Molteno: Papa Francesco raccontato nel libro di Fabio Marchese Ragona
Ieri ha sorpreso tutti arrivando nella basilica di San Pietro senza talare bianca né zucchetto, ma con pantaloni scuri e un poncho a righe su una maglia bianca: ha pregato, ha salutato le restauratrici e alcuni pellegrini. Papa Francesco ancora una volta ha generato stupore per essersi presentato in pubblico in ''borghese'', come un uomo. Lo stesso uomo che, nella sua semplicità e umiltà, emerge dalle pagine di ''Life. La mia storia nella Storia'', la prima autobiografia del pontefice scritta con il giornalista vaticanista Fabio Marchese Ragona, presentata giovedì 10 aprile presso il municipio di Molteno.

All’incontro, promosso con la collaborazione dell’unità pastorale dei Santi Martino e Benedetto, erano presenti anche Monsignor Gianni Cesena, vicario episcopale della zona pastorale III di Lecco della Diocesi di Milano e Stefano Femminis, responsabile dell'ufficio per le comunicazioni sociali della Diocesi di Milano e portavoce dell'Arcivescovo Monsignor Mario Delpini.
''Questo libro è molto interessante e lo dimostra il successo che sta avendo, con varie traduzioni in tutto il mondo. Ringrazio Matteo Bonacina che ci ha aiutato a organizzare l’incontro'' ha detto in apertura il sindaco Giuseppe Chiarella.

''Questo libro è nato da un desiderio di Papa Francesco di dare una testimonianza della sua vita perché i giovani possano leggerlo e non ripetere più gli errori del passato'' ha detto il coautore, raccontando di aver proposto al Papa, durante un’occasione di incontro, di scrivere un libro. ''Mi ha chiesto di inviargli un indice e lui mi ha telefonato dicendo che gli piaceva l’idea di raccontare la sua storia attraverso la Storia. In ogni capitolo, racconta le emozioni in determinati periodi della sua vita e lo fa senza filtri, parlando di episodi molto personali. Racconta traguardi, gioie, dolori, ma anche fatti intimi come i litigi tra gli zii o quando ha perso la testa per una ragazza''.
Il giornalista ha lavorato con il Papa recandosi in Santa Marta per colloqui che duravano anche ore. ''Mi ha detto di fare qualsiasi domanda perché voleva parlare a cuore aperto a tutti. Man mano che scrivevo i capitoli, glieli inviavo e lui faceva la correzione della bozza, sistemando anche le virgole. È un libro che lui ha seguito dall’inizio alla fine e persino all’ultimo ha voluto aggiungere dettagli. È stata la prima volta in cui un Papa scriveva la sua autobiografia, ma ha chiesto ci fosse anche la mia voce per descrivere la scena in modo che il lettore potesse immergersi nell’atmosfera. Mi ha stupito in prima persona perché, accettando di fare questo libro, ha dimostrato di essere una persona di una cultura e un’umiltà sconfinata. Grazie alla sua storia, conoscendolo prima di diventare Papa, mi sono dato risposte su come affronta il pontificato, come i migranti, che gli stanno a cuore: i nonni lo sono stati e il padre aveva lo stipendio decurtato perché non era argentino. Lui ha vissuto in mezzo alla povertà, anche quando era arcivescovo di Buenos Aires''.

