Monticello: AREU, Guardia Medica e Pronto Soccorso. La situazione nel meratese
Altra serata di successo per l’ormai celeberrimo ciclo ''I Giovedì de Mandic'' che lo scorso 10 aprile a Monticello ha attirato diversi cittadini per conoscere più da vicino la gestione dell’urgenza nel territorio meratese. Si tratta del sesto appuntamento di una serie di incontri pubblici promossi per permettere alla popolazione di confrontarsi con i professionisti della sanità pubblica, fare domande e approfondire il panorama sanitario che ci circonda e coinvolge. Dopo gli appuntamenti a Merate, Casatenovo, Olgiate Molgora, Missaglia ed Osnago, l’iniziativa si è spostata nel salone polivalente della Baita degli Alpini a Monticello.

''Sono felice che ci siano molti partecipanti a questa serata: ringrazio l’Asst e l’ambito distrettuale di Merate, in particolar modo chi si occupa di urgenza. Grazie a questa iniziativa i medici e gli specialisti di determinati settori escono dalle mura degli ospedali e si mettono a disposizione della cittadinanza rispondendo a domande, togliendo così molti dubbi. L’ospedale è un sistema complesso composto da tante personalità dotate di grande esperienza, non nascondo che ci siano delle criticità, ma credo che si possa sempre fare meglio e partire dalle eccellenze che già abbiamo. Recentemente ho toccato con mano il modo di lavorare del Mandic, ho visto come lavorano sulle persone, la loro professionalità, ma soprattutto la grande umanità nel non far mai sentire le persone ricoverate da sole'' ha detto il sindaco Alessandra Hofmann accogliendo i presenti e introducendo la serata.

L’incontro ha visto ancora una volta la presenza - in qualità di moderatore - di Fabio Crippa, presidente dell’ambito distrettuale di Merate, fra i promotori di questa serie di incontri. La serata è stata l’occasione per i numerosi cittadini presenti di confrontarsi direttamente con il sistema del pronto intervento in caso di emergenza. Dalla chiamata al numero unico 112 al ricovero in ospedale, fino al più semplice aiuto con la Guardia Medica, i diversi esperti si sono alternati al microfono proprio per spiegare i punti di forza e le possibili problematiche del sistema portando anche indicazioni pratiche e molti consigli.

Il primo ad intervenire è stato il dottor Mario Cerino, direttore AAT 118 dell’Asst di Lecco che ha spiegato il modo di procedere dell’agenzia regionale emergenza urgenza (AREU) dal momento della chiamata al 112 fino all’arrivo in ospedale. Quando il richiedente soccorso chiama il numero unico 112, la telefonata viene smistata in uno dei tre centri lombardi ovvero Milano, Brescia e Varese che è quello poi relativo al nostro territorio. Il filtro del sistema farà una prima scrematura che eliminerà le chiamate non di emergenza, che solitamente costituiscono il 55% del totale. A quel punto si passerà ad un operatore che chiederà dove ci troviamo e di cosa abbiamo bisogno, se l’emergenza è di tipo sanitario verremo automaticamente indirizzati a Soregu (Agenzia regionale emergenza urgenza) per il territorio dei laghi.

''Una volta che passiamo al dipartimento sanitario ci verranno fatte delle domande semplici che però, in situazioni di emergenza potrebbero sembrare veramente complicate. Noi dobbiamo cercare di mantenere la calma e rispondere in modo esaustivo per permettere la corretta identificazione del problema e quindi ricevere i mezzi idonei come supporto; una volta terminata la chiamata, consiglio di tenere libero il telefono perché potremmo essere richiamati per verificare la situazione e per ulteriori informazioni – ha spiegato il dottor Cerino – a quel punto in automatico viene definito il codice di gravità che può essere bianco, verde, giallo o rosso e di conseguenza si sceglie il mezzo da inviare. Il mezzo di soccorso di base è l’ambulanza con due o tre soccorritori, tutto personale preparato per affrontare le emergenze, in alternativa si può utilizzare un’auto medica con infermiere (in grado di intervenire in modo autonomo) o con medico, e nei casi più gravi e per raggiungere i posti più impervi viene richiesto l’intervento dell’elisoccorso. Attualmente il meratese è provvisto di ambulanze h24, un’auto medica, ma ci sono molti mezzi dei territori limitrofi pronti ad entrare in azione''.

