Missaglia: l'antica storia di Villa Sormani raccontata ai visitatori dal conte Alberto Uva

Un viaggio nell'antichità, leggendo e scoprendo la storia grazie all'architettura, ai cimeli, agli oggetti. Si può riassumere così la visita all'antica e stupenda villa Sormani Marzorati Uva, nel cuore di Missaglia.

Villa Sormani Marzorati Uva

Un'iniziativa - proposta nei giorni scorsi in collaborazione con Villago - che ha permesso ad una ventina di persone di viaggiare nel tempo e nella storia, dall'antichità dell'epoca romana fino al Novecento, con una guida d'eccezione. A fare da ''cicerone'' al pomeriggio trascorso tra il parco e gli interni dello storico edifico missagliese è stato infatti il proprietario attuale, il conte Alberto Uva.


"Questa villa è particolarissima: la sua storia inizia infatti duemila anni fa", ha spiegato il conte, accogliendo il gruppo di visitatori all'interno della chiesetta annessa alla villa, Santa Maria in Villa. "L'edificio è stato infatti costruito dai Pirovano, gli antichi signori di Missaglia, sui resti di un antico castrum romano. In particolare, questa chiesetta, conosciuta come Santa Maria in Castrum e successivamente come Santa Maria in Villa, è stata edificata nella vecchia torre del castrum a cui è stato aggiunto l'abside", ha proseguito il conte, spiegando i diversi interventi che si sono succeduti nel tempo e che hanno interessato l'edificio sacro, oggi scenario anche di eventi culturali e concerti, oltre che luogo in cui riposa il padre del conte Uva, Gaetano, medico e iniziatore della medicina psicosomatica in Italia.

Il Conte Alberto Uva

"Nel 1965, un restauro voluto da mio padre ha riportato alla luce l'originale struttura a spina di pesce. Sono anche stati trovati dei resti romani: un giavellotto, una frombola e una moneta. Al di sotto del pavimento è presente un ossario: Missaglia fu infatti fortemente colpita dalla peste del 1630, descritta anche dal Manzoni. Di fianco all'altare e all'affresco della Madonna, all'interno di una monofora, è stato rinvenuto un teschio appartenente a Carlo Giorgio Clerici, marchese di Cavenago e aiutante di campo di don paolo Sormani, conte di Missaglia. Insieme combatterono nella guerra austro-turca, con le truppe asburgiche del principe Eugenio di Savoia".

Vicino al teschio, è stata trovata anche una tavoletta in cotto - purtroppo non conservata - che recava la scritta palindromica e densa di significati del Sator, oggi posta anche nel cortile interno della Villa, seconda tappa della visita.


"Nel cortile ci sono due colonne molto antiche, che fanno presupporre un insediamento pagano pre esistente"
, ha proseguito il conte Uva, illustrando le varie tappe con grande chiarezza. Poi, l'ingresso nelle sale della villa, osservando il ritratto del conte Sormani. "A cavallo di ‘600 e ‘700, Paolo Sormani e il fratello Alessandro vissero qui. Furono due famosi condottieri e combatteremo per l'imperatore in tutta Europa. Oggi sono seppelliti nella chiesa di sant'Angelo a Milano".

Alcune immagini della chiesetta


La visita agli interni si è snodata tra le diverse sale, arredate e conservate: la sala delle uniformi, la sala da the, bianca e ariosa, una stufa in maiolica portata dal Sormani dal Nord Europa, e anche qualche piccolo segreto nascosto. "All'ingresso c'è un pozzo romano profondo circa 36 metri con una decina di metri d'acqua. È possibile leggere la storia dai documenti, ma anche dagli oggetti e dalle piccole cose", ha affermato il conte, mostrando alcuni cimeli della sua collezione, provenienti da diverse epoche e, in particolare, dal periodo tra il 1918 e il 1945.
Infine, la visita alla mostra, allestita nella sala della musica, sul Referendum del 2 giugno 1946 e sulla figura di Umberto II. Mostrando alcuni giornali d'epoca e fotografie del matrimonio con Maria Josè del Belgio, il conte Uva ha raccontato la storia e alcuni aneddoti sulla vita del Re di Maggio.


"Amava l'Italia e quando firmò il decreto 151 sancì che le forme istituzionali sarebbero state scelte dal popolo italiano. Vi mostro anche l'urna elettorale del 2 giugno e l'uniforme del comandante dei corazzieri Riario Sforza, che indossava quando salutò Umberto che si apprestava a lasciare l'Italia per sempre. Fu sempre provato e angustiato dalla lontananza dall'Italia", ha concluso il conte.
Prima dell'ultimo momento del pomeriggio, l'intervento delle storico Ettore Radice sempre in merito alla vita di Umberto II, i visitatori hanno potuto apprezzare gli esterni della villa, passeggiando sul viale di tigli che conduce al cancello che si apre sulla centralissima piazza di Missaglia.
L. V.
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