Slow Food Lombardia: Giuliana Daniele il nuovo presidente
Domenica 13 aprile durante l’assemblea regionale di Slow Food Lombardia svoltasi a Broni, presso l'Enoteca Regionale della Lombardia, è stata eletta la nuova squadra che guiderà l’associazione per il prossimo quadriennio 2025/2029. Alla presidenza Giuliana Daniele, Laureata in Scienze della Comunicazione con indirizzo sociologico, già vice presidente del precedente direttivo.
L’assemblea è stata preceduta dall’intervento del presidente uscente Claudio Rambelli che ha descritto il ricco elenco di attività e progetti realizzati nella nostra Regione e alcuni di essi, ancora in essere, saranno proseguiti dalla nuova dirigenza.
La nuova squadra del consiglio direttivo formata da Antonio Moglia, Maurizio Spoldi, Maria Grazia Tripodi, Giacomo Brambilla, Luca Benicchi, Davide Brambilla ha presentato il documento programmatico che nasce dall’assemblea degli Stati Generali di novembre dal tema Progettare, Innovare, Rigenerare.
Tanti gli ospiti che hanno preso parte all’assemblea, tra cui Pierachille Lanfranchi, vice presidente ''I Borghi più belli d’Italia'' e sindaco di Fortunago, Antonio Riviezzi, sindaco di Broni e i referenti delle filiere Slow Grains, Slow Mays e Slow Rice.
La neo presidente, nel suo appassionato discorso di insediamento, ha ringraziato tutti i membri uscenti e ha esortato tutte le condotte territoriali a un lavoro di squadra.
''Al tema degli Stati Generali abbiamo unito Cura, Etica, Intergenerazionalità, Inclusività, Sinergia. Il tema Cibo è centrale, perché è il centro dell’esistenza dell’uomo. Riconosciamo al Cibo il suo ruolo di nutrimento, cultura, piacere, convivialità, etico e sostenibilità; il Cibo è e sarà uno degli snodi politici decisivi per rigenerare la nostra relazione con la Terra e garantire un futuro di pace. Il nostro fare politica, una responsabilità giocata nella forma dell’agire, significa saper coltivare, agire, dare valore agli obiettivi comuni, arrivare a scelte radicali con un approccio sistemico che tenga insieme le questioni ambientali, sociali, culturali, etiche, economiche e per un sistema alimentare e un’agricoltura che non inficia, ma che garantisca il futuro di tutte e tutti e della terra. Attraverso il cibo noi decliniamo il nostro impegno in una serie di iniziative che vanno dal contrasto al cambiamento climatico alla conservazione della biodiversità, dalla conservazione del suolo al benessere dell’uomo e dell’ambiente. Il mondo di oggi è un intreccio di sfide complesse e senza precedenti: il cambiamento climatico incalza, le disuguaglianze economiche si ampliano, il passaggio tra lo spreco di cibo e lo scarto di persone si è fatto sempre più sottile a causa delle crisi sovrapposte che caratterizzano il nostro tempo. Occorre promuovere il valore della relazione cooperativa di quanti hanno la responsabilità sul piano economico, accademico, politico, sociale. In un dialogo autentico tra tutti gli attori. Occorre promuovere il valore relazionale basato sull’equità intergenerazionale e intragenerazionale. La voce dei giovani non riguarda il futuro, ma deve essere ascoltata perché hanno il seme di quella novità che consente di prendere la via dell’innovazione come sistemazione di problemi antichi. E’ necessario permeare la mentalità odierna di cultura etica, una cultura della cura e non della voracità, una cultura dell’incontro e della condivisione. Ponendoci la domanda sul futuro, sulla pace sociale, ambientale, culturale, sulla democrazia, capiamo quanto questa assemblea non può sottrarsi dall’essere un’assemblea sfidante. Le nostre scelte, il nostro agire sono di carattere politico, di carattere economico, di carattere sociale, di carattere culturale, scelte e azioni che si prendono cura di alimentare il protagonismo dei cittadini, per cercare di cambiare, per quanto possiamo, il piccolo pezzo di mondo che ci è stato affidato''.
I lavori si sono conclusi con l’intervento di Raoul Tiraboschi, vicepresidente Slow Food Italia, che si è complimentato con la nuova squadra e per il lavoro svolto dal precedente direttivo. Ha sottolineato che l’impegno di tutti, per il prossimo quadriennio, dovrà avere un’attenzione particolare alle politiche locali del cibo in tutti i nostri Comuni, perché mettere a sistema le politiche del cibo di fatto non è altro che fare sinergia con tutti i progetti che fa Slow Food sul territorio.