Dalla spiegazione del dottor Cerino è emerso quanto sia ormai fondamentale la rete che si attiva nel momento delle chiamata e che è in grado di fornire al paziente la miglior soluzione possibile. L’operatore infatti valuta la gravità del problema, ma cerca anche di individuarne la causa per indirizzarlo nell’ospedale più idoneo. Non sempre infatti la struttura più vicina è la migliore, in base alla problematica viene scelta quella più attrezzata e solitamente viene selezionata tra quattro macro gruppi. Nel caso di un paziente con un deterioramento importante, ma momentaneo delle funzioni respiratorie, in caso di arresto cardiaco, viene inserito nella rete Ecmo (ovvero necessità di ossigenazione extracorporea) e il centro di riferimento è l’ospedale Manzoni. Si parla invece di rete Stemi nel caso di infarto cardiaco e le strutture di riferimento sono ancora una volta Lecco e Merate. Per l’ictus ed ischemia con conseguente impedimento del corretto afflusso di sangue c’è prima un intervento dei soccorritori, tutti addestrati per individuare un ictus, e i centri di riferimento sono veramente molteplici. Infine per i traumi il nostro territorio è collegato con centri specialistici rappresentati dall’ospedale di Monza e di Varese, ma se di entità minore i pazienti possono essere assistiti anche in strutture differenti.

Gli ospedali lombardi stanno affrontando una fase di transizione per potenziare l’assegnazione dei codici pazienti e soprattutto le strutture. Nel 2015 un decreto ministeriale ha diviso i presidi medici per livello anche in base al volume dei pazienti che si possono gestire. Gli ospedali più in grado di garantire cure a un largo numero di pazienti sono gli hub o strutture di secondo livello, ci sono poi gli ospedali di primo livello/spoke come l’ospedale di Merate ed infine dei pronto soccorso di base. Attualmente in Lombardia ci sono 13 strutture di secondo livello, 44 di primo e 42 pronto soccorso, una vera e propria rete costruita grazie ad una stretta collaborazione e comunicazione che risulta fondamentale per un pronto intervento mirato.
''Rispetto a qualche anno fa sono cambiate diverse cose: quando il paziente arriva in struttura viene sottoposto al triage per classificare la sua problematica e ad una serie di esami mirati per fare una diagnosi più approfondita che purtroppo allunga i tempi di attesa. Il sistema è in continua fase di miglioramento, ma non è esente di criticità, per esempio ci sono molte persone che si recano autonomamente al pronto soccorso e potrebbero non trovarsi nel posto giusto. Sicuramente il 112 avrebbe bisogno di avere strumenti ancora più adeguati e c’è il rischio di sovrastimare la problematica del paziente, lo si manda direttamente nei centri di secondo livello che rischiano spesso di essere sovraffollati. C’è carenza di personale e bisognerebbe trovare una soluzione a questo grande problema che grava fortemente sulla popolazione'' ha spiegato il dottor Giovanni Buonocore, direttore del pronto soccorso dell’ospedale di Merate che ha così illustrato ai pazienti le fasi successive all’arrivo in pronto soccorso.

Attualmente il pronto soccorso di Merate ha una superficie di 750 metri quadrati, dispone di una sala di emodinamica e una risonanza magnetica. Ci sono 17 postazioni dotate di gas medicali, monitoraggio invasivo centralizzato dei parametri vitali e due sistemi rigidi per radiologia. Per il futuro si vuole avviare un allargamento della struttura arrivando ad una superficie di 1250 metri quadri ed un totale di 22 posti letto.
L’ultimo ad intervenire durante la serata è stato il dottor Eugenio Scopinaro, direttore S.C. Cure Primarie dell’ASST di Lecco che ha fornito una panoramica sull’ambito della Guardia Medica. Professione spesso sottovalutata, questa figura in azione negli orari serali e h24 nei giorni festivi e prefestivi. Queste figure garantiscono l’assistenza sanitaria non specializzata della medicina generale e della pediatria di famiglia nel caso in cui non si possa attendere la ripresa dell’attività del proprio medico curante. Le prestazioni previste sono le visite mediche non con urgenza, la prescrizione di farmaci per terapia immediata andando a ricoprire un ciclo non superiore a 72 ore, certificato di un giorno di malattia e la costatazione del decesso che corrisponde al maggior carico di lavoro delle guardie mediche.