Jorge Mario Bergoglio, per il suo pontificato, ha dato forma alla sua concezione della Chiesa aperta ai bisognosi anche nella scelta del nome: Francesco è infatti il santo dei poveri e della pace.
Per Stefano Femminis, che nel 2018 scrisse un libro sulle prime volte del Papa, ''Life'' aiuta a capire la figura del vescovo di Roma, ma è utile anche per una riflessione su noi stessi e la Chiesa. ''Mi ha colpito ritrovare nelle pagine del libro la libertà interiore di Papa Francesco: vediamo la sua capacità di essere innovatore, di avere uno sguardo per le situazioni impreviste sia per se stessi sia per il mondo. Il Papa, nel raccontare le sue emozioni e i fatti, ha sempre avuto uno sguardo libero, con la capacità di essere se stesso, al di là dei vincoli di protocollo. All’inizio colpì molto il fatto che concedesse interviste, tra cui quelle alle riviste di strada: è un Papa che va oltre il dogma e dice di non fermarsi al: si è sempre fatto così. Nel libro si trovano i momenti prima dell’elezione, le prime ore da Papa, la scelta del nome, la sua definizione di se stesso come Vescovo di Roma, la decisione di non vivere nell’appartamento apostolico ma a Santa Marta. Noi siamo abituati a vederlo nel suo ruolo di Papa, ma tutto questo era una sua caratteristica anche prima. Il libro contiene inoltre il racconto di una vita all’interno di una vita più ampia. C’è Bergoglio prima ancora di Francesco: capiamo meglio il suo stile e le sue caratteristiche leggendo la sua biografia. Il Papa fa un lavoro sul proprio carattere, sulla modalità di entrare in relazione con gli altri''.

Monsignor Gianni Cesena ha offerto altri spunti sul libro, all’interno del quale si trovano temi della storia e del papato. ''La lettura ha suscitato in me un riflesso personale: ho letto il libro pensando alla mia vita. Mi sono domandato che cosa hanno significato e quali riflessioni hanno indotto, per la mia persona, gli avvenimenti mondiali di cui si parla nel testo. Emerge così la nostra capacità di rilettura e di come essere nella Storia. In un tempo di conflitti, delusioni, ho l’impressione che la gente si ritiri in una bolla propria e non vada nel mondo, cercando di anestetizzare il tutto per coltivare il proprio orticello. Quale aspetto della vita che portiamo dentro?''.

Il vicario episcopale ha condiviso il suo ricordo personale: quando, durante la sua visita in Argentina in qualità di direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie, si era recato all’arcivescovado di Buenos Aires ed era stato accolto da Bergoglio. ''Aveva fatto da portinaio, poi ci aveva offerto il caffè e, quando avevamo iniziato a parlare in spagnolo, ci disse di parlare in italiano perché così ''capivano tutti''.
Il secondo punto del testo su cui si è focalizzato Monsignor Cesena è l’aspetto storico: ''Quanti traggono l’insegnamento dalla storia? Oggi pensiamo di avere subito in mano le risposte. Che cosa nella nostra società possiamo imparare guardando alla storia? Le guerre in Ucraina e Israele ci hanno portato indietro di almeno un secolo''. L’ultimo tratto della lettura è cristiano. ''I Vangeli, alla fine, non sono testi di principi e nemmeno istruzioni per l’uso alla vita ma narrazioni di fatti con cui potersi confrontare. Questo libro è una lunga narrazione di occasioni che ci interroga come ecclesiastici perché a volte la forza dei fatti è più importante della forza dei principi. La narrazione dei fatti diventa istruttiva e possiamo fare un esame di coscienza per sapere come prendere in mano la nostra vita''.

Don Giandomenico Colombo, parroco di Molteno, ha commentato l’incontro con queste parole: ''Le persone diventano preziose e importanti nel momento in cui sanno donare la vita. Questo Papa lo sento così, come una persona che ci sorprende continuamente per la sua capacità di dare speranza, di far capire come la vita sia un miracolo. Pensando a Papa Francesco, ho pensato che Gesù fosse così. Di fronte ai problemi geopolitici davanti ai quali mi sento perso, dico che dobbiamo rendere bella la vita che ci è consegnata. Nella misura in cui facciamo fiorire il nostro pezzetto, rendiamo migliore il mondo attorno a noi''.
Il libro ha il pregio di raccontare la storia di vita dell’uomo Jorge Mario Bergoglio, dalla sua infanzia, alla maturazione con la scelta di affidamento a Dio, passando per i suoi primi incarichi, il periodo di studi in Germania e il ritorno in Argentina, la nomina ad Arcivescovo di Buenos Aires fino alla nomina a Papa e al Covid. In conclusione, il pensiero sulla Chiesa del futuro che, secondo lui, sarà come l’aveva pensata papa Benedetto XVI: una Chiesa madre che accolga tutti, piccola e popolare, ma anche pulita, genuina, senza scandali.

