiglie che, pur avendo iscritto i figli al servizio di conciliazione, decidessero di non farli partecipare “senza comprovata e motivata giustificazione”, debbano pagare una penale di 50 euro.
Una misura che riteniamo vessatoria, sproporzionata e priva di fondamento. È bene ricordare che in questa precisa situazione è il servizio pubblico della scuola dell’obbligo a venire meno per volere dell’Amministrazione, e le famiglie sono giocoforza costrette ad adeguarsi. Una famiglia può decidere, per motivi legittimi -magari legati alle attività proposte, all’organizzazione, agli educatori o anche solo per un cambiamento di programma- di non far frequentare più il proprio figlio: non deve certo renderne conto al Comune. Nessun altro onere dovrebbe essere, in nessun caso, addossato alle famiglie; piuttosto, l’Amministrazione dovrebbe ringraziarle per la comprensione.
4. Si chiude per i lavori, ma la scuola ospiterà i seggi elettorali. Nel corso del consiglio, il Sindaco ha dichiarato che l’8 e il 9 giugno i seggi per i referendum si terranno comunque nella scuola primaria. Una contraddizione evidente: se l’edificio è inagibile per quattro giorni di lezione, come può essere considerato idoneo ad accogliere centinaia di cittadini per due intere giornate elettorali?
Il Sindaco ha provocatoriamente chiesto alla minoranza quali altre strutture si sarebbero potute usare per tenere le lezioni. Abbiamo ricordato che durante la ristrutturazione completa del 2007 le lezioni non furono sospese e che nel seminterrato della scuola media esistono aule utilizzate quotidianamente per laboratori di musica e altre attività: spazi perfettamente utilizzabili per garantire la continuità didattica, anche temporaneamente, spazi che il sindaco riferisce di non conoscere.
Inoltre durante la discussione in consiglio comunale, il sindaco ha dichiarato: “Negli ultimi 4 giorni di scuola non si fa didattica. Se alle elementari negli ultimi 4 giorni si fa lezione, significa che qualcosa è andato storto nel resto dell’anno scolastico.”
Una frase che consideriamo gravissima e inaccettabile, non solo per il tono sprezzante, ma soprattutto per il contenuto.
Con quale diritto un sindaco si arroga il potere di giudicare la programmazione didattica e l'offerta formativa delle scuole primarie?
Chi amministra dovrebbe rispettare l’autonomia scolastica, il lavoro degli insegnanti e l’impegno degli studenti. Screditare il valore della didattica degli ultimi giorni di scuola è un’offesa al mondo della scuola.
Molteno Bene Comune chiede che l’Amministrazione riveda le proprie scelte:
● che venga ritirata la penale da 50 euro
● che vengano riaperte le iscrizioni al servizio di conciliazione
● che si valuti seriamente ogni alternativa per evitare la chiusura anticipata della scuola
Non è con le scorciatoie o le contraddizioni che si governa bene. Serve rispetto per studenti, famiglie e insegnanti.
Molteno Bene Comune