Costa, medie: interviste immaginarie ai protagonisti della Resistenza
La storia della Resistenza attraverso i pensieri di coloro che l’hanno vissuta. Gli alunni della classe 3 D della scuola secondaria di primo grado don Bosco di Costa Masnaga hanno immaginato alcune interviste a partigiani locali che, sul nostro territorio, si sono distinti nel movimento di opposizione al regime fascista di Benito Mussolini e all’occupazione nazista in Italia avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale, in particolare tra il 1943 e il 1945.
La Resistenza viene ricordata per diversi motivi: la lotta per la libertà per liberarsi dal fascismo e dall'occupazione tedesca; il fondamento della Repubblica in quanto è stata uno degli elementi fondamentali che hanno portato alla nascita della Repubblica Italiana nel 1946; i valori di democrazia e giustizia, in quanto simbolo di lotta contro l’oppressione e l’ingiustizia; la memoria storica per ricordare gli orrori del fascismo, della guerra e delle atrocità naziste.

La Resistenza, inoltre, in Italia, ha contribuito a formare un'identità collettiva e comune con i cittadini che si sono uniti per un obiettivo superiore, la libertà e la giustizia: ha infatti contribuito a ridisegnare l'Italia post-bellica, portando alla fine della dittatura e alla nascita di un sistema politico democratico.
Ogni anno, il 25 aprile, si celebra il Giorno della Liberazione, ovvero la data che segna la fine della dittatura fascista e l’inizio della democrazia in Italia: la data ricorda l’insurrezione partigiana contro l’esercito nazista che nel 1945 portò alla liberazione del Paese.
Il lavoro dei ragazzi che presentiamo di seguito si inserisce nella rubrica ''A voce alta: adesso parliamo (e scriviamo) noi!'' giunta al sesto appuntamento e gestita dalla Redazione de Il gatto e la volpe, il giornalino della scuola media di Costa Masnaga, che un volta al mese pubblica qui, su Casateonline, un articolo, un’intervista o una storia originale. L'obiettivo è quello di dimostrare che i ragazzi e le ragazze delle medie hanno tante buone qualità e soprattutto tanto da dire!
Di seguito le interviste immaginarie realizzate dai ragazzi sul tema della Resistenza:

Libertà, coraggio e montagne: ecco la nostra Resistenza
Interviste immaginarie a partigiani locali che hanno fatto la storia.
I ragazzi e le ragazze della 3D hanno fatto delle interviste immaginarie a uomini e donne della Resistenza locale.
Intervista Tarcisio Cattaneo, Carlo Rossini, Luigi Corti, partigiani di Costa Masnaga
1. Perché hai deciso di far parte della Resistenza?
Per difendere il mio Paese dalle persone razziste e naziste che violavano i diritti umani e che rendevano la vita difficile, quasi impossibile, alle persone considerate inferiori dai nazifascisti.
2. Come vi sentivate ad essere partigiani?
Ci sentivamo orgogliosi e di difendere la nostra terra dai nazifascisti.
3. Come agivano i partigiani?
Agivamo principalmente in montagna con azioni di guerriglia o compiendo attentati contro i soldati nazisti. Eravamo dei gruppi armati senza divise e senza molta attrezzatura, eravamo clandestini. Avevamo tanto coraggio e tanta voglia di vincere.
4. Cosa vuol dire essere partigiani oggi?
Significa schierarsi da una determinata parte, seguendo delle idee e ciò in cui si crede. Oggi un partigiano è una persona che ha a cuore i diritti di tutti.
(Inase, Youssef, Giada)
Intervista a Mario Cerati della brigata Rosselli
1.Perché hai deciso di far parte alla Resistenza?
Ho deciso di far parte della Resistenza perché ho voluto contribuire a dare libertà al futuro popolo Italiano. Per avere libertà di parola, di stampa, di scelte politiche, di culto e di movimento. Volevo la libertà che prima non c'era a causa del regime fascista che imponeva un regime totalitario e ogni forma di opposizione era repressa.
2.Come era organizzata la brigata Rosselli?