''Per poter contattare la Guardia Medica si chiama il numero 116117 che consente al paziente di ricevere una prima consulenza e poi ricevere delle prime indicazioni ed eventualmente poi visitare l’ambulatorio. Attualmente la provincia di Lecco dispone di 9 sedi, tra cui quelle di Merate e di Casatenovo. Gli orari di picco sono quelli serali e in particolare nei mesi estivi a causa del grande caldo. Ai pazienti consigliamo sempre di chiamare prima il numero e non recarsi autonomamente in ambulatorio, non sempre potrebbero trovare del personale medico e spesso non è nemmeno il caso di farlo. La Lombardia sta lavorando fortemente sul sistema per cercare di rispondere ai bisogni dei cittadini, ma anche ai medici che devono intervenire. Si vuole creare una vera e propria rete, in parte già attiva in provincia di Monza e Brianza, per dare maggiore supporto e una risposta più vicina agli assistiti'' ha detto il dottor Scopinaro che ha spiegato come nella provincia di Monza e Brianza si sia messa a punto una riorganizzazione del servizio che convoglia le chiamate nella sede centrale di Carate; il paziente viene assistito telefonicamente ed eventualmente indirizzato ad un pronto soccorso o sottoposto ad una visita a domicilio. In questo progetto non sarà più presente la possibilità di recarsi personalmente ad un ambulatorio durante l’orario notturno.
La serata di giovedì ha visto la presenza, oltre che del già citato sindaco Alessandra Hofmann, anche del vice sindaco ed assessore ai lavori pubblici Roberto De Simone, l’assessore ai servizi della persona Francesca Viganò, Milena Mucci in rappresentanza del gruppo di opposizione; c'erano poi alcuni esponenti della Croce Rossa Comitato di Casatenovo, infine il direttore generale dell’Asst Lecco Marco Trivelli.

Al termine degli interventi dei relatori c’è stato spazio per un formativo momento di discussione in cui i cittadini hanno messo in evidenza le ormai eccesive problematiche che riguardano il sistema sanitario come la mancanza di un numero adeguato di personale e la carenza di sicurezza nei confronti dei medici, soprattutto in orari notturni. Purtroppo nessuno dei relatori è riuscito a dare una risposta ed una soluzione completa facendo emergere così, come confermato dallo stesso direttore generale dell’Asst Lecco Trivelli, l’assoluta necessità di lavorare ancora più duramente sul sistema e di invogliare sempre più operatori a scegliere il nostro territorio.
''I Giovedì del Mandic'' proseguiranno il prossimo 8 maggio presso l’auditorium Giusi Spezzaferri a Merate, con l’ultimo del ciclo dei sette incontri dal titolo ''Mandic, nuovo centro chirurgico''.

Il tavolo dei relatori intervenuti e a destra il sindaco Alessandra Hofmann
''Sono felice che ci siano molti partecipanti a questa serata: ringrazio l’Asst e l’ambito distrettuale di Merate, in particolar modo chi si occupa di urgenza. Grazie a questa iniziativa i medici e gli specialisti di determinati settori escono dalle mura degli ospedali e si mettono a disposizione della cittadinanza rispondendo a domande, togliendo così molti dubbi. L’ospedale è un sistema complesso composto da tante personalità dotate di grande esperienza, non nascondo che ci siano delle criticità, ma credo che si possa sempre fare meglio e partire dalle eccellenze che già abbiamo. Recentemente ho toccato con mano il modo di lavorare del Mandic, ho visto come lavorano sulle persone, la loro professionalità, ma soprattutto la grande umanità nel non far mai sentire le persone ricoverate da sole'' ha detto il sindaco Alessandra Hofmann accogliendo i presenti e introducendo la serata.

L’incontro ha visto ancora una volta la presenza - in qualità di moderatore - di Fabio Crippa, presidente dell’ambito distrettuale di Merate, fra i promotori di questa serie di incontri. La serata è stata l’occasione per i numerosi cittadini presenti di confrontarsi direttamente con il sistema del pronto intervento in caso di emergenza. Dalla chiamata al numero unico 112 al ricovero in ospedale, fino al più semplice aiuto con la Guardia Medica, i diversi esperti si sono alternati al microfono proprio per spiegare i punti di forza e le possibili problematiche del sistema portando anche indicazioni pratiche e molti consigli.

