Valaperta: Suor Flora si racconta. Da oltre cinquant'anni è missionaria in Argentina
Suor Flora Galbusera
Sono passati tantissimi anni - 55 per la precisione - da quando suor Flora Galbusera, nata a Rimoldo, è partita da Valaperta alla volta dell'Argentina, dove avrebbe speso la sua vita come missionaria salesiana. "A 22 anni sono entrata nella congregazione delle suore salesiane di don Bosco, le Figlie di Maria Ausiliatrice. Dopo qualche anno mi hanno chiesto se volevo partire come missionaria. E ho risposto subito di sì. Avevo 29 anni e sono volata in Argentina", ci racconta.
Ora suor Flora di anni ne ha 84 ma la passione per la missione, per l'Argentina, per i suoi poveri è ancora grandissima. Tanto grande da farle sentire la mancanza di Cordoba anche durante questi pochi mesi di ritorno a casa, in Italia, per salutare amici e famigliari e godersi qualche giorno di riposo. A Cordoba, la città in cui è stata destinata da qualche anno, di tempo per riposarsi ce n'è poco: suor Flora opera come missionaria insieme ad altre sei suore italiane e due preti salesiani. "Con noi ci sono anche un gruppo di ragazze, che studiano presso i salesiani e alcuni giovani argentini che al mattino ci raggiungono e ci chiedono se possono dare una mano: c'è tanto da fare".
Suor Flora e le sue consorelle si occupano degli abitanti della Villa Miseria, cioè i vasti insediamenti periferici delle città argentine, e, in particolare, di Cordoba. Le condizioni di vita, qui, evidenziano la presenza di grossi disagi. "C'è molta violenza, manca da mangiare e le situazioni di povertà sono estreme. Non c'è lavoro e spesso le donne si arrangiano come possono per dar da mangiare ai loro figli, magari come domestiche nelle famiglie più ricche della città. Il livello di criminalità è molto alto".
Condizioni difficili, anche per chi cerca di dare una mano ai tantissimi abitanti di queste periferie. Ma suor Flora non si lascia certo intimorire, come testimonia anche la sua storia: da Rimoldo a tante città, zone e luoghi dell'Argentina, sempre per aiutare i più deboli e i più poveri. "Sono stata per tanti anni a Formosa, nel Nord dell'Argentina, vicino al Paraguay. Qui vive una comunità di indigeni, i Toba. Gente semplice e buonissima. Poi ho lavorato molto nelle periferie di alcune città, ad esempio Santiago del Estero. Da qualche anno, invece, vivo a Cordoba".
Accento spagnolo e il sorriso aperto di chi ha speso la propria vita per qualcosa di grande, assistere i poveri alla sequela di Gesù, suor Flora ci racconta ancora delle condizioni degli abitanti della Villa Miseria. A partire dalle case, di fortuna, fatte di latta e con il pavimento in terra battuta. "Le famiglie non sono ben costituite e i bambini sono tantissimi. Spesso gli uomini hanno più di una donna, scappano di casa e tornano dopo tanto tempo. Prima di tornare in Italia sono passata a salutare una signora che aveva diciotto figli!". E tanti di questi bambini, circa trecento, sono accolti dalle suore salesiane nell'"oratorio". "E' una grossa piazza, in mezzo alle case e lì aspettiamo i bambini e le donne, anche più volte a settimana. Il nostro lavoro è prima di tutto umano: portiamo loro qualcosa da mangiare, assistiamo le donne e diamo loro consigli su come educare i figli, sulla convivenza col marito. Insegniamo a leggere, a scrivere; le scuole ci sono ma i bambini non ci vanno, restano per strada tutto il giorno e non sono seguiti dalle
Suor Flora racconta delle necessità e dei bisogni degli abitanti della Villa Miseria, non solo materiali, ma anche di ascolto, accoglienza, comprensione. E presso la casa delle suore Salesiane si trova sempre una mano pronta a dare una carezza e anche una mano più decisa, per riportare la pace tra due bambini che litigano. "Prima le periferie, poi la città. Anche il papa ha sempre lavorato nelle periferie".
Una notizia, quella dell'elezione del papa argentino, che ha portato grande gioia in tutta la nazione, anche nelle suore salesiane e in suor Flora, che ormai, dopo 55 anni, si sente un po' valapertese e un po' argentina. "Purtroppo non si riesce mai a fare tutto quello di cui ci sarebbe bisogno, ma noi facciamo il possibile. La mia missione è sempre nelle zone povere: bisogna avere una vocazione speciale per i poveri, per vivere con loro tutta la vita. Noi suore siamo felici, lavoriamo bene e facciamo quello che possiamo".
Sia le parole che gli occhi raccontano la semplicità di una felicità piena, che si conquista solo seguendo la propria vocazione e facendo qualcosa di grande. Grande tanto quanto l'amore per Gesù e per i poveri. Ancora qualche mese di riposo, per abbracciare la sua Brianza e i suoi cari, sempre vicini a suor Flora, come testimoniano le numerose iniziative di beneficenza a lei dedicate. E poi, di nuovo, in Argentina, per continuare la sua opera, per una felicità ancora più grande. "Riparto il primo luglio. Torno a casa, torno nella mia missione".
Laura Vergani