Era formata da gruppi di persone volontarie, pronte a lottare per la Resistenza Italiana. Veniva chiamata così per ricordare i fratelli Carlo e Nello Rosselli, antifascisti italiani, assassinati in Francia nel 1937 da sicari fascisti. Ogni brigata aveva comandanti e vice comandanti a diversi livelli. Il loro scopo era quello di combattere per la libertà, facendo sabotaggi, attacchi a presidi nazifascisti e supporto alla popolazione civile. Facevano parte del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), l'organizzazione che coordinava la Resistenza italiana.
3.Lo studio ti ha aiutato a capire gli inganni del fascismo?
Sono laureato in Giurisprudenza e sì, lo studio mi ha aiutato moltissimo a capire con la mia testa da che parte stare senza seguire la massa. Mi ha anche aiutato a capire che Mussolini era intenzionato ad espandersi, ma che raccontava un sacco di frottole al popolo italiano.
4.Cosa vuol dire essere partigiani oggi?
Per me essere partigiani vuol dire applicare la propria intelligenza per capire e scegliere da che parte stare senza preoccuparsi dei giudizi degli altri, permettendo di portare avanti gli ideali di libertà e giustizia mantenendo il rispetto dei diritti umani.
(Riccardo, Nicolò, Cristina, Sofia)
Intervista a Vera Ciceri, antifascista e partigiana lecchese
1. Perché hai deciso di far parte della Resistenza?
Ho deciso di fare parte della Resistenza perché ero stanca di essere comandata da veri e propri dittatori. Ero stanca che l’Italia fosse sotto un regime fascita e che tutti non avessero gli stessi diritti, soprattutto le donne, che non venivano considerate parte della società.
2. Quando hai iniziato a fare parte della Resistenza?
Ho iniziato a fare parte della Resistenza nel 1943, dopo che fu firmato l’armistizio di Cassibile.
3. Che ruolo hanno avuto le donne nella Resistenza?Tu che ruolo avevi?
Le donne hanno avuto un ruolo fondamentale nella Resistenza italiana e hanno contribuito insieme ai partigiani alla lotta contro il fascismo. Per fare parte della Resistenza, tante donne hanno smesso di essere solo mogli e madri e hanno lottato per riconquistare la libertà e la giustizia, ricoprendo ruoli di prima importanza. Abbiamo dimostrato di poter fare tutto quello che faceva un uomo. Pensate che io ero dirigente nazionale e dirigente del Comitato provinciale di Milano e avevo un ruolo di coordinamento, di collegamento e di reclutamento.
4. Cosa vuol dire essere partigiani oggi?
Essere partigiani oggi significa difendere e rispettare i diritti di tutte le persone, per esempio difendere le persone discriminate per il loro colore della pelle o della loro religione.
(Elena, Giorgia, Mirko)
Intervista a Roberto Fumagalli, soldato immaginario della battaglia dei Piani d’Erna
1.Perché hai deciso di far parte della Resistenza?
Noi della Resistenza abbiamo provato a liberare l’Italia da tutte le cose negative del fascismo, come la violenza e il razzismo.
2.Come vi schieravate contro i nazisti e i fascisti?
Noi partigiani, nel tempo di guerra, ci schieravamo contro i nazisti e i fascisti combattendo con le nostre forze. Lottavamo per liberare l'Italia dall'occupazione tedesca e dal regime fascista, spesso nascondendoci e agendo in segreto. Facevamo azioni di guerriglia, sfidavamo i nazifascisti, mandavamo messaggi in codice alle altre brigate. Per esempio molti di noi erano nascosti nelle zone montane di Lecco come le Grigne e i Piani d’Erna.
3.Come si è svolta la battaglia dei Piani d’Erna?
La battaglia dei Piani d’Erna si combatté nel 1944 e fu uno scontro tra partigiani italiani e soldati nazisti. Mentre salivano in montagna, i nazifascisti hanno requisito bestiame e vestiario e hanno dato fuoco alle baite che incontravano. Noi partigiani ci siamo trovati ben presto accerchiati: loro erano tanti e noi pochi. Cercammo di difendere il territorio e ostacolare l’avanzata dei tedeschi, ma alla fine ci siamo ritirati a causa della superiorità numerica dei nazisti e anche per la loro forza. Hanno distrutto e bruciato tutto quello che incontravano. Sapevo però che avevano vinto una battaglia e non la guerra.