Fabio Crippa (a sinistra) e il dottor Mario Cerino
Il primo ad intervenire è stato il dottor Mario Cerino, direttore AAT 118 dell’Asst di Lecco che ha spiegato il modo di procedere dell’agenzia regionale emergenza urgenza (AREU) dal momento della chiamata al 112 fino all’arrivo in ospedale. Quando il richiedente soccorso chiama il numero unico 112, la telefonata viene smistata in uno dei tre centri lombardi ovvero Milano, Brescia e Varese che è quello poi relativo al nostro territorio. Il filtro del sistema farà una prima scrematura che eliminerà le chiamate non di emergenza, che solitamente costituiscono il 55% del totale. A quel punto si passerà ad un operatore che chiederà dove ci troviamo e di cosa abbiamo bisogno, se l’emergenza è di tipo sanitario verremo automaticamente indirizzati a Soregu (Agenzia regionale emergenza urgenza) per il territorio dei laghi.

''Una volta che passiamo al dipartimento sanitario ci verranno fatte delle domande semplici che però, in situazioni di emergenza potrebbero sembrare veramente complicate. Noi dobbiamo cercare di mantenere la calma e rispondere in modo esaustivo per permettere la corretta identificazione del problema e quindi ricevere i mezzi idonei come supporto; una volta terminata la chiamata, consiglio di tenere libero il telefono perché potremmo essere richiamati per verificare la situazione e per ulteriori informazioni – ha spiegato il dottor Cerino – a quel punto in automatico viene definito il codice di gravità che può essere bianco, verde, giallo o rosso e di conseguenza si sceglie il mezzo da inviare. Il mezzo di soccorso di base è l’ambulanza con due o tre soccorritori, tutto personale preparato per affrontare le emergenze, in alternativa si può utilizzare un’auto medica con infermiere (in grado di intervenire in modo autonomo) o con medico, e nei casi più gravi e per raggiungere i posti più impervi viene richiesto l’intervento dell’elisoccorso. Attualmente il meratese è provvisto di ambulanze h24, un’auto medica, ma ci sono molti mezzi dei territori limitrofi pronti ad entrare in azione''.

Dalla spiegazione del dottor Cerino è emerso quanto sia ormai fondamentale la rete che si attiva nel momento delle chiamata e che è in grado di fornire al paziente la miglior soluzione possibile. L’operatore infatti valuta la gravità del problema, ma cerca anche di individuarne la causa per indirizzarlo nell’ospedale più idoneo. Non sempre infatti la struttura più vicina è la migliore, in base alla problematica viene scelta quella più attrezzata e solitamente viene selezionata tra quattro macro gruppi. Nel caso di un paziente con un deterioramento importante, ma momentaneo delle funzioni respiratorie, in caso di arresto cardiaco, viene inserito nella rete Ecmo (ovvero necessità di ossigenazione extracorporea) e il centro di riferimento è l’ospedale Manzoni. Si parla invece di rete Stemi nel caso di infarto cardiaco e le strutture di riferimento sono ancora una volta Lecco e Merate. Per l’ictus ed ischemia con conseguente impedimento del corretto afflusso di sangue c’è prima un intervento dei soccorritori, tutti addestrati per individuare un ictus, e i centri di riferimento sono veramente molteplici. Infine per i traumi il nostro territorio è collegato con centri specialistici rappresentati dall’ospedale di Monza e di Varese, ma se di entità minore i pazienti possono essere assistiti anche in strutture differenti.

Gli ospedali lombardi stanno affrontando una fase di transizione per potenziare l’assegnazione dei codici pazienti e soprattutto le strutture. Nel 2015 un decreto ministeriale ha diviso i presidi medici per livello anche in base al volume dei pazienti che si possono gestire. Gli ospedali più in grado di garantire cure a un largo numero di pazienti sono gli hub o strutture di secondo livello, ci sono poi gli ospedali di primo livello/spoke come l’ospedale di Merate ed infine dei pronto soccorso di base. Attualmente in Lombardia ci sono 13 strutture di secondo livello, 44 di primo e 42 pronto soccorso, una vera e propria rete costruita grazie ad una stretta collaborazione e comunicazione che risulta fondamentale per un pronto intervento mirato.


