Casatenovo: una pietra di inciampo ricorderà Edoardo Villa, partigiano nativo di Cascina Grassi
Il prossimo 25 Aprile, Festa della Liberazione, il Comune di Casatenovo poserà la prima pietra di inciampo della sua storia. Lo farà nel ricordo di Edoardo Villa, partigiano della 55^ Brigata Garibaldi Fratelli Rosselli, nato e cresciuto a Cascina Grassi di Rogoredo.
Una storia, quella del casatese, catturato nel dicembre 1944 ai Forni di Premana e deportato nel KL di Mauthausen, venuta pienamente alla luce grazie al lavoro di ricerca condotto da Gabriele Fontana (collaboratore dell’ISREC - Istituto bergamasco per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea) e da Eugenio Pirovano, autori di una pubblicazione che sarà presentata in un incontro pubblico in programma giovedì 24 aprile alle ore 21 nella sala consiliare del municipio casatese.
L'approfondimento a cura dei due storici ed appassionati, partito dalla figura del comandante Sam (Franco Manzotti, anch'egli originario di Casatenovo ndr) ha consentito di valorizzare un pezzo di storia del nostro Paese sconosciuto ai più e in qualche modo legato anche al territorio casatese, terreno fertile per la Resistenza ed il movimento partigiano. Senza anticipare troppo di quel che sarà raccontato fra meno di una settimana in sala consiliare, si può dire però che Edoardo Villa, classe 1916, era un militare. Chiamato alle armi per la prima volta nel 1937 - quando dovette lasciare la propria occupazione di salumiere - venne inviato in Spagna, poi in Albania e infine in Russia. Diversi anni spesi in prima linea per l'esercito, fra miseria, freddo e sofferenze.

Difficile capire cosa sia successo dopo; si sa però che il casatese ad un certo punto abbracciò la causa partigiana, aderendo alla 55° Brigata Fratelli Rosselli; catturato durante un'imboscata fascista in località Forni di Premana nel 1944, fu poi trasferito inviato nel lager di Mauthausen, in Germania. Non morì però nel campo; Villa riuscì infatti a sopravvivere e a tornare in Italia, ma in condizioni fisiche di estrema fragilità, esalando l'ultimo respiro nel luglio 1945 in ospedale a Bizzozero (Varese).
Una condizione, quest'ultima, che ha consentito al Comune di Casatenovo di omaggiare il sacrificio del concittadino - di cui in paese risiedono alcuni parenti, nipoti perlopiù - attraverso la posa di una pietra di inciampo; un'iniziativa quest'ultima, diffusa ormai in diversi paesi europei per ricordare coloro che furono internati nei campi di concentramento e che morirono a seguito della deportazione.

La cerimonia, come ci ha spiegato l'assessore alla cultura Gaia Riva, occupatasi in prima persona dell'importante iniziativa, si terrà alle ore 16 di venerdì 25 aprile; all'iniziale momento commemorativo nella sala consiliare del municipio, seguirà la posa vera e propria della pietra di inciampo dinnanzi al monumento ai caduti situato all'incrocio tra la strada provinciale 51 e Via Giovenzana.
Un luogo scelto non a caso, come ha evidenziato Riva; nonostante Villa avesse vissuto a Cascina Grassi, l'amministrazione ha deciso di rendergli omaggio in un punto di forte passaggio, nel cuore del paese - a pochi passi dal municipio e dalla scuola primaria - affinchè i tanti cittadini e non, che si troveranno a passare accanto a quel simbolo, possano ''inciampare'' nel suo ricordo, così come nella crudeltà e nella sofferenza che il casatese, come tanti altri, sono stati costretti a sopportare nel nome di un'ideologia assurda.
Una storia, quella del casatese, catturato nel dicembre 1944 ai Forni di Premana e deportato nel KL di Mauthausen, venuta pienamente alla luce grazie al lavoro di ricerca condotto da Gabriele Fontana (collaboratore dell’ISREC - Istituto bergamasco per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea) e da Eugenio Pirovano, autori di una pubblicazione che sarà presentata in un incontro pubblico in programma giovedì 24 aprile alle ore 21 nella sala consiliare del municipio casatese.

Edoardo Villa nella foto tratta dal sito internet della 55° Brigata Rosselli
L'approfondimento a cura dei due storici ed appassionati, partito dalla figura del comandante Sam (Franco Manzotti, anch'egli originario di Casatenovo ndr) ha consentito di valorizzare un pezzo di storia del nostro Paese sconosciuto ai più e in qualche modo legato anche al territorio casatese, terreno fertile per la Resistenza ed il movimento partigiano. Senza anticipare troppo di quel che sarà raccontato fra meno di una settimana in sala consiliare, si può dire però che Edoardo Villa, classe 1916, era un militare. Chiamato alle armi per la prima volta nel 1937 - quando dovette lasciare la propria occupazione di salumiere - venne inviato in Spagna, poi in Albania e infine in Russia. Diversi anni spesi in prima linea per l'esercito, fra miseria, freddo e sofferenze.

Difficile capire cosa sia successo dopo; si sa però che il casatese ad un certo punto abbracciò la causa partigiana, aderendo alla 55° Brigata Fratelli Rosselli; catturato durante un'imboscata fascista in località Forni di Premana nel 1944, fu poi trasferito inviato nel lager di Mauthausen, in Germania. Non morì però nel campo; Villa riuscì infatti a sopravvivere e a tornare in Italia, ma in condizioni fisiche di estrema fragilità, esalando l'ultimo respiro nel luglio 1945 in ospedale a Bizzozero (Varese).
Una condizione, quest'ultima, che ha consentito al Comune di Casatenovo di omaggiare il sacrificio del concittadino - di cui in paese risiedono alcuni parenti, nipoti perlopiù - attraverso la posa di una pietra di inciampo; un'iniziativa quest'ultima, diffusa ormai in diversi paesi europei per ricordare coloro che furono internati nei campi di concentramento e che morirono a seguito della deportazione.

In primo piano l'assessore alla cultura Gaia Riva
La cerimonia, come ci ha spiegato l'assessore alla cultura Gaia Riva, occupatasi in prima persona dell'importante iniziativa, si terrà alle ore 16 di venerdì 25 aprile; all'iniziale momento commemorativo nella sala consiliare del municipio, seguirà la posa vera e propria della pietra di inciampo dinnanzi al monumento ai caduti situato all'incrocio tra la strada provinciale 51 e Via Giovenzana.
Un luogo scelto non a caso, come ha evidenziato Riva; nonostante Villa avesse vissuto a Cascina Grassi, l'amministrazione ha deciso di rendergli omaggio in un punto di forte passaggio, nel cuore del paese - a pochi passi dal municipio e dalla scuola primaria - affinchè i tanti cittadini e non, che si troveranno a passare accanto a quel simbolo, possano ''inciampare'' nel suo ricordo, così come nella crudeltà e nella sofferenza che il casatese, come tanti altri, sono stati costretti a sopportare nel nome di un'ideologia assurda.
G.C.