L’assemblea è stata preceduta dall’intervento del presidente uscente Claudio Rambelli che ha descritto il ricco elenco di attività e progetti realizzati nella nostra Regione e alcuni di essi, ancora in essere, saranno proseguiti dalla nuova dirigenza.
La nuova squadra del consiglio direttivo formata da Antonio Moglia, Maurizio Spoldi, Maria Grazia Tripodi, Giacomo Brambilla, Luca Benicchi, Davide Brambilla ha presentato il documento programmatico che nasce dall’assemblea degli Stati Generali di novembre dal tema Progettare, Innovare, Rigenerare.
Tanti gli ospiti che hanno preso parte all’assemblea, tra cui Pierachille Lanfranchi, vice presidente ''I Borghi più belli d’Italia'' e sindaco di Fortunago, Antonio Riviezzi, sindaco di Broni e i referenti delle filiere Slow Grains, Slow Mays e Slow Rice.
La neo presidente, nel suo appassionato discorso di insediamento, ha ringraziato tutti i membri uscenti e ha esortato tutte le condotte territoriali a un lavoro di squadra.
''Al tema degli Stati Generali abbiamo unito Cura, Etica, Intergenerazionalità, Inclusività, Sinergia. Il tema Cibo è centrale, perché è il centro dell’esistenza dell’uomo. Riconosciamo al Cibo il suo ruolo di nutrimento, cultura, piacere, convivialità, etico e sostenibilità; il Cibo è e sarà uno degli snodi politici decisivi per rigenerare la nostra relazione con la Terra e garantire un futuro di pace. Il nostro fare politica, una responsabilità giocata nella forma dell’agire, significa saper coltivare, agire, dare valore agli obiettivi comuni, arrivare a scelte radicali con un approccio sistemico che tenga insieme le questioni ambientali, sociali, culturali, etiche, economiche e per un sistema alimentare e un’agricoltura che non inficia, ma che garantisca il futuro di tutte e tutti e della terra. Attraverso il cibo noi decliniamo il nostro impegno in una serie di iniziative che vanno dal contrasto al cambiamento climatico alla conservazione della biodiversità, dalla conservazione del suolo al benessere dell’uomo e dell’ambiente. Il mondo di oggi è un intreccio di sfide complesse e senza precedenti: il cambiamento climatico incalza, le disuguaglianze economiche si ampliano, il passaggio tra lo spreco di cibo e lo scarto di persone si è fatto sempre più sottile a causa delle crisi sovrapposte che caratterizzano il nostro tempo. Occorre promuovere il valore della relazione cooperativa di quanti hanno la responsabilità sul piano economico, accademico, politico, sociale. In un dialogo autentico tra tutti gli attori. Occorre promuovere il valore relazionale basato sull’equità intergenerazionale e intragenerazionale. La voce dei giovani non riguarda il futuro, ma deve essere ascoltata perché hanno il seme di quella novità che consente di prendere la via dell’innovazione come sistemazione di problemi antichi. E’ necessario permeare la mentalità odierna di cultura etica, una cultura della cura e non della voracità, una cultura dell’incontro e della condivisione. Ponendoci la domanda sul futuro, sulla pace sociale, ambientale, culturale, sulla democrazia, capiamo quanto questa assemblea non può sottrarsi dall’essere un’assemblea sfidante. Le nostre scelte, il nostro agire sono di carattere politico, di carattere economico, di carattere sociale, di carattere culturale, scelte e azioni che si prendono cura di alimentare il protagonismo dei cittadini, per cercare di cambiare, per quanto possiamo, il piccolo pezzo di mondo che ci è stato affidato''.
I lavori si sono conclusi con l’intervento di Raoul Tiraboschi, vicepresidente Slow Food Italia, che si è complimentato con la nuova squadra e per il lavoro svolto dal precedente direttivo. Ha sottolineato che l’impegno di tutti, per il prossimo quadriennio, dovrà avere un’attenzione particolare alle politiche locali del cibo in tutti i nostri Comuni, perché mettere a sistema le politiche del cibo di fatto non è altro che fare sinergia con tutti i progetti che fa Slow Food sul territorio.