4.Cosa vuol dire essere partigiani oggi?
Essere partigiani significa impegnarsi per difendere i nostri diritti, la giustizia e la libertà.
(Manuel, Osama, Nicol, Malak)
Intervista a Riccardo Cassin, alpinista e partigiano italiano
1. Perché hai deciso di far parte della Resistenza?
Ho deciso di far parte della Resistenza per liberare il mio Paese dai fascisti e nazisti che con le loro bugie ci avevano reso deboli e senza potere. Secondo me le persone che fanno parte della Resistenza sono stati eroici; è un’idea molto bella quella di lottare per la libertà delle persone.
2. Come funzionava le tua brigata e i Rocciatori della Grigna?
La mia brigata era la Poletti dove c'erano soldati fuggiti dalle caserme o reduci dai vari fronti che si erano stancati di combattere per i fascisti. Scappavano dalla cattura da parte dei tedeschi e si nascondevano in dei posti quasi introvabili in montagna, come le Grigne. Io poi facevo parte del sottogruppo dei Rocciatori, ossia degli esperti di montagna ed arrampicate.
3. Ti è servita la tua passione per l’alpinismo nelle imprese della Resistenza?
Nelle imprese che ho fatto, mi ha aiutato molto la mia passione per l’ alpinismo. Io infatti non ero un dilettante, ma ero esperto. Ad esempio quando uccidevamo qualche nazista, dovevamo scappare subito per paura che ne arrivassero altri e le montagne erano l'unico posto dove potevamo andare.
4. Per te cosa vuol dire essere partigiani oggi?
Secondo me con le persone di oggi non avremmo molta possibilità di liberare l’Italia un’altra volta perché mi sembrano meno impegnate e attente di noi. So che la Resistenza viene spiegata a scuola, ma se nessuno fa niente, è brutto da dire, potrebbero tornare le idee che hanno danneggiato l’Italia per anni e forse sta succedendo proprio questo. Spero che i ragazzi e le ragazze di oggi, come quelli del passato, sappiano decidere da che parte stare e decidano di lottare per la libertà e l’uguaglianza.
(Abdul, Francesco)
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La Resistenza viene ricordata per diversi motivi: la lotta per la libertà per liberarsi dal fascismo e dall'occupazione tedesca; il fondamento della Repubblica in quanto è stata uno degli elementi fondamentali che hanno portato alla nascita della Repubblica Italiana nel 1946; i valori di democrazia e giustizia, in quanto simbolo di lotta contro l’oppressione e l’ingiustizia; la memoria storica per ricordare gli orrori del fascismo, della guerra e delle atrocità naziste.

La Resistenza, inoltre, in Italia, ha contribuito a formare un'identità collettiva e comune con i cittadini che si sono uniti per un obiettivo superiore, la libertà e la giustizia: ha infatti contribuito a ridisegnare l'Italia post-bellica, portando alla fine della dittatura e alla nascita di un sistema politico democratico.
Ogni anno, il 25 aprile, si celebra il Giorno della Liberazione, ovvero la data che segna la fine della dittatura fascista e l’inizio della democrazia in Italia: la data ricorda l’insurrezione partigiana contro l’esercito nazista che nel 1945 portò alla liberazione del Paese.
Il lavoro dei ragazzi che presentiamo di seguito si inserisce nella rubrica ''A voce alta: adesso parliamo (e scriviamo) noi!'' giunta al sesto appuntamento e gestita dalla Redazione de Il gatto e la volpe, il giornalino della scuola media di Costa Masnaga, che un volta al mese pubblica qui, su Casateonline, un articolo, un’intervista o una storia originale. L'obiettivo è quello di dimostrare che i ragazzi e le ragazze delle medie hanno tante buone qualità e soprattutto tanto da dire!
Di seguito le interviste immaginarie realizzate dai ragazzi sul tema della Resistenza:

Vera Ciceri, Mario Cerati e Riccardo Cassin, alcuni dei partigiani citati nel lavoro dei ragazzi
Libertà, coraggio e montagne: ecco la nostra Resistenza
Interviste immaginarie a partigiani locali che hanno fatto la storia.
