La crisi in Congo raccontata da Natalina Isella, intervistata da Il Paese Barzago
La situazione nella Repubblica Democratica del Congo si fa sempre più drammatica. L'Onu stima che 2,3 milioni di persone rischiano di morire di fame nei prossimi mesi, a causa di una doppia emergenza: quella climatica e quella generata dalla guerra civile nella zona al confine con il Rwanda. Ad accendere i riflettori sulle drammatiche condizioni dello stato africano - e in particolare su Natalina Isella, la missionaria che da decenni ormai vive a Bukavu- è stato ancora una volta il gruppo consiliare di minoranza Il Paese Barzago che, nell'ultimo numero del proprio periodico di informazione ''Punti di vista'', in distribuzione proprio in questi giorni, ha raccolto una recentissima testimonianza della concittadina.
Pur consapevole della gravità della situazione che il Congo sta vivendo, Natalina spiega perchè ha scelto di restare; una presenza, la sua, capace di fare la differenza, poichè di grande sostegno per la popolazione locale, soprattutto dei più piccoli. L'auspicio della missionaria è comunque quello di rientrare a Barzago nel mese di luglio; sarà l'occasione per raccontare alla sua comunità, la difficile situazione dello stato che a tutti gli effetti è diventato da tempo la sua ''casa''.

Di seguito il contributo raccolto da Il Paese Barzago:
Pur consapevole della gravità della situazione che il Congo sta vivendo, Natalina spiega perchè ha scelto di restare; una presenza, la sua, capace di fare la differenza, poichè di grande sostegno per la popolazione locale, soprattutto dei più piccoli. L'auspicio della missionaria è comunque quello di rientrare a Barzago nel mese di luglio; sarà l'occasione per raccontare alla sua comunità, la difficile situazione dello stato che a tutti gli effetti è diventato da tempo la sua ''casa''.

Di seguito il contributo raccolto da Il Paese Barzago:
Come sapete la città di Bukavu (Congo), dove risiede la nostra concittadina Natalina Isella, è stata occupata dai ribelli ruandesi e le forze governative congolesi si sono ritirate. Da cinquant’anni Natalina si occupa di bambine e bambini, salvandoli dall’abbandono e dalla strada.
Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di contattarla e di farci raccontare come sta vivendo questo momento: ''Venendo gli occupanti, tutta l’amministrazione generale della società, dalla banca ai servizi sociali, ai servizi giuridici non funzionano più, le prigioni sono vuote, il sistema giudiziario, le banche, le dogane, le tasse… i nuovi occupanti vogliono mettere la loro amministrazione, ma intanto il popolo è allo sbaraglio. Non puoi più servirti delle banche per ricevere contributi ma neanche per pagare il personale. Anche la scuola non funziona. Noi al Centro con le bambine siamo privilegiati, è come un’oasi. Abbiamo fatto delle provviste perché ci hanno avvertito che eravamo in guerra. La Croce Rossa ogni tanto ci porta dei bambini malnutriti, ritrovati dispersi. Al momento ne abbiamo 38, metà sono le nostre bambine, l’altra metà sono quelli portati dalla Croce Rossa. C’è tutto un lavoro educativo da fare, bisogna occupare i bambini con qualcosa di interessante. Al mattino andiamo alla Messa nella parrocchia all’interno del recinto dell’università. In giornata poi arrivano gli animatori. A parte il mangiare, hanno bisogno di assistenza, perché molti di questi bambini sono piccoli. Sono tante le situazioni che bisogna gestire con un po’ di misericordia e di comprensione. Vedo che la mia presenza dà sicurezza anche al personale soprattutto per farlo venire al lavoro tenendo conto che a fine mese non sono sicuri di avere lo stipendio. Se io non fossi lì, non so se verrebbero. Devo dire che il personale apprezza la mia presenza e mi dimostra che mi vuole bene, i bambini poi diventano matti a salutarmi! La speranza è anche questa: restare nelle situazioni un po’ dure perché si imparano tante cose e poi come passano i tempi belli, passeranno i tempi brutti! Ho in programma di venire in Italia ogni due anni ed è quest’anno che dovrei venire a luglio. E intanto andiamo avanti così fino a quando il Signore vuole''.