Il testo fa conoscere la persona, le scelte, il suo ''essere pastore con addosso l’odore delle pecore'', la sua visione del mondo e della Chiesa e aiuta a comprendere che, per stare nel mondo, dobbiamo partire dalle nostre esistenze, come Papa Francesco esorta a fare in un passaggio del suo libro: ''Rileggere la storia della nostra vita è importante per fare memoria e poter trasmettere qualcosa a chi ascolta. Per imparare a vivere, però, tutti noi dobbiamo imparare ad amare''.

Il giornalista vaticanista Fabio Marchese Ragona
All’incontro, promosso con la collaborazione dell’unità pastorale dei Santi Martino e Benedetto, erano presenti anche Monsignor Gianni Cesena, vicario episcopale della zona pastorale III di Lecco della Diocesi di Milano e Stefano Femminis, responsabile dell'ufficio per le comunicazioni sociali della Diocesi di Milano e portavoce dell'Arcivescovo Monsignor Mario Delpini.
''Questo libro è molto interessante e lo dimostra il successo che sta avendo, con varie traduzioni in tutto il mondo. Ringrazio Matteo Bonacina che ci ha aiutato a organizzare l’incontro'' ha detto in apertura il sindaco Giuseppe Chiarella.

''Questo libro è nato da un desiderio di Papa Francesco di dare una testimonianza della sua vita perché i giovani possano leggerlo e non ripetere più gli errori del passato'' ha detto il coautore, raccontando di aver proposto al Papa, durante un’occasione di incontro, di scrivere un libro. ''Mi ha chiesto di inviargli un indice e lui mi ha telefonato dicendo che gli piaceva l’idea di raccontare la sua storia attraverso la Storia. In ogni capitolo, racconta le emozioni in determinati periodi della sua vita e lo fa senza filtri, parlando di episodi molto personali. Racconta traguardi, gioie, dolori, ma anche fatti intimi come i litigi tra gli zii o quando ha perso la testa per una ragazza''.


Jorge Mario Bergoglio, per il suo pontificato, ha dato forma alla sua concezione della Chiesa aperta ai bisognosi anche nella scelta del nome: Francesco è infatti il santo dei poveri e della pace.
Per Stefano Femminis, che nel 2018 scrisse un libro sulle prime volte del Papa, ''Life'' aiuta a capire la figura del vescovo di Roma, ma è utile anche per una riflessione su noi stessi e la Chiesa. ''Mi ha colpito ritrovare nelle pagine del libro la libertà interiore di Papa Francesco: vediamo la sua capacità di essere innovatore, di avere uno sguardo per le situazioni impreviste sia per se stessi sia per il mondo. Il Papa, nel raccontare le sue emozioni e i fatti, ha sempre avuto uno sguardo libero, con la capacità di essere se stesso, al di là dei vincoli di protocollo. All’inizio colpì molto il fatto che concedesse interviste, tra cui quelle alle riviste di strada: è un Papa che va oltre il dogma e dice di non fermarsi al: si è sempre fatto così. Nel libro si trovano i momenti prima dell’elezione, le prime ore da Papa, la scelta del nome, la sua definizione di se stesso come Vescovo di Roma, la decisione di non vivere nell’appartamento apostolico ma a Santa Marta. Noi siamo abituati a vederlo nel suo ruolo di Papa, ma tutto questo era una sua caratteristica anche prima. Il libro contiene inoltre il racconto di una vita all’interno di una vita più ampia. C’è Bergoglio prima ancora di Francesco: capiamo meglio il suo stile e le sue caratteristiche leggendo la sua biografia. Il Papa fa un lavoro sul proprio carattere, sulla modalità di entrare in relazione con gli altri''.

