Monticello: finito il restauro del telescopio con cui Schiaparelli studiò il pianeta Marte
Sarà esposto al pubblico a fine settembre il telescopio Merz-Repsold, attraverso il quale l'astronomo Giovanni Virginio Schiaparelli studiò il pianeta Marte. Al termine di un complesso lavoro di restauro durato quattro anni, il prezioso strumento - dal peso di otto tonnellate per altrettanti metri di lunghezza - sarà a disposizione dei visitatori del Museo della scienza e della tecnica di Milano.
La sua storia affonda le radici nel lontano 1878, quando Quintino Sella, allora ministro delle finanze, sostenne in Parlamento il progetto di un grande telescopio per l'Osservatorio milanese di Brera. Grazie al Merz-Repsold, l'astronomo classe 1835 - che visse gli ultimi anni della propria vita a Monticello - individuò i canali del ''pianeta rosso'' e ne definì la mappa completa, portando a termine uno studio pionieristico.
Schiaparelli infatti, fu in grado di individuare dettagli fino a quel momento invisibili ai suoi predecessori e contemporanei. Il telescopio negli anni successivi fu trasferito all'Osservatorio di Merate dove rimase fino agli anni Cinquanta. Usato sempre meno, le sue parti poi, vennero letteralmente smembrate e disseminate in depositi differenti: una fine ingloriosa per uno strumento che aveva consentito di fare una delle scoperte più importanti per il mondo dell'astronomia.
Risale invece al 2010, nel centenario della morte di Schiaparelli avvenuta il 4 luglio 1910, il progetto - affidato ad Arass, associazione per il restauro degli antichi strumenti scientifici- dell'Osservatorio di Brera per dare al telescopio una seconda vita.
Da veri e propri rottami, in alcune parti arrugginiti e con diversi pezzi mancanti, gli esperti del sodalizio sono riusciti a ricostruire il Merz-Repsold, trasferito già da qualche settimana al Museo della scienza e della tecnica di Milano, nella sezione spazio e astronomia, dove diventerà una delle icone principali: da lui, in fondo, è nato il mito dei Marziani.
Un giusto tributo a Giovanni Virginio Schiaparelli, che attraverso i suoi studi ha dato un contributo fondamentale a diverse tematiche: le stelle doppie, le comete, la scoperta dell'asteroide Hesperia 69 e poi Marte, al quale iniziò ad appassionarsi quasi per caso.
Originario di un paesino del Piemonte, Savigliano, in provincia di Cuneo, dov'era nato nel 1835, a soli 15 anni si era poi trasferito a Torino. Qui conseguì la laurea in ingegneria idraulica e architettura: fu l'astronomia però, la sua vera passione. Già nel 1856 cominciò a dedicarsi anima e corpo allo studio dei pianeti, compiendo diverse esperienze all'estero: da Berlino a San Pietroburgo, per fare ritorno in Italia negli anni successivi. Risale al 1865 invece, il suo matrimonio con Maria Comotti; un legame che lo portò a frequentare assiduamente Monticello, dove la consorte era proprietaria di una bella villa in località Sorino, ricevuta in eredità dal padre.
Si dice che Giovanni Schiaparelli, passeggiando da Sorino fino alla confinante Missagliola, si intrattenesse spesso con i contadini che coltivavano la terra a ridosso del monastero della Misericordia, dando a loro preziosi consigli. Del ricordo della sua permanenza a Monticello rimane oggi strada in località Sorino dove era situata la sua dimora, che negli anni successivi alla sua scomparsa fu intitolata al celebre astronomo che per decenni diresse l'Osservatorio di Brera.
Molti invece, sono stati i riconoscimenti a livello internazionale e gli omaggi a lui dedicati dagli astronomi: un cratere su Marte, uno sulla luna, una dorsale di Mercurio e infine l'asteroide 4062, portano tutti il suo nome. Così come la sfortunata sonda, precipitata su Marte nell'ottobre dello scorso anno.