Il dottor Giovanni Buonocore
Attualmente il pronto soccorso di Merate ha una superficie di 750 metri quadrati, dispone di una sala di emodinamica e una risonanza magnetica. Ci sono 17 postazioni dotate di gas medicali, monitoraggio invasivo centralizzato dei parametri vitali e due sistemi rigidi per radiologia. Per il futuro si vuole avviare un allargamento della struttura arrivando ad una superficie di 1250 metri quadri ed un totale di 22 posti letto.
L’ultimo ad intervenire durante la serata è stato il dottor Eugenio Scopinaro, direttore S.C. Cure Primarie dell’ASST di Lecco che ha fornito una panoramica sull’ambito della Guardia Medica. Professione spesso sottovalutata, questa figura in azione negli orari serali e h24 nei giorni festivi e prefestivi. Queste figure garantiscono l’assistenza sanitaria non specializzata della medicina generale e della pediatria di famiglia nel caso in cui non si possa attendere la ripresa dell’attività del proprio medico curante. Le prestazioni previste sono le visite mediche non con urgenza, la prescrizione di farmaci per terapia immediata andando a ricoprire un ciclo non superiore a 72 ore, certificato di un giorno di malattia e la costatazione del decesso che corrisponde al maggior carico di lavoro delle guardie mediche.

A destra il dottor Eugenio Scopinaro
''Per poter contattare la Guardia Medica si chiama il numero 116117 che consente al paziente di ricevere una prima consulenza e poi ricevere delle prime indicazioni ed eventualmente poi visitare l’ambulatorio. Attualmente la provincia di Lecco dispone di 9 sedi, tra cui quelle di Merate e di Casatenovo. Gli orari di picco sono quelli serali e in particolare nei mesi estivi a causa del grande caldo. Ai pazienti consigliamo sempre di chiamare prima il numero e non recarsi autonomamente in ambulatorio, non sempre potrebbero trovare del personale medico e spesso non è nemmeno il caso di farlo. La Lombardia sta lavorando fortemente sul sistema per cercare di rispondere ai bisogni dei cittadini, ma anche ai medici che devono intervenire. Si vuole creare una vera e propria rete, in parte già attiva in provincia di Monza e Brianza, per dare maggiore supporto e una risposta più vicina agli assistiti'' ha detto il dottor Scopinaro che ha spiegato come nella provincia di Monza e Brianza si sia messa a punto una riorganizzazione del servizio che convoglia le chiamate nella sede centrale di Carate; il paziente viene assistito telefonicamente ed eventualmente indirizzato ad un pronto soccorso o sottoposto ad una visita a domicilio. In questo progetto non sarà più presente la possibilità di recarsi personalmente ad un ambulatorio durante l’orario notturno.
La serata di giovedì ha visto la presenza, oltre che del già citato sindaco Alessandra Hofmann, anche del vice sindaco ed assessore ai lavori pubblici Roberto De Simone, l’assessore ai servizi della persona Francesca Viganò, Milena Mucci in rappresentanza del gruppo di opposizione; c'erano poi alcuni esponenti della Croce Rossa Comitato di Casatenovo, infine il direttore generale dell’Asst Lecco Marco Trivelli.

Al termine degli interventi dei relatori c’è stato spazio per un formativo momento di discussione in cui i cittadini hanno messo in evidenza le ormai eccesive problematiche che riguardano il sistema sanitario come la mancanza di un numero adeguato di personale e la carenza di sicurezza nei confronti dei medici, soprattutto in orari notturni. Purtroppo nessuno dei relatori è riuscito a dare una risposta ed una soluzione completa facendo emergere così, come confermato dallo stesso direttore generale dell’Asst Lecco Trivelli, l’assoluta necessità di lavorare ancora più duramente sul sistema e di invogliare sempre più operatori a scegliere il nostro territorio.
''I Giovedì del Mandic'' proseguiranno il prossimo 8 maggio presso l’auditorium Giusi Spezzaferri a Merate, con l’ultimo del ciclo dei sette incontri dal titolo ''Mandic, nuovo centro chirurgico''.
G.M.