Monsignor Gianni Cesena ha offerto altri spunti sul libro, all’interno del quale si trovano temi della storia e del papato. ''La lettura ha suscitato in me un riflesso personale: ho letto il libro pensando alla mia vita. Mi sono domandato che cosa hanno significato e quali riflessioni hanno indotto, per la mia persona, gli avvenimenti mondiali di cui si parla nel testo. Emerge così la nostra capacità di rilettura e di come essere nella Storia. In un tempo di conflitti, delusioni, ho l’impressione che la gente si ritiri in una bolla propria e non vada nel mondo, cercando di anestetizzare il tutto per coltivare il proprio orticello. Quale aspetto della vita che portiamo dentro?''.

Monsignor Gianni Cesena
Il vicario episcopale ha condiviso il suo ricordo personale: quando, durante la sua visita in Argentina in qualità di direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie, si era recato all’arcivescovado di Buenos Aires ed era stato accolto da Bergoglio. ''Aveva fatto da portinaio, poi ci aveva offerto il caffè e, quando avevamo iniziato a parlare in spagnolo, ci disse di parlare in italiano perché così ''capivano tutti''.
Il secondo punto del testo su cui si è focalizzato Monsignor Cesena è l’aspetto storico: ''Quanti traggono l’insegnamento dalla storia? Oggi pensiamo di avere subito in mano le risposte. Che cosa nella nostra società possiamo imparare guardando alla storia? Le guerre in Ucraina e Israele ci hanno portato indietro di almeno un secolo''. L’ultimo tratto della lettura è cristiano. ''I Vangeli, alla fine, non sono testi di principi e nemmeno istruzioni per l’uso alla vita ma narrazioni di fatti con cui potersi confrontare. Questo libro è una lunga narrazione di occasioni che ci interroga come ecclesiastici perché a volte la forza dei fatti è più importante della forza dei principi. La narrazione dei fatti diventa istruttiva e possiamo fare un esame di coscienza per sapere come prendere in mano la nostra vita''.

Don Giandomenico Colombo, parroco di Molteno, ha commentato l’incontro con queste parole: ''Le persone diventano preziose e importanti nel momento in cui sanno donare la vita. Questo Papa lo sento così, come una persona che ci sorprende continuamente per la sua capacità di dare speranza, di far capire come la vita sia un miracolo. Pensando a Papa Francesco, ho pensato che Gesù fosse così. Di fronte ai problemi geopolitici davanti ai quali mi sento perso, dico che dobbiamo rendere bella la vita che ci è consegnata. Nella misura in cui facciamo fiorire il nostro pezzetto, rendiamo migliore il mondo attorno a noi''.
Il libro ha il pregio di raccontare la storia di vita dell’uomo Jorge Mario Bergoglio, dalla sua infanzia, alla maturazione con la scelta di affidamento a Dio, passando per i suoi primi incarichi, il periodo di studi in Germania e il ritorno in Argentina, la nomina ad Arcivescovo di Buenos Aires fino alla nomina a Papa e al Covid. In conclusione, il pensiero sulla Chiesa del futuro che, secondo lui, sarà come l’aveva pensata papa Benedetto XVI: una Chiesa madre che accolga tutti, piccola e popolare, ma anche pulita, genuina, senza scandali.

Il testo fa conoscere la persona, le scelte, il suo ''essere pastore con addosso l’odore delle pecore'', la sua visione del mondo e della Chiesa e aiuta a comprendere che, per stare nel mondo, dobbiamo partire dalle nostre esistenze, come Papa Francesco esorta a fare in un passaggio del suo libro: ''Rileggere la storia della nostra vita è importante per fare memoria e poter trasmettere qualcosa a chi ascolta. Per imparare a vivere, però, tutti noi dobbiamo imparare ad amare''.
M.Mau.