Per saperne di più: http://www.museoscienza.org/approfondimenti/documenti/schiaparelli/
Giovanni Schiaparelli e la villa a Sorino di Monticello in cui visse con la moglie
La sua storia affonda le radici nel lontano 1878, quando Quintino Sella, allora ministro delle finanze, sostenne in Parlamento il progetto di un grande telescopio per l'Osservatorio milanese di Brera. Grazie al Merz-Repsold, l'astronomo classe 1835 - che visse gli ultimi anni della propria vita a Monticello - individuò i canali del ''pianeta rosso'' e ne definì la mappa completa, portando a termine uno studio pionieristico.
Schiaparelli infatti, fu in grado di individuare dettagli fino a quel momento invisibili ai suoi predecessori e contemporanei. Il telescopio negli anni successivi fu trasferito all'Osservatorio di Merate dove rimase fino agli anni Cinquanta. Usato sempre meno, le sue parti poi, vennero letteralmente smembrate e disseminate in depositi differenti: una fine ingloriosa per uno strumento che aveva consentito di fare una delle scoperte più importanti per il mondo dell'astronomia.
Un'antica immagine del telescopio Merz-Repsold
Risale invece al 2010, nel centenario della morte di Schiaparelli avvenuta il 4 luglio 1910, il progetto - affidato ad Arass, associazione per il restauro degli antichi strumenti scientifici- dell'Osservatorio di Brera per dare al telescopio una seconda vita.
Da veri e propri rottami, in alcune parti arrugginiti e con diversi pezzi mancanti, gli esperti del sodalizio sono riusciti a ricostruire il Merz-Repsold, trasferito già da qualche settimana al Museo della scienza e della tecnica di Milano, nella sezione spazio e astronomia, dove diventerà una delle icone principali: da lui, in fondo, è nato il mito dei Marziani.
Un giusto tributo a Giovanni Virginio Schiaparelli, che attraverso i suoi studi ha dato un contributo fondamentale a diverse tematiche: le stelle doppie, le comete, la scoperta dell'asteroide Hesperia 69 e poi Marte, al quale iniziò ad appassionarsi quasi per caso.
Il montaggio del telescopio all'interno del museo della scienza e della tecnica
Originario di un paesino del Piemonte, Savigliano, in provincia di Cuneo, dov'era nato nel 1835, a soli 15 anni si era poi trasferito a Torino. Qui conseguì la laurea in ingegneria idraulica e architettura: fu l'astronomia però, la sua vera passione. Già nel 1856 cominciò a dedicarsi anima e corpo allo studio dei pianeti, compiendo diverse esperienze all'estero: da Berlino a San Pietroburgo, per fare ritorno in Italia negli anni successivi. Risale al 1865 invece, il suo matrimonio con Maria Comotti; un legame che lo portò a frequentare assiduamente Monticello, dove la consorte era proprietaria di una bella villa in località Sorino, ricevuta in eredità dal padre.
Immagine tratta dal sito www.museoscienza.org
Una dimora originariamente di proprietà della famiglia Nava, che pur conoscendo negli anni diversi avvicendamenti per quel che concerne la titolarità, è riuscita a conservare sino ad oggi i caratteri architettonici peculiari della villa di campagna ottocentesca, con i materiali costruttivi tipici delle residenze nobiliari in Brianza. Si dice che Giovanni Schiaparelli, passeggiando da Sorino fino alla confinante Missagliola, si intrattenesse spesso con i contadini che coltivavano la terra a ridosso del monastero della Misericordia, dando a loro preziosi consigli. Del ricordo della sua permanenza a Monticello rimane oggi strada in località Sorino dove era situata la sua dimora, che negli anni successivi alla sua scomparsa fu intitolata al celebre astronomo che per decenni diresse l'Osservatorio di Brera.
Molti invece, sono stati i riconoscimenti a livello internazionale e gli omaggi a lui dedicati dagli astronomi: un cratere su Marte, uno sulla luna, una dorsale di Mercurio e infine l'asteroide 4062, portano tutti il suo nome. Così come la sfortunata sonda, precipitata su Marte nell'ottobre dello scorso anno.
Per saperne di più: http://www.museoscienza.org/approfondimenti/documenti/schiaparelli/
G. C.