I ragazzi e le ragazze della 3D hanno fatto delle interviste immaginarie a uomini e donne della Resistenza locale.
Intervista Tarcisio Cattaneo, Carlo Rossini, Luigi Corti, partigiani di Costa Masnaga
1. Perché hai deciso di far parte della Resistenza?
Per difendere il mio Paese dalle persone razziste e naziste che violavano i diritti umani e che rendevano la vita difficile, quasi impossibile, alle persone considerate inferiori dai nazifascisti.
2. Come vi sentivate ad essere partigiani?
Ci sentivamo orgogliosi e di difendere la nostra terra dai nazifascisti.
3. Come agivano i partigiani?
Agivamo principalmente in montagna con azioni di guerriglia o compiendo attentati contro i soldati nazisti. Eravamo dei gruppi armati senza divise e senza molta attrezzatura, eravamo clandestini. Avevamo tanto coraggio e tanta voglia di vincere.
4. Cosa vuol dire essere partigiani oggi?
Significa schierarsi da una determinata parte, seguendo delle idee e ciò in cui si crede. Oggi un partigiano è una persona che ha a cuore i diritti di tutti.
(Inase, Youssef, Giada)
Intervista a Mario Cerati della brigata Rosselli
1.Perché hai deciso di far parte alla Resistenza?
Ho deciso di far parte della Resistenza perché ho voluto contribuire a dare libertà al futuro popolo Italiano. Per avere libertà di parola, di stampa, di scelte politiche, di culto e di movimento. Volevo la libertà che prima non c'era a causa del regime fascista che imponeva un regime totalitario e ogni forma di opposizione era repressa.
2.Come era organizzata la brigata Rosselli?
Era formata da gruppi di persone volontarie, pronte a lottare per la Resistenza Italiana. Veniva chiamata così per ricordare i fratelli Carlo e Nello Rosselli, antifascisti italiani, assassinati in Francia nel 1937 da sicari fascisti. Ogni brigata aveva comandanti e vice comandanti a diversi livelli. Il loro scopo era quello di combattere per la libertà, facendo sabotaggi, attacchi a presidi nazifascisti e supporto alla popolazione civile. Facevano parte del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), l'organizzazione che coordinava la Resistenza italiana.
3.Lo studio ti ha aiutato a capire gli inganni del fascismo?
Sono laureato in Giurisprudenza e sì, lo studio mi ha aiutato moltissimo a capire con la mia testa da che parte stare senza seguire la massa. Mi ha anche aiutato a capire che Mussolini era intenzionato ad espandersi, ma che raccontava un sacco di frottole al popolo italiano.
4.Cosa vuol dire essere partigiani oggi?
Per me essere partigiani vuol dire applicare la propria intelligenza per capire e scegliere da che parte stare senza preoccuparsi dei giudizi degli altri, permettendo di portare avanti gli ideali di libertà e giustizia mantenendo il rispetto dei diritti umani.
(Riccardo, Nicolò, Cristina, Sofia)
Intervista a Vera Ciceri, antifascista e partigiana lecchese
1. Perché hai deciso di far parte della Resistenza?
Ho deciso di fare parte della Resistenza perché ero stanca di essere comandata da veri e propri dittatori. Ero stanca che l’Italia fosse sotto un regime fascita e che tutti non avessero gli stessi diritti, soprattutto le donne, che non venivano considerate parte della società.
2. Quando hai iniziato a fare parte della Resistenza?
Ho iniziato a fare parte della Resistenza nel 1943, dopo che fu firmato l’armistizio di Cassibile.
3. Che ruolo hanno avuto le donne nella Resistenza?Tu che ruolo avevi?
Le donne hanno avuto un ruolo fondamentale nella Resistenza italiana e hanno contribuito insieme ai partigiani alla lotta contro il fascismo. Per fare parte della Resistenza, tante donne hanno smesso di essere solo mogli e madri e hanno lottato per riconquistare la libertà e la giustizia, ricoprendo ruoli di prima importanza. Abbiamo dimostrato di poter fare tutto quello che faceva un uomo. Pensate che io ero dirigente nazionale e dirigente del Comitato provinciale di Milano e avevo un ruolo di coordinamento, di collegamento e di reclutamento.
4. Cosa vuol dire essere partigiani oggi?
Essere partigiani oggi significa difendere e rispettare i diritti di tutte le persone, per esempio difendere le persone discriminate per il loro colore della pelle o della loro religione.
(Elena, Giorgia, Mirko)
Intervista a Roberto Fumagalli, soldato immaginario della battaglia dei Piani d’Erna
1.Perché hai deciso di far parte della Resistenza?
Noi della Resistenza abbiamo provato a liberare l’Italia da tutte le cose negative del fascismo, come la violenza e il razzismo.
2.Come vi schieravate contro i nazisti e i fascisti?
Noi partigiani, nel tempo di guerra, ci schieravamo contro i nazisti e i fascisti combattendo con le nostre forze. Lottavamo per liberare l'Italia dall'occupazione tedesca e dal regime fascista, spesso nascondendoci e agendo in segreto. Facevamo azioni di guerriglia, sfidavamo i nazifascisti, mandavamo messaggi in codice alle altre brigate. Per esempio molti di noi erano nascosti nelle zone montane di Lecco come le Grigne e i Piani d’Erna.
3.Come si è svolta la battaglia dei Piani d’Erna?
La battaglia dei Piani d’Erna si combatté nel 1944 e fu uno scontro tra partigiani italiani e soldati nazisti. Mentre salivano in montagna, i nazifascisti hanno requisito bestiame e vestiario e hanno dato fuoco alle baite che incontravano. Noi partigiani ci siamo trovati ben presto accerchiati: loro erano tanti e noi pochi. Cercammo di difendere il territorio e ostacolare l’avanzata dei tedeschi, ma alla fine ci siamo ritirati a causa della superiorità numerica dei nazisti e anche per la loro forza. Hanno distrutto e bruciato tutto quello che incontravano. Sapevo però che avevano vinto una battaglia e non la guerra.
4.Cosa vuol dire essere partigiani oggi?
Essere partigiani significa impegnarsi per difendere i nostri diritti, la giustizia e la libertà.
(Manuel, Osama, Nicol, Malak)
Intervista a Riccardo Cassin, alpinista e partigiano italiano
1. Perché hai deciso di far parte della Resistenza?
Ho deciso di far parte della Resistenza per liberare il mio Paese dai fascisti e nazisti che con le loro bugie ci avevano reso deboli e senza potere. Secondo me le persone che fanno parte della Resistenza sono stati eroici; è un’idea molto bella quella di lottare per la libertà delle persone.
2. Come funzionava le tua brigata e i Rocciatori della Grigna?
La mia brigata era la Poletti dove c'erano soldati fuggiti dalle caserme o reduci dai vari fronti che si erano stancati di combattere per i fascisti. Scappavano dalla cattura da parte dei tedeschi e si nascondevano in dei posti quasi introvabili in montagna, come le Grigne. Io poi facevo parte del sottogruppo dei Rocciatori, ossia degli esperti di montagna ed arrampicate.
3. Ti è servita la tua passione per l’alpinismo nelle imprese della Resistenza?
Nelle imprese che ho fatto, mi ha aiutato molto la mia passione per l’ alpinismo. Io infatti non ero un dilettante, ma ero esperto. Ad esempio quando uccidevamo qualche nazista, dovevamo scappare subito per paura che ne arrivassero altri e le montagne erano l'unico posto dove potevamo andare.
4. Per te cosa vuol dire essere partigiani oggi?
Secondo me con le persone di oggi non avremmo molta possibilità di liberare l’Italia un’altra volta perché mi sembrano meno impegnate e attente di noi. So che la Resistenza viene spiegata a scuola, ma se nessuno fa niente, è brutto da dire, potrebbero tornare le idee che hanno danneggiato l’Italia per anni e forse sta succedendo proprio questo. Spero che i ragazzi e le ragazze di oggi, come quelli del passato, sappiano decidere da che parte stare e decidano di lottare per la libertà e l’uguaglianza.
(Abdul, Francesco)
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